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martedì, Maggio 21, 2024

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Mario Venuti: “Soyuz 10”, percorsi non scontati – RECENSIONE

Nuovo disco per Mario Venuti, che come sempre scatena una grande curiosità nel pubblico italiano di un certo livello e tra gli addetti ai lavori; il nostro gode infatti di grande stima, almeno tra quelli che non si trovano nel nostro ambiente per caso o per unzione di qualche santo della fortuna.

Forse è per questo che Mario non ha mai fatto il vero botto: lui esprime se stesso, il proprio talento coltivato da ascolto di buona musica e studio della medesima, per cui ci vogliono delle orecchie all’altezza, laddove invece la maggior parte delle produzioni pop più presenti in Italia negli ultimi lustri ha giocato al ribasso, in un inseguimento suicida delle tendenze più becere, per pervenire a spiaggiarsi trionfalmente nell’attuale dominio del totale non gusto.

Il CD è molto gradevole, beninteso le potenzialità di Venuti sono ben oltre: alcune scelte di arrangiamento appaiono opinabili e probabilmente si è dovuto fare i conti almeno per un pochino con delle esigenze commerciali.

Apertura con “Il vaso di pandora”: un bel pezzo, affascinante, originale, per niente banale; l’arrangiamento è pieno di riferimenti a tante grandi produzioni di qualche anno fa ma comunque personale, molto efficace, grosso.

Segue “Il pubblico sei tu”, invece brano ad alta digeribilità, per la massa, infatti pare un pezzo che Mario potrebbe comporre in serie con la mano sinistra. Artisticamente l’arrangiamento è giustamente allo stesso livello ma comunque il risultato funziona.

venuti

La successiva “Silenzio al silenzio” appare un’occasione sprecata: la canzone è molto bella, la strofa ha addirittura un inizio con sonorità acustiche di cui infatti si sentiva il bisogno, ma il ritornello ha un arrangiamento forse sbilanciato e irrisolto; begli archi ma fiati scolastici e ritmica meccanica.

In “Un nuovo tipo d’amore” pare di vedere la cantantessa: bella canzone molto solare ma comunque melodicamente e armonicamente interessante; arrangiamento molto efficace, un po’ lo stesso mondo della successiva “Particelle di energia”.

Grandi suggestioni nel testo e nella musica in “L’essenza”, ritmica ossessiva, richiami a tanti mondi con una chitarra ritmica in evidenza, bel suono complessivo.

“Il mondo con i tuoi occhi” è il classico pezzone di Mario, c’è la melodia e ci sono le armonie, è cantato con gusto. Purtroppo ricompare questa batteria fintissima con ritmica molto meccanica, peraltro su buone chitarre ma su una linea di basso forse da rivedere. In generale l’arrangiamento appare dinamicamente piatto e con le armonie non valorizzate come meritavano, con un intervento dei fiati non memorabile e tutto sommato inutile. In compenso è bella la scelta del sax baritono, peccato sia un intervento breve e molto in ombra.

Cindy Lauper fa capolino in “Promessa infinita”, brano molto leggero ma non banale: atmosfera anni ’80 molto efficace, ancora una batteria fintissima (sembra la tr 505 di trent’anni fa) ma questa volta tutto sommato in tema: il brano suona coerente con l’atmosfera evocata, buone chitarre e buon balance di tutti, risolutivo il levare del charleston sui sedicesimi della chitarra e su un basso scarno ma essenziale.

“Il tempo di una canzone” è un brano coraggioso, scritto e arrangiato in modo assolutamente contrario agli attuali obblighi del “bravo produttore”. Di rimando Mario canta benissimo, disteso, spalmato voluttuosamente su un bel mondo di archi e spazzole: quattro minuti di luce calda e rilassante.

“Ciao cuore”, nuovo singolo, è una canzone carina ed efficace, non per questo priva di spunti interessanti; la confezione in questo caso appare azzeccata, molto positiva e solare.

venuti

“Siamo fatti così” è una bella composizione nella sua interezza, in cui però con alla buona ambientazione iniziale sulla strofa segue quella del ritornello pericolosamente appesantita su colori che già negli anni ’60 andavano utilizzati con il bilancino, oltretutto ancora con una ritmica molto meccanica.

“Particelle di energia” è uno di quei pezzi che in Italia solo Mario può comporre, dentro c’è la canzone italiana ma anche anglosassone, più il Brasile e più qualcosa di indefinito, una sorta di aura etnea di fine scorso millennio. In realtà si tratta dello stesso discorso di “Promessa infinita” e “Ciao cuore”: canzoni pop, leggere, ma con dei contenuti sia musicali che di testo, prodotti non offensivi dell’intelligenza di chi ascolta.

L’ultimo brano, “Nostalgia del futuro”, indica cosa potrebbe essere un prodotto di Mario Venuti in campo internazionale, libero dai lacci e lacciuoli del (fu) “mercato” italiano: gradevolissimo, ricco di citazioni, bell’arrangiamento che ricorda grandi cose (un nome per tutti: Claus Ogerman). Gli archi e i fiati ornano con dei contrappunti e con linee melodiche indipendenti, non sono una giustapposizione nel contesto ovvero una mera riproposizione degli accordi di base e la canzone è cantata benissimo: il nostro è il più credibile nel pop italiano a fare queste cose.

Veramente un disco piacevole, pop di qualità, voglia di portarselo in macchina o di suonarci sopra in studio.

Quando Mario canta una melodia sta pienamente nel percorso delle note e nella loro ambientazione armonica, è un cantante vero, non un mestierante appeso a problemi di intonazione e respirazione, o peggio a birignao di finta intensità e finte influenze gospel, la melodia cade sugli accordi con motivazione e con gusto.

Le cellule melodiche hanno sempre una logica individuabile, un percorso non gratuito o casuale, o peggio ancora determinato da intenzioni paracule; i percorsi armonici ottemperano all’esigenza che si arrivi da qualche parte, preferibilmente sensata e magari non scontata.

Daje!

Su Marte non si sa, ma nel pop italiano c’è (ancora) vita.

venuti

TRACKLIST Soyuz 10 – Mario Venuti

01. Il vaso di Pandora
02. Il pubblico sei tu
03. Silenzio al silenzio
04. Un nuovo tipo di amore
05. L’essenza
06. Il mondo con i tuoi occhi
07. Promessa infinita
08. Il tempo di una canzone
09. Ciao cuore
10. Siamo fatti così
11. Particelle di energia
12. Nostalgia del futuro

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