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Powerillusi: è sontuoso il loro dissacrante e satirico “Powerillusi & Friends” – RECENSIONE

Il doppio CD “Powerillusi & Friends“, uscito nel 2018, presenta una veste sontuosa, e prima di parlare dei contenuti vale la pena sottolineare la gradevolezza estetica – mai sottovalutare l’artwork! -, e gli elementi storici e didascalici contenuti nel booklet annesso diventano un mezzo formidabile per inquadrare i Powerillusi – l’evoluzione nel tempo è affidata anche le immagini -, disegnando 30 anni di vita musicale testimoniata da eventi importanti e da una continua azione intelligente, dissacrante, satirica e talentuosa.

Dice la band: “Per il pubblico che ci segue questo disco è la possibilità di ascoltare i brani che conoscono con nuovi vestiti, mentre chi non ci conosce, chissà, potrebbe essere incuriosito e provare ad ascoltare le versioni originali”.

Per la giusta celebrazione dell’evento sono stati coinvolti gli amici, alcuni di quelli incontrati lungo il percorso: “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” (Vinicius de Moraes).

Un’oc­casione per ripercorrere questi trent’anni riscoprendo anche qualche vecchia canzone che avevamo messo da parte, dall’altro per rivedere questi amici e socializzare non solo in studio di registrazione ma anche davanti a una pizza e una birra, a chiacchierare di musica ma non solo. Tranne poche eccezioni, ogni ospite ha scelto la canzone da eseguire; nel libretto interno viene raccontato per ogni brano che cosa ci lega all’artista che lo esegue, ripercorrendo così canzone dopo canzone tutta la nostra storia”.

Vediamo nel dettaglio le collaborazioni:

powerillusi

Per chi conosce un po’ il mondo musicale, la lettura dei sopracitati “guests” porterà facilmente a etichettare i torinesi Powerillusi (ahimè, fornire un brand aiuta chi brancola nel buio!), e a collocarli all’interno della nicchia denominata “Rock Demenziale”, quella in cui hanno sempre sguazzato ensemble come Skiantos, Squallor, Elio e le Storie Tese o gli anticipatori Brutos.

Le verità e la realtà raccontate col sorriso sulla bocca e la provocazione diventano un modus estremamente efficace per risvegliare le coscienze. E se agli aspetti sociali – a volte intellettuali – si unisce il talento al servizio del rock, arriviamo alla fermatura del cerchio che, a distanza di 30 anni dall’esordio, i Powerillusi dimostrano di avere trovato.

La formazione titolare evidenziata nelle note di copertina indica due dei fondatori, Vince Ricotta (voce e chitarra) e Vito Vita (voce e basso) e il nuovo arrivo Paolo Rigotto alla batteria, voce e tastiere.

Della nuovissima line-up, rinnovata nel 2018, fa parte un altro dei fondatori, Alberto Albertin (sax e chitarra).

powerillusi

La scaletta proposta (17 + 14 tracce) permette quindi di ripercorre la storia del gruppo, con una preparazione all’ascolto che delinea il contesto del momento creativo, e se può risultare impegnativo leggere e ascoltare step by step senza soluzione di continuità, resta in ogni caso quello il metodo migliore, che permette di entrare in un’atmosfera estremamente seria, ma con spirito positivo, tra il sereno e il riflessivo.

Sto descrivendo il lavoro e la passione di professionisti, e tutte le loro skills emergono chiaramente e rendono il progetto molto più completo dell’ovvio e comprensibile bilancio di vita.

Lasciandosi andare, se non si è giovanissimi, risulterà facile immedesimarsi e trovare punti di contatto, e questo potrà anche provocare un attimo di dolore, quello che solo la musica, sollecitando la memoria, è in grado di provocare.

E a quel punto anche argomenti “serissimi” – l’amore che tanto fa soffrire – possono trovare una diversa sottolineatura, come accade con “Ma io ti amavo”, brano che chiude i concerti dei Powerillusi con la forte partecipazione del pubblico (nella traccia è presente Ettore “Gerry” Bruno di Brutos):

Tu mi picchiavi in testa (ma io ti amavo), mi davi i calci negli stinchi (ma io ti amavo), e mi tradivi la domenica (ma io ti amavo), mi davi i pugni in pancia (ma io ti amavo)… secondo me eri cattivo (ma io ti amavo)”. 

Dal cilindro esce la saggezza, apparentemente in modo spensierato; la voglia di cambiare, ostacolata da un certo senso di impotenza; una buona resilienza, che a volte diventa accettazione di ciò che è difficile modificare.

Ma senza fare indagini sociologiche che non sono forse appropriate (ma sono felice quando la musica mi stimola qualche riflessione pseudo seria, perché è il sintomo che ha colpito nel segno), quello che ho tra le mani è un disco molto piacevole all’impatto, che può diventare, anche, sottofondo del quotidiano, con attimi di estrema sobrietà un po’ camuffata con la giusta spensieratezza… il corretto peso delle cose, l’equilibrio.

Un esempio della filosofia dei Powerillusi è il video che propongo a seguire, “Olio di palma”, brano che, se proposto in radio con un minimo di continuità, sfocerebbe facilmente in tormentone.

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Per chi volesse sapere qualcosa in più di questa storica band il link giusto è ->QUI

Ma forse è meglio acquistare “Powerillusi & Friends“, si arriverà ad una lieta conferma o, per i nuovi e curiosi, ad una gradita sorpresa.

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