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sabato, Luglio 27, 2024

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Presentazione del docufilm su Nanni Ricordi “L’uomo che inventò i dischi”

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In Italia ci sono storie incredibili che si incontrano per strada, cose che hanno cambiato la storia dell’uomo. È l’8 giugno, per molti l’ultimo giorno di scuola, per altri è il giorno della proiezione in anteprima del docufilm sulla vita, attraverso la musica, di Nanni Ricordi, l’uomo che ha avuto l’intuizione di inventare la discografia italiana, o meglio per citare il sottotitolo scelto dal regista Roberto Manfredi “L’uomo che inventò i dischi”. 

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L’evento ha luogo a Milano presso la Fondazione AEM, per arrivare a destinazione prendo i mezzi di superficie, in questa città straordinaria si possono incontrare opere straordinarie, come piazza Cadorna con ago e filo, progettata da Gae Aulenti, procedo a piedi verso la fondazione e incontro Santa Maria delle Grazie, opera rinascimentale di Donato Bramante, al cui interno è custodito il Cenacolo di Leonardo da Vinci. In pochi minuti arrivo alla fondazione, qui ha sede una mostra a cura di Roberto Manfredi che mi accoglie e mi invita a vedere nei dettagli la mostra allestita in occasione della proiezione in anteprima del suo docufilm a memoria di Nanni Ricordi.

La sua emozione è palpabile, mi fa vedere il primo cofanetto, che è il primo disco prodotto dalla Ricordi. Si tratta della registrazione dal vivo dell’opera Medea di Luigi Cherubini, cantata da Maria Callas, registrazione effettuata nel 1958 al Teatro La Scala di Milano. Al centro dello spazio espositivo c’è un enorme telo con stampate tutte le copertine prodotte dalla Dischi Ricordi. Nello stesso anno, per un’intuizione straordinaria di Ninni, inizia l’avventura discografica di musica Pop, nel primo catalogo del 1960 figurano artisti del calibro di Giorgio Gaber, Gino Paoli, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Enzo Jannacci e di Ornella Vanoni.

Roberto mi dice che anche stasera si attende la presenza di Ornella. Finita la mostra, posta al primo piano di questo edificio razionalista a mattoni rossi, in cui ha sede la Fondazione AEM si scende in auditorium per la proiezione. Prendiamo posto, in sala entra la Vanoni vestita in verde, è accompagnata dall’amico e produttore discografico Mario Lavezzi, è per lei il primo applauso, è per lei e per la storia della musica italiana che rappresenta.

Il docufilm racconta non solo la storica casa Ricordi, ma anche la Dischi Ricordi grazie alle numerose testimonianze di discografici e produttori come Mara Maionchi, Gianfranco Reverberi, Adriano Aragozzini e Lucio Salvini, per arrivare fino agli settanta in cui Nanni Ricordi fondò l’etichetta indipendente Ultima Spiaggia insieme a Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi.

Ricordi

Crediti Foto Giuseppe Verrini

Al docufilm della durata di 95 minuti, hanno partecipato Andrea Bocelli, Antonello Venditti, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Maurizio Vandelli, Morgan, Roberto Vecchioni, Camillo Ricordi, Ricky Gianco, Ivan Cattaneo, Mario Lavezzi, Eugenio Finardi, Mara Maionchi, Adriano Aragozzini, Gianfranco Reverberi, Franco Fabbri, Lucio Salvini, Alessandra Gasparinetti, Giovanni Gavazzeni, David Riondino, Gianfranco e Roberto Manfredi e tanti altri.

Il docufilm è scritto e diretto da Roberto Manfredi che lavorò insieme a Nanni Ricordi per la RCA coproducendo tra gli altri, l’album “Un Gelato al limon” di Paolo Conte. La produzione è di Redshift Art and Culture Publishing, società fondata da Stefano Piantini, editore e produttore che ha già prodotto il docufilm “Crepax Lanterna Magica” dedicato a Guido Crepax già in programmazione sulla piattaforma digitale europea It’s Art. Il produttore associato è Francesco Chiari.

Il docufilm è un tuffo nella storia della nostra canzone d’autore, la voce narrante è quella dello stesso Nanni, intervistato da Roberto, prima della sua scomparsa avvenuta nel 2012. ci sono immagini inedite e testimonianze di molti artisti che grazie all’incontro con la Ricordi hanno scritto brani memorabili della nostra discografia.

In sala, dopo un brano di Enzo Jannacci, il filmato di una sua ospitata nella tv in bianco e nero degli anni ’60, parte un applauso spontaneo. In più la proiezione è arricchita dalla stessa Vanoni che durante la proiezione, lì seduta in prima fila, canta tra sé e sé alcune canzoni che vengono proiettate: spettacolo nello spettacolo.

ricordi

Al termine della proiezione ho modo di scambiare qualche parola, mi dice «ma perché hanno intervistato Morgan? lui che ne sa, all’epoca non c’era!». È dinamica, ha il suo barboncino al guinzaglio, c’è un fermento generale come se Nanni fosse lì con noi, non è un documentario, non è una commemorazione, è una festa che Roberto ha saputo montare con maestria e sensibilità.

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