La 74esima edizione del Festival di Sanremo, la quinta guidata da Amadeus, è andata in onda ieri sera su Rai 1. Sono saliti sul palco ben 30 artisti e alla co-conduzione c’è stato uno straordinario Marco Mengoni.
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Sono le 20,47 del 6 febbraio 2024, Stefano Vicario accende le telecamere che inquadrano la sontuosa e barocca scenografia disegnata da Gaetano e Chiara Castelli, le luci che rendono ancora più avvolgente lo spazio sono dirette da Mario Catapano. La serata è lunga, le canzoni in gara sono, com’è noto, trenta, l’apertura del Festival è affidata alla fanfara dei Carabinieri che all’esterno dell’Ariston esegue “La fedelissima”.
È un fedelissimo Marco Mengoni vincitore della precedente edizione ad annunciare sul palco l’ingresso di Amadeus giunto alla sua quinta edizione di seguito, il primo finora ad avere presentato e contemporaneamente diretto il Festival per cinque volte di fila.
Marco Mengoni a sipario chiuso, emozionato ma sicuro di sé, entra in scena e annuncia: “Che abbia inizio la settantaquattesima edizione del Festival di Sanremo”, il maestro Leonardo De Amicis accende l’orchestra ed entra in scena Amadeus: “tra un attimo nulla sarà come prima“, stasera vota la sala stampa composta da giornalisti della tv, della carta stampata e del web.
La presentazione è dinamica, si comincia subito con la prima artista in gara, è la volta di Clara con Diamanti Grezzi, arriva da Sanremo Giovani, scrittura moderna, una musica che già sembra pensata per andare in radio, la dirige il maestro Chiaravalle, lei impeccabile in un pezzo veloce e non facile da eseguire che canta alla perfezione, voto 6. Non sono ancora le 21 e si passa al secondo cantante in gara, entra in scena Sangiovanni con una ballata morbida, gradevole ma spenta, per “Finiscimi” voto 4½.
Entra vestita di bianco una regina della musica, è la volta dell’immensa Fiorella Mannoia con una ballata intensa e coinvolgente, il pubblico applaude a ritmo, una canzone che sembra un omaggio a Fabrizio De Andrè, voto 8.
Dopo un ingresso a sorpresa di Zlatan Ibraimović che dopo un breve siparietto si siede in prima fila, qui la prima inquadratura per Josè, figlio di Amadeus, a quanto pare ha contribuito a scegliere i brani anche per questa edizione, suo padre per ringraziarlo gli ha evidentemente regalato un completo azzurro damascato nello stile delle giacche che indossa durante “Affari tuoi”.
Dopo questa pausa si continua con la gara con La Sad che portano il brano Autodistruttivo in perfetto stile punk, il cantante ha perso più tempo per pettinarsi che per scaldare la voce, in scena entrano dei figuranti a sostegno del telefono amico contro il suicidio, se non fossimo in tempo di politically correct potrei scrivere “forse pensavano che qualcuno, dopo avere ascoltato il loro brano, avrebbe compiuto un gesto estremo”, ma non lo posso scrivere, quindi mi limito a dare un voto per il brano: 5½.
La gara fa una pausa, entra in scena Marco Mengoni che canta facendosi aiutare dal pubblico la sua “Due vite”, per lui la prima standing ovation.
Riprende la gara con Irama che porta “Tu no”, sembra un “per me è un no, ricevuto ad un talent show, bravo è bravo, ma il pezzo ho come l’impressione che non parte, voto 5.
Si continua senza sosta con Ghali che canta una fresca ma prevedibile “Casa mia”, un brano che rispetto al cantante non segna né un passo avanti, né un passo indietro: voto 5½.
Una pausa pubblicitaria, si ha il tempo di fare reset per andare avanti, finora tutte canzoni con un ritmo incalzante, un po’ uguali tra loro, a differenza della canzone di Fiorella Mannoia, che ha una canzone un po’ uguale ad un brano di De Andrè.
Si continua con i Negramaro che iniziavano la loro carriera da questo palco, dice lo stesso Amadeus, diciannove anni fa, spettacolari dalla prima note, il brano ha la freschezza e la pulizia di un brano da super ospiti e non da artisti in gara: voto 9.
Si continua con l’ottava artista in gara, torna a Sanremo per la sesta volta, senza che finora abbia lasciata il segno, Annalisa che porta il brano “Sinceramente” porta un brano che sembra dare dignità alla vocalità dell’artista ligure, idea subito spezzata quando, quando, quando, quando… comincia a cantare “quando, quando, quando, quando…”, deludente, voto 5.
Entra in scena la signora Daniela che mostra una forza e un coraggio immenso per ricordare il figlio Giovanbattista Cutolo, l’orchestra intona una composizione del ragazzo che studiava al Conservatorio e, se non fosse stato ucciso da un inutile gesto di violenza, sognava di suonare proprio in quell’orchestra.
La gara fa una pausa con un siparietto evitabile con Marco Mengoni, con dei vetrini scende in platea e distribuisce vetrini che hanno funzione di preservabacini, è in questo modo che bacia Giovanna Civitillo, moglie di Amadeus che a sua volta bacia, sempre munito di vetrino, Simona Ventura, seduta in prima fila e Alba Parietti a casa!
Si prosegue col nono cantante in gara, Mahmood porta la sua “Tuta gold”, non quella di Achille Lauro indossata ad un Festival di qualche anno fa, un brano che porta in scena un Mahmood non all’altezza dei Mahmood che abbiamo conosciuto negli scorsi festival, voto 6.
Si continua con Diodato che riporta l’ordine in scena, la sua “Ti muove” fa brillare l’orchestra che tutti gli artisti hanno a disposizione ma che solo lui, pare, sappia apprezzare, voto 7.
Loredana Bertè è “Pazza”, e lo è alla grande, entra in scena raggiante, un pezzo moderno, attuale che lei fa alla grande, per lei l’applauso più grande e l’abbraccio dell’Ariston, voto 9.
Si prosegue con Geolier che porta il suo rap napoletano “I p’ me, tu p’ te”, testo incomprensibile, non per colpa della scansione delle parole, come avviene di solito con i cantanti che biascicano, non è questo il caso, ma perché canta in una lingua meravigliosa, il napoletano, che ha tutta l’aria di essere una lingua internazionale, voto 5½.
Arriva sul palco Alessandra Amoroso, la bellezza del brano si percepisce dalle prime note, Alessandra con “Fino a qui” si consacra signora della musica italiana, voto 9.
I The Kolors portano “Un ragazzo, una ragazza”, no, questa non è Ibiza, non è il Festival Bar, questo è Sanremo e il gruppo porta un brano che strizza l’occhio al successo della scorsa estate senza essere convincente allo stesso modo, voto 6½.
Entra una raggiante Angelina Mango, quel palco è di famiglia e lei lo calca con disinvoltura, brano interessante ma che premia più la presenza scenica che le qualità vocali di Angelina, voto 7.
Il Volo fa continuare la gara col loro “Capolavoro”, sembra più anticipare un’opera teatrale che un lavoro discografico, sembra che i tre ragazzi vogliano cambiare strada. Una sperimentazione che sembra ben riuscita, voto 7.
Si prosegue con BigMama, l’anno scorso su questo palco nella serata delle cover assieme con Elodie, stavolta in gara con “La rabbia non ti basta” e non le basta questo brano per distinguersi dal livello di hit estiva che un tempo gli artisti riservavano al compianto Festival Bar. Ma lei ha grinta, carattere e talento, e si farà sicuramente. Voto 6½.
Arrivano i Ricchi e Poveri che fanno i Ricchi e Poveri, la loro “Ma non tutta la vita” fa ballare tutto l’Ariston, Amadeus per l’occasione sale in galleria e presenta il prossimo cantante dall’alto, per loro intanto (dato col cuore, cit.) voto 8.
Emma porta Apnea, è evidente che Emma stia sperimentando, che vuole cambiare strada, un brano che strizza l’occhio alle mode attuali, io ascolto a stento e resto in apnea, voto 5.
L’unione fa la forza, bene questo duetto di Renga e Nek sembra la negazione di questo detto, la famosa eccezione che conferma la regola, brano che poteva essere portato su quel palco da uno dei due, voto 5.
Mr. Rain torna sul palco dell’Ariston dopo il successo dell’anno scorso, è evidente che in “Supereroi” i bambini del coro avevano fatto la differenza, “Due altalene” è talmente delicata che risulta debole, voto 4.
Si va avanti con Bnkr44 che portano “Governo Punk”, più che l’esecuzione di una band sembra che un gruppo di scioperanti stia lì per non si sa quale giusta causa, voto 4.
Gazzelle canta “Tutto qui”. Lui è la quota indie di questa edizione del Festival. Sicuramente nella sua carriera Gazzelle ha fatto di meglio, ma il Palco dell’Ariston schiaccia tutto e tutti. voto 6.
Dargen D’Amico ha proposto “Onda alta”.
Il simpatico Dargen continua a dire che sta per arrivare l’onda alta, rimpiango Francesco Salvi con “C’è da spostare una macchina”. Io aspetto che arrivi l’onda per mettere fine a questo strazio. Voto 3
Presentata come un’artista internazionale, Rose Villain, che pare abbia studiato all’estero, ci dà il polso della situazione ed è chiaro che, se questo è quello che avviene all’estero, in Italia non siamo messi così male! Voto 6.
Con i Santi Francesi si torna a far musica la loro “L’amore in bocca” non lascia con l’amaro in bocca, voto 7.
Interessante l’arrangiamento diretto dal maestro Chiaravalle, i violini si fondono col ritmo frenetico del pezzo, Fred De Palma porta “Il cielo non ci vuole”, per lui voto 7.
Si continua con Maninni che porta “Spettacolo”, una ballata intensa che è ha il sapore di un brano d’altri tempi, voto 8.
Siamo al penultimo cantante in gara, Alfa, che l’anno scorso non aveva potuto partecipare perché con la febbre, chiude il brano e lascia i fiori ad un professore d’orchestra, scambia un contrabbasso per un violino e poi per un violoncello, è chiaro che il ragazzo ha qualche problema con gli strumenti dell’orchestra, “Vai”, come dice la sua canzone, voto 6.
Chiude la lista delle trenta canzoni Il Tre con “Fragili” e fragile non lo è per niente, convince anche se nel ritornello mi ricorda “Cenere” brano portato l’anno scorso al Festival da Lazza, per lui voto 6.
Sono le due, la serata si chiude incredibilmente nell’orario previsto, ecco la top five della sala stampa:
- Loredana Bertè con Pazza
- Angelina Mango con La noia
- Annalisa con Sinceramente
- Diodato con Ti muovi
- Mahmood con Tuta gold
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