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martedì, Maggio 21, 2024

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SEM: “Se vai via tu” è come un un cerchio che lascia aperta la speranza -INTERVISTA

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Se vai via tu” è il disco di debutto di SEM, un giovanissimo cantautore che, a dispetto dei suoi 21 anni, può già contare su di un discreto percorso.

Lo incontrai cinque anni fa, studente liceale, intriso di musica, sempre pronto ad imbracciare una chitarra e navigare tra blues e country, seguendo modelli respirati da sempre in ambito domestico; il suo sogno e la sua passione prendono rapidamente forma, tanto da arrivare ad esibizioni importanti – tra il 2015 e il 2017 – in prestigiosi Festival quali il Tour Music Fest, Pistoia Blues, Acoustic Guitar Meeting, Arezzo Wave, Collisioni.

La sua formazione passa attraverso Sem & The Band – il gruppo con cui sperimentare e proporre il cantato in lingua inglese – sino ad arrivare all’attualità, al disco di esordio che contiene tre brani già pubblicati e sette inediti.

Il SEM di oggi è totalmente nuovo rispetto a quello che ho conosciuto: la lingua italiana ha soppiantato quella di Albione, i giri di blues e le aperture west coast hanno lasciato posto alla melodia e alla genuinità, intesa come proposizione di sé stesso, del momento contingente, del vissuto.

Il cantautore per definizione crea e poi regala la sua intimità, e SEM si racconta attraverso dieci tracce di estrema qualità (nove cantati e uno strumentale finale, atto a descrivere l’atmosfera che permea l’album).

L’intero disco appare come permeato da un certo spleen musicale, e i racconti, quelli estremamente personali, sgorgano uno dopo l’altro, regalando i sentimenti che contraddistinguono un periodo della vita potenzialmente tra i migliori, racchiuso in quelle memorie che rimarranno custodite per sempre negli archivi personali.

Tale registro dei ricordi diventa oro quando si è artisti come SEM, cioè quando i pensieri musicali diventano per sempre, e di tutti, tutti quelli che decidono di farsi coinvolgere.

Ecco un esempio video tratto dall’album, “Nuotare“.

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La vena intimistica e le sonorità accurate e di gran classe sono il comune denominatore del progetto, e gli episodi che si susseguono regalano il SEM attuale, diverso dall’esordio e sicuramente diverso da ciò che sarà, perché appare chiara la sua volontà di non prendere facili scorciatoie, di evitare i compromessi e di dedicarsi alla ricerca di sé stesso, in un modo itinerante, come itineranti sono le nostre esistenze.

Via stereotipi e immagini rassicuranti, da SEM possiamo aspettarci solo chiarezza e qualità musicale.

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Ecco cosa mi ha raccontato…

INTERVISTA A SEM

La nostra chiacchierata di cinque anni fa si concluse con una domanda relativa al futuro e la tua risposta fu, più o meno… “Nel mondo dei sogni mi piacerebbe avere successo ed essere apprezzato per le mie canzoni. So che in Italia è praticamente impossibile riuscire ad essere ascoltati da un vasto pubblico se si canta e si scrive in inglese, ma…”: cosa ti è accaduto, musicalmente parlando, in questo periodo, in cui sei passato dall’adolescenza alla consapevolezza e alla conferma delle tue passioni? 

Ho iniziato ad espandere i miei ascolti e a sperimentare di più, mettendomi alla prova sia con una nuova idea di sound che con il tentativo di scrivere testi in italiano.

Qual è stato, durante il percorso, l’avvenimento più significativo e quale l’incontro professionale che ti ha maggiormente formato e illuminato il sentiero che hai deciso di percorrere?

Sicuramente Nicola Arecco, mio amico e batterista da un po’ di anni ormai. Dal 2017 abbiamo iniziato a confrontarci molto sugli ultimi ascolti musicali di entrambi, cercando in un certo senso anche di analizzarli. Mi ha fatto vedere la musica in un modo completamente nuovo, cancellando confini e pregiudizi che spesso limitano i musicisti (e non solo).

Mi pare di aver captato che hai rinunciato a proposte che avrebbero probabilmente condotto ad una più facile visibilità, preferendo proporre la tua idea di musica, alla ricerca della “tua” qualità: come definiresti la tua filosofia musicale attuale?

Ora come ora sto cercando di proporre il mio progetto in modo chiaro e al meglio delle mie possibilità, consapevole che possa piacere come no. L’idea non è cambiata, continuo a desiderare di essere apprezzato per le mie canzoni, senza dover fare compromessi che mi portino fuori strada!

Il tuo debutto discografico si chiama “Se vai via tu”: me ne parli?

“Se vai via tu” è la somma di tanti momenti, il riassunto di un anno e di molte storie. Ho voluto raccontare quello che ho vissuto, cercando di mantenere un’atmosfera intima ed un linguaggio semplice. Più che di un “me” parla di un “noi”, con alti e bassi. Mi piace pensare questo album come un cerchio in cui l’ultimo brano è in fondo anche il primo, lasciando aperta la speranza.

Hai abbandonato la lingua inglese, con cui solitamente ti esprimevi? 

Sì, un anno fa sono arrivato al punto di voler dire più cose di quante ne riuscissi ad esprimere in inglese. In più, per ovvi motivi, non era facile comunicare alle persone qui quello che volevo raccontare, allora ci ho provato in italiano!

Chi ti ha accompagnato nel percorso realizzativo (produzione e distribuzione) e chi ha collaborato nell’album?

L’album è pubblicato con l’etichetta La Valigetta (di Marco Allegri), che ho avuto la fortuna di conoscere quasi per caso e con cui si è instaurato subito un rapporto di fiducia. È tutto autoprodotto e le registrazioni, a parte “Anche Se” e “Altro Pianeta”, che erano già stati pubblicati precedentemente, sono state fatte in casa con l’aiuto di amici. Le batterie sono state registrate da Tomaso Delfino e le voci da Edoardo Nocco. Invece il mixaggio è di Erik Thorsheim, ragazzo norvegese produttore di Boy Pablo, con cui sono entrato in contatto l’estate scorsa.

Il disco è disponibile sulle piattaforme digitali, si può trovare anche in formato fisico?

Sì, ci sono alcune copie limitate che si possono acquistare ai concerti o contattandomi!

Hai previsto concerti o momenti di pubblicizzazione?

Abbiamo delle belle sorprese per quest’estate, ma l’unica che posso dire per ora è il 9 luglio al GoaBoa festival di Genova!

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