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domenica, Ottobre 13, 2024

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Ecco cosa è la piaga del Secondary Ticketing – Artisti, Siae, Promoter e Case Editrici firmano una Petizione

di Stefano De Maco

Tutti amiamo andare a vedere live gli Artisti che seguiamo, alcuni di noi sono disposti anche a spendere cifre considerevoli. Ma se i biglietti sono finiti?

Una volta esistevano i Bagarini, quelle oscure figure che ronzavano in prossimità degli ingressi dei palazzetti o degli stadi, come fossero spacciatori di sogni, offrendo la possibilità di poter entrare all’evento anche se non eravamo riusciti ad acquistarne per tempo i biglietti.

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Fenomeno se vogliamo pittoresco, alla luce dell’attualità. Imprenditori in erba, ora si sono evoluti. Ora è diventato un sistema strutturato  di E-commerce, che si è sviluppato e prolifera sulla Rete. Si chiama Secondary Ticketing, che significa vendita dei biglietti secondaria. Non certo per importanza, tutt’altro.

Ricordiamo il lettore che del Secondary Ticketing ne abbiamo già parlato nell’articoli in occasione della vicenda dei biglietti “svaniti” dei Coldplay .

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Nella legge economica della domanda e dell’offerta, il Secondary Ticketing occupa una nicchia che è sempre meno tale e che sta diventando una vera e propria piaga. Perché in realtà è una truffa mica tanto velata. Non perché i biglietti non siano validi (il più delle volte lo sono, ma occhio!) – hanno il regolare bollino Siae -, ma perché sono acquistati in grandissimi stock da società che se li accaparrano (tramite sofisticati sistemi software in rete) appena vengono messi sul mercato. Facendo così, alcuni Promoter (non tutti, è bene sottolineare) o l’Agenzia incassano subito, e magari possono trionfalmente dichiarare il Sold Out con largo anticipo, generando così un aumento della Domanda da parte del pubblico, che non ha alternative che passare per questi “bagarini dell’era digitale” e acquistare il biglietto a prezzo maggiorato.

E questa è una vera e propria speculazione ai danni del pubblico, ma se vogliamo e se vediamo “lungo”, anche a danno degli stessi artisti, che pur non c’entrando nulla in questo “malaffare”, ci rimettono la faccia e anche la gente pagante che decide di non andare più ad un loro concerto per l’esoso prezzo del biglietto.

COLDPLAY
Tanto per far capire meglio il meccanismo del Secondary Ticketing, paragonate questo fenomeno un po’ a quello che accade nei giochi di Borsa, con cui si creano circoli virtuosi e irreali che travolgono senza scrupoli l’utente finale, il piccolo azionista sfigato. Nel caso dei concerti, lo sfigato azionista sono i fan, il pubblico pagante, che paga tutti gli oneri a cascata dovuti ai molteplici passaggi e soprattutto sul plus valore della richiesta.

Ho fatto una ricerca di esempio per un evento di grandissima risonanza, il concerto dei Depeche Mode a Roma la prossima estate… evento, anche questo, che sta subendo la stessa sorte capitata a quello dei Coldplay a Milano (ma comunque questo è un fenomeno purtroppo diffuso in ogni dove e per quasi tutti gli eventi importanti). Sono andato a vedere nei relativi siti, partendo da TicketOne ufficialmente accreditato (e ora sotto inchiesta da parte dell’Antitrust, come da nostro articolo precedente, per una gestione poco trasparente proprio dell’accaparramento, ma non perchè l’ha attuato, ma perchè si presume l’abbia agevolato) fino ad arrivare a altri suggeriti dal motore di ricerca.

Mi sono limitato ad un paio, ma sono sicuro che potete ampliare la ricerca senza problemi.

I biglietti (Curva sud) per questo evento, su TicketOne costano 46€. Gli stessi biglietti su altri siti presi in esame costano di più: Viagogo li propone a partire da 53,43€ fino a 56,45€, senza specificare tale forbice di prezzo. Addirittura Seatwave, invece, li mette a 78,95€ specificando poi che sono da aggiungere ben 14,99€ di spese di commissione per un totale quindi di 93,94€, cioè quasi il doppio!!! A che titolo?

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Ovvio che il fan, o il semplice appassionato, sia messo in una condizione molto vicina all’estorsione, e no di libero mercato, non avendo spesso a possibilità di acquistarli direttamente alla fonte, essendo quasi tutti requisiti dalla loro messa sul mercato da Società terze. Quindi mette mano al portafoglio, spinto dal desiderio di non perdersi i suoi beniamini. E lo stesso vale per tutti tipi di manifestazioni, siano essi eventi sportivi o di altro genere.

Questo è ciò che avviene, e non solo in Italia. Persino artisti come Sir Elton John ne lamenta il danno, affermando che preferirebbe che i suoi fan, in tale caso, restassero a casa. Ma si sa, personaggi come lui possono permetterselo. Un po’ meno magari chi fa tour col furgoncino, promuovendo le autoproduzioni e la propria attività artistica. Ci sono siti come Songkick che offrono anche un servizio di monitoraggio e notifiche geolocalizzate. Ad esempio, sono un fan della Band Vattelapesca, che gira non certo per gli stadi, ma per i locali, e che ovviamente ha tutto l’interesse per promuovere le proprie serate. Iscrivendosi, possono arrivare a chiunque, dando indicazioni su come e dove acquistare biglietti, in loco o via e-commerce. Io come fan posso iscrivermi e ricevere le notifiche dei loro spostamenti, sapere se e quando si esibiranno nei miei paraggi. In questo modo da un lato permettono a Band e Artisti di immettere i dati delle loro esibizioni, dall’altro l’utente può essere informato e decidere di partecipare o acquistare il biglietto.

Nel caso del mio esempio sui Depeche Mode, si viene indirizzati fortunatamente verso il principale rivenditore, in questo caso Live Nation, che è il Promoter, il quale a sua volta rimanda al sito di Ticketone, con i prezzi regolari esposti in precedenza.

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Manca purtroppo una legislazione chiara e trasparente che possa impedire tali pratiche, perché sotto certi aspetti sono para-legali, cioè si muovono lungo quel sottile confine tra attività fraudolenta e nuove frontiere del marketing che la lacuna legislativa spesso permette.

Ricordo tanti anni fa, quando fu introdotto il ticket sui CD che venivano pubblicizzati in tv, idea geniale dal punto di vista marketing, perché faceva assorbire le spese pubblicitarie al consumatore senza erodere il guadagno del venditore. Discutibile dal punto di vista etico, ma si sa, i soldi non puzzano. Anzi se anche puzzassero, molti non si farebbero un problema se il vicino si dovesse tappare il naso…

Quindi? È vero che la rete può offrire molte più opportunità, ma questo richiede a da parte nostra una maggiore attenzione responsabile. Altrimenti il rischio di pagare, senza alcun motivo valido, dei prezzi maggiorati (o peggio di essere truffati) è molto alto. Plaudo al fatto che la Magistratura stia cercando di far luce su questo fenomeno, e attenderemo con interesse gli esiti, presupponendo come di consueto l’innocenza dell’indagato, perché non siamo né giustizialisti ne oscurantisti. Semplicemente vorremo onestà, rispetto e trasparenza.

Intanto oggi a Roma si è tenuta la prima udienza, presso il Tribunale Civile di Roma, in merito al ricorso d’urgenza presentato da SIAE contro il secondary ticketing. Tale ricorso è stato inoltrato per tutelare sia le categorie del mondo della musica, che i fruitori. Si attendono novità in merito.

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In merito a tutto quanto sopra, è notizia recente che Artisti, promoter e SIAE si sono uniti, tutti insieme, in una petizione proprio contro il secondary ticketing.

Gli artisti che hanno aderito finora alla petizione sono:
Alessandra Amoroso, Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Mario Biondi, Andrea Bocelli, Luca Carboni, Francesco De Gregori, Elio e Le Storie Tese, Elisa, Tiziano Ferro, Zucchero Fornaciari, Raphael Gualazzi, Jovanotti, Mario Lavezzi, Litfiba, Luciano Ligabue, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Modà, Mogol, Gianna Nannini, Nek, Gino Paoli, Laura Pausini, Pooh, Eros Ramazzotti, Francesco Renga, Giuliano Sangiorgi, Antonello Venditti.

Agli artisti si sono uniti anche alcuni importanti promoter, tra cui:
F&P Group, Barley Arts, Riservarossa, Vivo Concerti, Saludo Italia SRL, Trident Agency.

Hanno aderito, inoltre, anche associazioni di categoria e società e soprattutto case editrici.

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Questo quanto scritto nella petizione:
I concerti rappresentano un’occasione importante non solo per gli artisti che incontrano il loro pubblico ma anche per tutti coloro che lavorano con professionalità e passione alla riuscita dell’evento. Come autori, artisti e operatori dello spettacolo siamo uniti contro chi specula sulla rivendita dei biglietti dei concerti attraverso alcuni siti web di secondary ticketing, una forma di ‘bagarinaggio online’. Il mercato secondario danneggia tutta la filiera, favorendo l’evasione e frenando opportunità di lavoro e di crescita economica nel settore dello spettacolo e della cultura. Siamo dalla parte del nostro pubblico che si ritrova ingiustamente a pagare anche fino a 10 volte in più i ticket di ingresso a causa di questo fenomeno. Promuoviamo la trasparenza del mercato e sosteniamo tutte le organizzazioni che danno valore al nostro lavoro e rispettano i consumatori. Per questo chiediamo l’abolizione del secondary ticketing attraverso l’oscuramento di tutte le piattaforme online che speculano sulla rivendita dei biglietti”.

 

 

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