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Federico Sirianni esce con l’album “Il Santo”, una sorta di caos organizzato – INTERVISTA

di Alessandra Zacco

“Benedetta sia la gentilezza, benedetto lo stupore, benedetta sia la verità se la verità è dolore, benedetto sia l’incanto, benedetta l’espiazione, benedetta la complicità che unisce le persone”.

 E’ con questa benedizione laica che Federico Sirianni, cantautore che nasce a Genova nel 1968 ma sceglie Torino come città in cui vivere, ci parla de Il Santo, il nuovo lavoro discografico uscito oggi 1 novembre 2016.

Il Santo racconta frammenti di contemporaneità con gli occhi e l’anima di un essere umano che ad un certo punto dell’esistenza si rende conto di avere più passato che futuro. Ed ecco la sensazione di un tempo che corre sempre più veloce riportando a galla, un po’ sfocati e un po’ deformati, ricordi ed immagini. Ma non si tratta solo di un viaggio nel passato. Anche il presente emerge prepotente.

Il disco – spiega Sirianni – è una sorta di caos organizzato. Non c’è un inizio né una fine, non c’è un punto di partenza nè di arrivo, c’è un senso religioso totalmente laico che pervade ogni frase di ogni canzone e che conduce dolcemente per mano non si sa esattamente dove.

Sono brani da ascoltare abbracciati davanti al fuoco di un camino, se si ha un camino. Se no, anche solo abbracciati. Ogni canzone è profondamente diversa dall’altra, affidata a musicisti altrettanto diversi tra loro. Non c’è un fil rouge musicale che lega i brani, quello che li tiene insieme è la narrazione: sono racconti in musica che parlano di figli e di padri, di amori annegati, di illuminazioni e precipizi, di santi perdenti e angeli consenzienti”.

Tra i musicisti che hanno collaborato al disco: Paolo Bonfanti, GnuQuartet, Cecilia, Michele Di Toro, Giorgio Mirto, Marco Piccirillo, Giua oltre alla partecipazione di Arturo Brachetti nel brano ironico “Mia mamma sta su Facebook”.

La produzione de Il Santo è di Fabrizio Chiapello (Transeuropa Recording, Torino) per Moov.
Le illustrazioni del booklet sono di Riccardo Cecchetti, collaboratore di Frigidaire e altre riviste illustrate.

Ho chiesto infine a Federico Sirianni chi sia, per lui, Il Santo e mi ha risposto così:

“Un santo è una persona che ha raggiunto una remota possibilità umana. E’ impossibile dire che cosa sia quella possibilità. Credo che abbia qualcosa a che fare con l’energia dell’amore. Il contatto con tale energia provoca l’esercizio di una specie di equilibrio nel caos dell’esistenza. Un santo non dissolve il caos: se lo facesse il mondo sarebbe cambiato molto tempo fa. Credo che un santo non dissolva il caos neppure per sé, perché c’è qualcosa di arrogante e guerresco nell’idea di un uomo che mette ordine nell’universo. E’ una specie di equilibrio a dargli gloria. Lui attraversa le cose come uno sci sfuggito. Il suo tragitto è una carezza alla collina. Il solco che lascia è un disegno nella neve in un momento del suo particolare compromesso con il vento e la roccia. Qualcosa in lui ama così tanto il mondo da indurlo a darsi alle leggi della gravità e del caso. Lungi dal volare con gli angeli, registra le condizioni di tutto il maledetto paesaggio con la fedeltà dell’ago di un sismografo”.

Leonard Cohen, Beautiful Losers, 1966



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Queste le date del tour:

Novembre
01 – Torino, Da Emilia (firma copie)
04 – Genova, La Claque
05 – Imperia, Guernica
10- Torino, Zona Teatro S.Pietro in Vincoli
11 – Spoltore Pescara, Bellavista
12 – Lanciano, Libreria Barbati
13 – Pescara, Festival Letteratura
14 – Roma, Arciliuto
15 – Roma, Sparwasser
18 – Torino, Luna’s Torta
24 – Crema, Il Paniere
25 – Vercelli, Museo Leone
26 – Parma, ore 18 Libreria Diari di Bordo – ore 22 Shakespeare cafè
27 – Pavia, Da Trapani
Dicembre
02 – Milano, Circolo Ex combattenti di Porta Volta

PER VEDERE IL VIDEO CLICCARE SULL’IMMAGINE
video

L’ufficio stampa di questo bravissimo cantautore dice di lui:

Federico Sirianni, per brevità definito cantautore, è genovese ma adottato in età adulta da Torino.
Il Premio Tenco, per voce diretta del mai troppo rimpianto Amilcare Rambaldi, lo ospita sul palco dell’Ariston di Sanremo come miglior esordiente del 1993. Ma ci vogliono dieci anni di percorsi sghembi per l’uscita del primo disco, “Onde clandestine” (Warner, 2002). Nel 2004 vince il Premio della Critica al festival Musicultura di Recanati, nel 2006 il Premio Bindi e nel 2010 il Premio Lunezia Doc. Pubblica altri due dischi, “Dal basso dei cieli” (Upr, 2007) e “Nella prossima vita” (Egea, 2013), realizzato insieme agli GnuQuartet, lavoro che viene definito dalla critica “Il miglior disco italiano dell’anno” e il libro-disco, “L’uomo equilibrista” (Miraggi Ed., 2014).
Contemporaneamente scrive musiche e canzoni per gli spettacoli del Teatro della Tosse di Genova, inventa e porta in scena dal 2008 a tutt’oggi lo spettacolo di poesia e canzone “Il grande fresco”, insieme al poeta Guido Catalano e al chitarrista Matteo Negrin, realizza “Sì chiamava Faber”, un recital di storie e canzoni dedicato al conterraneo Fabrizio De Andrè, che ha frequentato a lungo. È docente di Songwriting alla Scuola Holden di Torino e, pur invecchiando visibilmente, si muove incessantemente in una sorta di “never ending tour” per l’italia intera.
Discografia:
– Onde clandestine (Shinseiki-Warner) (2002)
– Dal basso dei cieli (Upr-La Casa) (2006) (ripubblicato nel 2009 dall’etichetta Leart con l’aggiunta dell’inedito “Picchiagosto”)
– Nella prossima vita (Incipit Records) (2012)
– Vinile di Natale – Dio dei Baraccati (2013)

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