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venerdì, Luglio 26, 2024

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Stella nera è il nuovo singolo di Micaela Tempesta – INTERVISTA

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Stella nera è il nuovo singolo di Micaela Tempesta che torna sulla scena musicale con un brano intenso che ha assieme la modernità di un arrangiamento nuovo ed elettronico e una melodia che esalta la tradizione della musica napoletana.

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Sento Micaela per un’intervista per farmi raccontare la sua arte, il suo modo di fare musica. Concordiamo l’intervista nei giorni a cavallo del Festival di Sanremo, Festival che come sappiamo monopolizza tutte le testate di informazione musicale e non solo. In quei giorni la seguo particolarmente sui social, coi suoi commenti sagaci e sprezzanti sulla manifestazione e su alcuni artisti in gara mi fa fare quattro risate e mi dà idea della tempra dell’artista che devo intervistare.

micaela tempesta

Ciao Micaela, sono Antonino, come stai? Intanto grazie perché mi hai fatto fare quattro risate coi tuoi post sul Festival, ne hai approfittato per raccontare anche qualcosa di te in maniera ironica e sarcastica… di te ho letto che scrivi canzoni per non picchiare la gente…

Ciao Antonino, intanto grazie per questo spazio su FareMusic, testata che seguo dai suoi esordi. Diciamo che la musica per  me è come una terapia, nei momenti di ira escono le cose super dolci, è come se la musica avesse il potere di trasformare in positivo alcuni miei pensieri che faccio quando vedo che c’è qualcosa che non va. La gente per sfogarsi e per scaricare va in palestra, io mi rifugio nel mondo della musica e scrivo canzoni.

Dici bene, ho ascoltato Stella nera, il tuo nuovo singolo e ne ho approfittato anche per ascoltare altri brani della tua discografia. Percepisco in quello che fai tecnica e cuore, a volte capita che la tecnica in qualche modo prenda il sopravvento e metta in ombra il cuore, nel tuo caso ho visto che le due cose convivono in equilibrio. Cosa conta di più oggi per scrivere e incidere un brano?

Canto da molti anni, ho studiato canto, la tecnica l’ho fatta mia, quando si studia canto conta molto il suono della tua voce, all’inizio, dopo aver studiato canto, neanche mi riconoscevo, perché cambia proprio il timbro. Succede che col tempo la tecnica fa parte di te, e ci si può permettere di concentrarsi sul messaggio di empatia.

Mi piace chiedere agli artisti che intervisto per la prima volta qual è il ricordo da piccola. Come hai cominciato a fare musica?

Non ho un ricordo lucidissimo, mia mamma dice che cantavo molto quando ero piccola, ero una bimba canterina. Poi una sera, quasi per caso, eravamo a casa di un amico dei miei genitori e ho scoperto una stanza piena di strumenti, sono entrata e li ho suonati tutti. Avrò avuto quattro anni, ma ricordo di essermi divertita un sacco, non ricordo come l’abbia presa quest’amico dei miei genitori… tornando alla musica, credo sia importante fare ascoltare musica, la musica è un linguaggio base e io ne ascoltavo e ne ascolto molta.

Mi piace, parafrasando il titolo del nostro magazine, fare questa domanda: cos’è per te oggi fare musica?

Per come la vedo io è un atto di ribellione, è complicato da spiegare, per me è come respirare, non si può non respirare. Un’altra cosa è la discografia, quella si è spostata da un’altra parte, è una fabbrica di orrore, tutti passano da Maria, c’è una macelleria di ragazzi che saltano subito all’occhio per la popolarità che ti dà la televisione. Certo è anche vero che questi talent hanno prodotto degli artisti straordinari, qualcuno è venuto fuori, Marco Mengoni fra tutti, oggi ci sono anche tanti autori stimati che hanno mosso i primi passi in quelle trasmissioni televisive. Ma temo che in genere ci sia il rischio di creare delle illusioni.

Nel cercare informazioni sul tuo lavoro ho visto che scrivi anche per altri, sono incappato in “Oltre”, brano che hai scritto per Marzia de Palma, che differenza c’è quando scrivi per te o quando scrivi per un altro artista? Ho visto che tra l’altro scrivi sia in italiano che in napoletano…

Di base io scrivo per me, non è facile scrivere per altri, devi essere credibile, devi conoscere chi deve interpretare il tuo brano. A volte scrivo canzoni che diventano altro, che assumono un vestito che può essere anche indossato da un altro artista. Stella nera è nata in napoletano, sai il napoletano non è un dialetto, ma una lingua vera e propria, non so come dirti, bisogna pensare in napoletano per scrivere una canzone partenopea, questa è venuta così, non ho seguito, come sospetta qualcuno, te lo dico perché me lo hanno fatto notare, le mode del momento. Non sono mai stata abituata fin da piccola a parlare in napoletano, però in questo brano ho voluto dare spazio alle mie radici, alla mia città.

Cosa ci vuoi raccontare con Stella nera?

Non amo spiegare le canzoni, Stella nera era una persona che tendeva a mettermi in ombra, è la canzone di una storia d’amore naufragato, una relazione tossica di quelle che non auguri a nessuno, ad un certo punto sbrocchi, adesso sono sola e va bene così, in amore prima abbiamo un problema da risolvere con noi altrimenti si rischia di rifare gli stessi errori. Sono un’altra persona, è giusto imparare dagli errori. Stella nera è stato un brano molto stimolante, ho voluto sperimentare, non lavoro da sola, ma con uno staff eccezionale della quale mi sono fidata, abbiamo dato al pezzo una veste moderna, elettronica. Ho cambiato produttore e questa cosa mi ha stimolato molto, mi hanno proprio pizzicata per far si che venisse una cosa nuova e ne sono molto contenta.

Bene Micaela, ti ringrazio per questa chiacchierata, è stato un piacere entrare nel tuo mondo, nel tuo modo di fare musica, ti saluto e ti mando un abbraccio.

Grazie Antonino, grazie a te, un abbraccio speciale a Mela (direttore di faremusic.it, nda) e un saluto a tutti.

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