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Subsonica: “Realtà Aumentata” è un un disco che apre gli occhi e i cuori – RECENSIONE

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Si chiama “Realtà Aumentata” il nuovo album dei Subsonica. La band sabauda torna col vestito buono sulle scene della musica italiana con un lavoro che suona come se non fossero mai passati 30 anni e altri 9 album.

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“Nella loro bolla dal 1996”, i Subsonica hanno rifiutato ogni genere di etichetta, definendosi “un’entità”, entità che si percepisce in ogni nota, in ogni parola pesata con esperienza, nel mondo elettroacustico che li ha sempre caratterizzati.

Rasoiate elettroniche accompagnate da carezze acustiche fanno da tappeto alla voce senza tempo di Samuel che racconta tutte le storture della nostra epoca in particolare degli ultimi anni post pandemici.

E’ un disco politico, un disco di rottura, un disco che apre gli occhi e i cuori , che ci mette tutti in discussione. E’ pop, è rock, è dub, è rap , è una perfetta mistura, un ponte da attraversare soprattutto con la coscienza.

Non è un disco che segue la moda, in tutta la tracklist non c’è il classico “singolone”, non c’è il pezzo studiato per la radio, non c’è il featuring ammiccante. In quest’epoca di apparenza ad ogni costo pare essere il primo raggio di verità, intesa come sincerità espressiva, come a dire:

“noi questi siamo e lo facciamo bene da un bel po’”.


L’ album si apre con “Cani Umani“, cassa distorta, suoni ruvidi, mi sembra la descrizione della fuga da una relazione tossica che sia d’amore o di fede, del dolore dello strappo da questo tipo di relazioni che ti riducono in schiavitù e ti annientano dentro.

Segue “Mattino di luce” , basso che cammina insieme alla voce e ai synth arpeggiati con questo piano house anni ’90, per una canzone che tratta di transfobia e della paura del giudizio altrui:

E il giudizio degli altri è una nebbia cattiva / come un’ombra che striscia“.

La terza traccia “Pugno di sabbia” tratta la condizione nel nostro paese, delle classi meno abbienti e soprattutto di tutti quegli italiani, figli di immigrati, che restano sempre stranieri nella loro casa perchè in Italia non cambia mai nulla.

Universo” è la traccia tipo dei Subsonica, il ritornello è fratello minore (per tempo non per qualità) di tutti i ritornelli di microchip emozionale, il tema è l’amore, purtroppo per una persona che è sempre in guerra con gli altri perchè è in primo luogo in guerra con se stessa.

La parte centrale dell’album è il cuore dei Subsonica. La quinta traccia “Nessuna colpa” è uno spaccato di questi ultimi anni, anni dove noi non abbiamo mai colpe sulle brutture del mondo.

Il lato A del disco si chiude con “Missili e Droni“, stesso mood (ma con contenuti diversi) di “Coriandoli a Natale”, una canzone che ci invita ad abbassare i toni, a sognare di dissolverci in giorni pacifici, ad avere sogni di “serie b” ma non da soli, sempre, possibilmente con qualcuno accanto.

Scoppia la bolla” è l’unico featuring dell’album, i prescelti sono Willie Peyote ed Ensi, due rapper che non amano flexare auto soldi femmine e roba firmata, scrivono barre di critica sociale con intelligenza. La canzone è un manifesto che descrive l’uomo medio, che ultimamente crede ad ogni cosa, venera idoli da un quarto d’ora e insegue la fallacità.

La traccia numero otto parla dell’importanza di sognare cose che sembrano impossibili ai più, per non restare impantanati in questa realtà aumentata che in fondo ci sminuisce. Si chiama “Africa su Marte” e prende spunto dall’utopia di un professore africano che negli anni ’60 si era messo in testa di spedire sulla luna e su Marte degli “afronauti” per competere con U.S.A e U.R.S.S.

Siamo agli sgoccioli, quasi ai titoli di coda e parte “Grandine“, nono pezzo dell’album, con un basso letteralmente scippato ad “I feel love ” di Donna Summer, cassa dritta, “tamburi e drum machine”, ai Subsonica piacciono le storie d’amore con persone “maledette” a quanto pare e in questo testo si capisce abbastanza bene.

Il pezzo con la maglia numero 10 è “Vitiligine“, una ballad acustica fondente all’ottantacinque per cento, che parla di crescita e di come è necessario scorrere , lasciare fluire.

L’ultimo pezzo di “Realtà Aumentata” è “Adagio“, scritto per l’omonimo film di Stefano Sollima. Un pezzo assolutamente “filmico” per ambientazione sonora e scarsità di parole, la linea vocale sembra un canto tribale che piano piano si dissolve dentro un universo di archi.

Boosta, dice che c’è bisogno dei Subsonica, ci servono , è un’affermazione che non mi sento di smentire. Sicuramente al nostro Paese serve più musica vera, sincera, che rispecchi al cento per cento l’esigenze espressive di chi la fa ed in questo i Subsonica sono maestri. Dal 1996 senza una definizione, senza recinti, liberi come ogni artista dovrebbe essere.

subsonica

Tracklist “Realtà Aumentata”

1. Cani Umani

2. Mattino di Luce

3. Pugno di Sabbia

4. Universo

5. Nessuna Colpa

6. Missili e Droni

7. Scoppia la Bolla feat. Willie Peyote, Ensi

8. Africa su Marte

9. Grandine

10. Vitiligine

11. Adagio

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