di Mara Maionchi
L’ultima volta che ho incontrato Giorgia e’ stato sul Freccia Rossa.
Non mi ricordo più se io andavo a Roma o tornavo a Milano, mi ricordo soltanto che ci siamo trovate nella stessa carrozza e da quel momento ci siamo messe a parlare di tutto e di più, di un sacco di cose, naturalmente anche di lavoro.
Ma non è di questo che vorrei parlarvi oggi. Vorrei invece ricordare la grande emozione che provai in quel Festival di Sanremo, ormai così lontano, del 1994, quando con il Salerno la vedemmo e ascoltammo alle prove.
Restai fulminata dalla sua bravura, e al Salerno dissi la classica frase: “Quella ragazza potrebbe cantare anche le pagine dell’elenco telefonico che comunicherebbe lo stesso“.
Giorgia fa parte di una specie particolare di cantanti. È una di quelle stelle che appaiono nel firmamento della musica quando il buon Dio lo decide.
Mi ricordo anche che Popi Fabrizio, allora direttore artistico della BMG-Ariola, passò in ufficio da noi, a Milano, un paio di mesi prima del Festival, e ci fece ascoltare alcuni suoi provini in inglese, pezzi rythm & blues, se non mi sbaglio. Ci piacque molto, ma non riuscimmo a recepire completamente la sua potenza, cosa che invece, come ho già scritto sopra, accadde a Sanremo.
“E poi“, resta una canzone fantastica, di grande gusto, che resiste all’usura del tempo. Da produttore non posso non sottolineare l’eccellente lavoro svolto dai suoi primi collaboratori, Marco Rinalduzzi e Massimo Calabrese.
Chiudo pensando anche a un’altra magnifica interpretazione di Giorgia, quel “Nessun Dolore” di Battisti che lei ha fatto sua in modo spettacolare. L’ho sempre seguita, la seguo tuttora, sempre curiosa di ascoltare la sua evoluzione musicale, e l’apprezzo perché fa scelte coraggiose, senza farsi risucchiare dalla banalità.
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VIDEO: Sanremo Top ’94 , Giorgia- E POI
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