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venerdì, Luglio 26, 2024

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SANREMO 2024: SERATA DUETTI – TUTTO QUELLO CHE È SUCCESSO

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Si chiude a tarda notte il sipario della quarta serata di Sanremo 2024 dedicata alle cover e ai duetti. La classifica vede al primo posto Jolier, in seconda posizione Angelina Mango, in terza posizione Annalisa, in quarta posizione Ghali, in quinta posizione Alfa.

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Un risultato scontato, almeno per quanto riguarda le prime due posizioni, ma che ribalterei volentieri a favore di Mahmood che ha portato sul palco i Tenores di Bitti creando, grazie alla sua e alle loro suggestive vocalità, un momento sospeso dove il testo di Dalla “Com’è profondo il mare” ha mostrato la sua immensa forza e attualità.

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Il secondo posto lo avrei dato a Ghali con Ratchopper (musicista e produttore tunisino) per la forza e il coraggio di portare sul palco non solo se stesso, la sua musica e la sua storia ma tutti gli italiani figli di genitori stranieri che sono italiani e come tali dovrebbero essere riconosciuti. Il suo “Sono un Italiano” ripetuto più volte guardando il pubblico negli occhi è stato l’evento più politico di tutto il Festival (insieme agli appelli di Dargen D’Amico).

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A questo proposito, sui social, Ghali ha scritto: “Penso sempre di rappresentare quei ragazzi di quartiere con genitori che hanno faticato tanto per crescerli. Amo e credo in questo paese che ripudia la guerra per costituzione. Sono nato in Italia. Mi sposerò in Italia. I miei figli saranno italiani. Morirò in questo paese. Sono anch’io un italiano vero.”

Il terzo posto lo avrei dato ad Annalisa che ci ha regalato una splendida versione di Sweet Dreams (Are made of this) degli Eurythmics con La Rappresentante di lista e il coro Artemia. Un’esibizione perfetta che ci ha ricordato quanto sia brava la giovane e bella cantante savonese, con la altrettanto brava Veronica Lucchesi.

Il quarto posto lo avrei assegnato ai Santi Francesi con Skin per l’esibizione sentita e per la bella voce di entrambi.

Il quinto posto ad Angelina Mango con “La rondine” – canzone di suo padre Pino – con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma. Un omaggio sicuramente sentito, ma che a mio avviso aveva il retrogusto del voler vincere facile visto l’affetto che unisce il pubblico al grande Mango. Insomma, avrei preferito che la ragazza facesse in altro luogo, magari durante il tour che seguirà al festival, il suo personale omaggio a papà.

Questa la classifica della serata duetti secondo il mio personale gusto, ma torniamo alla serata e alle esibizioni.

Dopo un inizio scoppiettante che ha visto esibirsi una splendida Lorella Cuccarini e dopo i saluti di Amadeus e del pubblico al principe Alberto di Monaco presente in teatro, è iniziata la tanto attesa gara dei 30 big.

Per primo ha cantato Sangiovanni con “Farfalle” – “Mariposas” insieme a Aitana. 

Annalisa è salita sul palco con La Rappresentante di Lista e il Coro Artemisia proponendo una grintosissima ed egregia “Sweet Dreams (Are made of This)” degli Eurythmics.

A seguire Rose Villain e Gianna Nannini che con i brani noti di Gianna che hanno fatto cantare l’Ariston nonostante alcune stonature.

Senza infamia, né lode il duetto Gazzelle-Fulminacci sulle note di “Notte prima degli esami” di Venditti.

Ottimi i The Kolors con il medley dei brani più famosi di Umberto Tozzi, presente sul palco con la sua chitarra, ma poco incisivo nel canto.

Una meritata ovazione per Alfa e Vecchioni che ci hanno regalato un’esibizione partecipata ed emozionata di “Sogna, ragazzo, sogna” brano che si è concluso con un originale inserto rap del giovane cantautore genovese. La differenza di età e lo spazio che Vecchioni ha dato ad Alfa è stato uno splendido passaggio di testimone, oltra ad un confronto tra due generazioni nel tempio della musica leggera.

Bnkr44 in “Ma quale idea” con Pino D’Angiò ci ha ricordato com’era bella la disco dance degli anni ’80. Ottima scelta!

Irama ha cantato con Riccardo Cocciante “Quando finisce un amore”. Molta energia per un risultato tutto sommato mediocre, anche se il pubblico in sala ha apprezzato molto i due artisti.

Fiorella Mannoia con Gabbani si sono auto omaggiati con un medley tra la bellissima “Che sia benedetta e Occidentali’s Karma” regalandoci un’esibizione divertente e divertita, che però non resterà nella storia del festival.

I Santi Francesi con Skin ci hanno commossi con la loro versione di “Hallelujah” di Leonard Cohen, brano che tutto il mondo conosce e apprezza e che, senza pretesa di originalità, hanno eseguito con le loro due belle voci.

I Ricchi e Poveri si sono auto celebrati con i loro successi più iconici e con l’aiuto di  Paola & Chiara coinvolgendo il pubblico in sala.

Quando Ghali con Ratchopper ha iniziato a cantare in arabo, la sala dell’Ariston si è zittita per la delicatezza del suono e l’intensità trasmessa dal rapper di origini tunisine. Nel medley, che si è concluso con “L’italiano” di Toto Cutugno, c’era tutto: il dolore del mondo e la gioia di avercela fatta da “italiano vero”.

Clara con “Il cerchio della vita” abbinata a Ivana Spagna e al Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino è stata brava in un’esibizione che, però, non ricorderemo.

Loredana Bertè ha omaggiato il grandissimo Luigi Tenco con “Ragazzo mio”, accompagnata dalla chitarra di Venerus. Il brano, con un testo sempre attuale, è stato “bertizzato” al punto da sembrare altra cosa rispetto all’originale ma il risultato finale è stato interessante.

Anche Geolier ha voluto vincere facile (infatti si è classificato primo della serata) con il  medley “Strade” con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio. Portare Guè e Luchè a Sanremo vuol dire portare sul palco la Storia del rap italiano, mentre Gigi D’Alessio è la Napoli che molti amano.

Angelina Mango ha cantato, emozionata, “La rondine” di suo padre Pino con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma e ci ha offerto un’ottima esibizione.

Alessandra Amoroso ha scaldato l’Ariston con l’energia salentina grazie al medley con Boomdabash: Lu mare, lu jentu, lu Salentu. E’ stato un bel momento.

Dargen D’Amico, con il suo omaggio a Ennio Morricone con BabelNova Orchestra ha fatto qualcosa di ambizioso proponendo i suoi testi sulle meravigliose armonie del noto compositore italiano. Scelta interessante e di grande forza evocativa. Complimenti per il coraggio e grazie per aver insistito, una volta di più, con il messaggio contro la guerra in medioriente.

Mahmood con i Tenores di Bitti ha cantato benissimo e con emozione autentica “Come è profondo il mare” e ci ha regalato qualche secondo della voce di Dalla. Bravissimo.

Mr.Rain ha cantato “Mary” con i Gemelli Diversi. Un effetto nostalgia condito da un accenno alla sua “Supereroi”.

I Negramaro con “La canzone del sole” di Battisti e la raffinata presenza di Malika Ayane ci hanno offerto un bell’arrangiamento ma mancava qualcosa. Forse un’emozione profonda.

Emma ha omaggiato Tiziano Ferro con Bresh. Ha cantato bene e il pubblico in sala ha apprezzato: Imbranato, Sere Nere e Non me lo so spiegare.

Il Volo con “Who wants to live forever” e Stef Burns hanno mostrato in una manciata di minuti tutta la loro bravura e quanto studio e quanta preparazione ci sia dietro all’apprezzato progetto internazionale.

Applausi per Diodato e Jack Savoretti, anticipati dall’attore Filippo Timi, che con “Amore che vieni, amore che vai” di De Andrè hanno cantato il grande Faber come merita.

Delirio e troppa confusione con La Sad e Rettore in “Lamette”.

Il Tre nel medley dedicato a Fabrizio Moro con Fabrizio Moro ha eseguito bene il compito ma senza arrivare al pubblico.

Grande flow per Big Mama in “Lady Marmalade” con Gaia, La Niña e Sissi. Ottima la scelta di dare spazio a donne con voci grintose e di puntare, finalmente, a un momento sensuale e girl power!

Maninni con Ermal Meta in “Non mi avete fatto niente” ci hanno regalato una bellissima esibizione e una canzone contro la guerra in un momento più che mai necessario. Ovazione del pubblico per un duetto davvero emozionante. Bravissimi.

Dalla periferia torinese Fred De Palma, nel medley con Eiffel 65, ha egregiamente mescolato il suo rap e il freestyle con la dance. Effetto nostalgia riuscitissimo. Pubblico danzante e in delirio.

A chiudere in bellezza Renga e Nek che con il medley dei loro più grandi successi hanno offerto una bellissima performance e ricevuto una sentita standing ovation nonostante l’ora tarda.

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