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mercoledì, Ottobre 9, 2024

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Paolo Amati esce con “Le cose che non mi sono detto” – INTERVISTA

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Suono elettronico, atmosfere anni ’80, in un momento musicale caotico e urlato, Paolo Amati irrompe in punta di piedi con il nuovo singolo “Le cose che non mi sono detto”.

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Un brano intimo, cantato sotto voce ma con ritmo battente, non poteva essere diversamente per un testo che vuole essere una riflessione profonda sulla natura della vita. “Le cose che non mi sono detto” anticipa l’Ep di prossima uscita dal titolo emblematico e per certi versi critico e introspettivo “Io contro me”.

Paolo torna sulla scena musicale da protagonista, assieme col fratello Andrea è impegnato nelle produzioni musicali dai primi anni ’80. Dopo il primo decennio di formazione è negli anni ’90 che arrivano le prime produzioni importanti, sono arrangiatori per i brani di un esordiente Bungaro, sono importanti le collaborazioni per Mietta, Stefania La Fauci, Flavia Fortunato e Pupo.

Contribuiscono al ritorno da protagonista sulle scene di Gianni Morandi, fanno parte della band che girerà il mondo con 270 repliche col tour Morandi Morandi nei palchi più prestigiosi, passando dal Palace Theatre di Broadway al Maple Leaf Garden di Toronto.

I fratelli Amati firmano in quegli anni assieme con Biagio Antonacci due brani molto amati dell’ex ragazzo di Monghidoro: Giovane amante mia e La regina dell’ultimo tango, brano col quale Morandi spopola al Festivalbar del 1996, festival estivo trasmesso da Italia 1 condotto da un giovane e già apprezzato Amadeus, oggi colonna portante del Festival di Sanremo. A fine anni ’90 sono arrangiatori dell’album 30 volte Morandi, qui danno una nuova veste ai grandi successi musicali del Gianni nazionale.

Col nuovo millennio inizia un sodalizio col cinema che dura fino ad oggi, per il cinema sono arrangiatori e autori di diverse brani. Nel 2011 realizzano l’arrangiamento di Nessuno mi può giudicare interpretata da Paola Cortellesi, istrionica artista, oggi anche apprezzata regista. Diversi i titoli cinematografici per cui firmano le colonne sonore, dai cinepanettoni, campioni d’incasso, alle pellicole Maschi contro Femmine e al sequel Femmine contro Maschi. Oggi invece Paolo è contro Paolo (Io contro me è il titolo del suo Ep di prossima pubblicazione).

paolo amati

INTERVISTA

Lo raggiungo al telefono per fargli alcune domande sul suo nuovo lavoro:

Ciao Paolo, benvenuto su faremusic, intanto complimenti per tutto quello che hai fatto, ma partiamo dal tuo ultimo lavoro, un brano elettronico che mi riporta ad atmosfere anni ’80 ma che al contempo percepisco come attuale, ti chiedo: chi è l’interlocutore privilegiato in “Le cose che non mi sono detto”?

Grazie a te e un saluto agli amici di FareMusic. La canzone è sostanzialmente una tirata di orecchie a me stesso, ho avuto più volte proposte, anche da personaggi importanti, per uscire come cantautore, ma come dico nel brano veramente non saprei spiegare il perché non ho mai fatto questo passo. Nella canzone canto: “per soggezione o forse timidezza qui mi sono perso…” , magari sono stato troppo concentrato a lavorare dietro le quinte, a realizzare dischi di altri, un vortice che non mi ha permesso di dedicare del tempo a me stesso. Dentro di me, se anche un solo ragazzo prendesse queste semplici parole che ho scritto, come un esortazione a non perdere tempo e ad impegnarsi negli anni migliori, nel mio cuore la canzone la potrei già definire un successo.

Questa consapevolezza effettivamente è già un successo… Cos’è rimasto di quel Paolo degli anni ’80?

E’ rimasta sicuramente la grande voglia di fare musica come agli inizi. La sperimentazione, ascoltare anche cose che non mi piacciono, sempre per capire cosa c’è dietro ad una creazione e magari portare dentro il mio bagaglio anche una sola sfumatura che ascolto e che mi piace.

Quanto è stato formativo il rapporto col cinema? Come si è autori quando si dà musica alle immagini di una pellicola?

Per quanto riguarda il cinema, tutti i lavori che abbiamo fatto con mio fratello Andrea sono sempre state realizzazioni e composizioni nell’ambito delle canzoni Pop. La bellezza del cinema è che puoi fare cose anche strane, divertenti, come nel caso di Quiereme scritta insieme al grande maestro Bruno Zambrini autore di canzoni come La Bambola, In ginocchio da te, Non son degno di te, che alla fine è diventata il titolo di coda di Natale in Crociera campione di incassi con quasi 25 milioni di Euro, lì ho cantato in spagnolo, lingua non propriamente mia. E poi, finire a cantare un remix di Bob Sinclar della Dolce Vita di Ryan Paris, nel film Vacanze di Natale a Cortina, dove io e Andrea siamo finiti in classifica dance (come APbeat) di quell’anno proprio perchè c’era Bob Sinclar. Riassumendo: il cinema mi ha insegnato che “tutto può succedere”.

Mi piace, per chiudere le interviste chiedere, parafrasando il titolo del nostro magazine “FareMusic”, cos’è oggi per te fare musica?

Fare musica per me oggi, come ti dicevo prima, è sperimentazione, capire perché Drake fa quella musica, qual è il motivo artistico che spinge Sting ad accostarsi agli Swedish House Mafia. Sono assolutamente innamorato di tutto ciò che è innovazione e questo mi porta a sperimentare e addirittura a registrare la mia voce in modo che ogni volta che la riascolto io possa dire : “ma veramente sono io? ” . Forse qui è contenuta tutta la mia anima, la mia essenza, cambiare sempre e provare cose nuove conservando però sempre la mia natura che è di fondo malinconica.

Grazie Paolo, grazie per la bella chiacchierata, nell’epoca in cui una cantante, direttrice d’orchestra e presentatrice chiede come sia stato lavorare con Ivan Graziani per la realizzazione di un duetto appena pubblicato a Colapesce e Dimartino, è sempre un piacere intervistare, con un professionista della musica che si è speso in diversi ambiti e dal quale, nell’intervistarlo, si può solo imparare, anche imparare ad avere una nuova chiave di lettura.

Grazie a te Antonino, colgo l’occasione per ringraziarti per avermi ospitato, volevo ringraziare Mela Giannini (direttrice del Magazine, n.d.r.)e tutta la redazione di FareMusic alla quale siamo veramente legati da tanti anni, parlo al plurale, perché, ne sono certo, è lo stesso pensiero di mio fratello Andrea.

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