Pippo Pollina: “Laddove la politica e la religione, impegnate ad ossequiare la moderna economia come fosse una divinità indiscutibile, non riescono più a fornire gli elementi per una piattaforma di idee e di valori sufficienti, forse allora tocca a noi artisti indicare una strada possibile. Disegnare un percorso per un futuro di pace e di incontro fraterno. Tracciare quel segno che conduce, come gli antichi ben sapevano, nella direzione del sole”.
Era da tempo che volevo scrivere di questo cantautore incontrato per caso nel mio peregrinaggio virtuale sei anni fa. La sua produzione artistica, la sensibilità e la bravura unite alla mia incompetenza in materia, hanno impedito per qualche tempo di avvicinarmi a lui, tanto da raccontarvi quanta bellezza riesce a portare nelle sue canzoni Pippo Pollina.
Ho atteso, paziente, che in Italia ci fosse un risveglio dell’arte cantautorale tale da rendere finalmente giustizia a questi cantori: cesellatori di parole all’ombra di una melodia d’autore.
Mi sentivo inadatta a parlare di chi da anni, e in italiano, avvolge di bellezza alcuni paesi del nord Europa ed è pressoché sconosciuto alla maggior parte del pubblico nostrano. Ho atteso che la curiosità dell’evento di Verona o la tardiva attenzione del Premio Tenco facessero da giusta cassa di risonanza ad un artista che merita tutta la nostra attenzione e il nostro rispetto.
Ho atteso perché, ad artisti di questo livello, ci si può accostare solo per competenza, per cui Pippo, mi perdonerai se parlo di te da tua estimatrice e non come meriteresti, da giornalista del settore.
Chi mi conosce sa quanta attenzione io ponga agli artisti italiani apprezzati all’estero, conosce la mia dedizione nel cercare di proporli qua e là nello specchio virtuale che oggi è tanto diffuso; chi mi conosce sa con quale delicatezza e in punta di piedi io mi accosti a chi considero di grande valore.
E Pippo ha un posto d’onore, ve lo posso assicurare!
L’occasione è però propizia al mio scrivere. Una cara amica “virtuale” (e oggi reale) con la quale spesso mi soffermo a parlare di musica e di artisti poco noti, ha avuto la possibilità di conoscere questo cantautore attraverso i nostri ascolti consigliati e non ha perso l’occasione di partecipare a un suo concerto in Italia. Non mi dilungo sull’apprezzamento e il contestuale ringraziamento da parte di questa cara amica, quanto sul mio stupore, rivolto al dono inatteso: il suo cd, autografato, dedicato a me che qualche volta l’ho anche tediato! Un’emozione indescrivibile…
“Il Sole che verrà”, uscito il 13 gennaio 2017, è come un raggio caldo, forte e nel contempo delicato, che ti riempie l’anima di luce. Traccia dopo traccia delinea un solco di speranza per il giusto cammino tra gli uomini e le loro culture in questi tempi infausti.
Pippo Pollina nasce a Palermo nel 1963. Cresce e studia nel capoluogo siciliano frequentando la facoltà di giurisprudenza e l’accademia “Amici della musica” con studi di chitarra classica.
A quel tempo risale la fondazione di una realtà culturale e musicale che andrà sotto il nome di “Agricantus”, gruppo di ricerca popolare in primo luogo legata alle tradizioni dell’America latina e conseguentemente a quelle siciliane e più in generale del Sud-Italia. Con gli Agricantus Pippo muoverà le sue prime esperienze concertistiche in Italia e all’estero, in sei anni (1979-1985) di intensi viaggi.Formativa e importante per il personaggio è anche la breve ma profonda esperienza giornalistica in seno al mensile “I siciliani”, dissacratorio e innovativo periodico diretto dallo scrittore Giuseppe Fava che per le sue coraggiose indagini su mafia e politica viene assassinato a Catania nel 1984. Il clima fortemente repressivo e corrotto degli anni 80 e la mancanza di orizzonti più rosei nel panorama politico nazionale, uniti ad una profonda curiosità per tutto ciò che è nuovo e avventuroso, inducono improvvisamente Pippo Pollina ad interrompere i suoi studi, a staccarsi dagli Agricantus e a lasciare l’Italia alla fine del 1985. Comincia così una fase libera e transitoria dell’artista che soggiorna per circa due anni, in un viaggio senza una meta precisa, in quasi tutti i paesi Europei: dall’Ungheria e la ex DDR all’Inghilterra e la Francia, dall’Austria all’Olanda passando per la Germania e la Svizzera fino alla Scandinavia. Tutto ciò suonando in strada, nei metrò, nei ristoranti. Ovunque sia possibile raccontare delle storie e raccoglierne altre. La musica è il gran ponte comunicativo che rompe barriere, distrugge i pregiudizi e costruisce nuovi linguaggi inesplorati. Notato per caso da Linard Bardill, celebre cantautore svizzero tedesco, durante una delle sue esibizioni di strada a Lucerna, Pollina viene invitato dallo stesso a partecipare ad un progetto discografico e concertistico in lingua ladina. La tournèe promozionale toccherà in circa 60 concerti tra la Svizzera il Belgio e la Germania. Nel gennaio 1986 esce il suo primo album personale dal titolo “Aspettando che sia mattino” e con l’etichetta svizzera Zytglogge inaugura una stagione artistica che lo vede presente ininterrottamente fino a tutto il 1988 con il primo spettacolo da solo in Svizzera e in Austria.
Con l’uscita del suo terzo album “Nuovi giorni di settembre”, che presenterà fino alla fine del 1992, Pollina si esibirà in importanti festival Svizzeri quali l’Open air di St. Gallen e quello di Lugano al fianco di personaggi internazionali come Van Morrison e Tracy Chapman.Del fatto viene a conoscenza durante un soggiorno a Bruxelles, in qualità di europarlamentare, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, politico celebre per la sua opera rinnovatrice e per il suo impegno contro la criminalità organizzata. Orlando si chiederà in quel contesto come mai Pollina sia sconosciuto in patria; perchè nessuno in Italia e a Palermo conosce la sua strana vicenda artistica? Di questo i due parleranno in quella notte di Bruxelles nell’autunno del 1997, data in cui Pollina decide di ritornare a suonare in Italia, o meglio di ricominciare da capo. Orlando presiede una conferenza stampa a Palermo nella prestigiosa Villa Niscemi in presenza di Bardill (primo scopritore di Pollina), dell’assessore alla cultura di Zurigo, Nicolas Bärlocher; degli editori tedeschi della Facteon, del giornalista autore di “Camminando camminando” Vigne e di uno stuolo di giornalisti della carta stampata e della TV dalla Germania, dalla Svizzera e stavolta dall’Italia. “La repubblica” prestigioso quotidiano e la televisione RAI 1 riprendono l’evento con interesse. Segue una mini tournèe quasi improvvisata con tappe a Roma, Napoli, Caserta e naturalmente a Palermo. Nel 1998 il CD “Il giorno del falco” esce finalmente anche in Italia distribuito dalla SONY International. In quell’anno Pollina si divide fra due progetti. Uno invernale nei teatri con la lettura di “Camminando camminando” in duo con il chitarrista argentino Pablo Miguez, e l’altro estivo in Italia con la presenza in importanti Festival insieme ad un quartetto e al sassofonista americano Charlie Mariano in veste di ospite d’onore. Nei primi mesi del 1999 viene pubblicato in Italia (Einaudi editore) un volume dal titolo “Storie eretiche di cittadini per bene” scritto dal sociologo e parlamentare Nando Dalla Chiesa in cui un intero capitolo è dedicato alla vicenda umana e artistica di Pollina.A fine estate del 1999 Pollina pubblica “Rossocuore”, settimo album del siciliano che esce in contemporanea anche in Italia. La partecipazione di oltre 35 musicisti, di alcuni elementi dell’Orchestra filarmonica di Zurigo, dell’Organo Hammond di Matt Clifford (RollingStones), della ritmica di Saturnino e Pier Foschi (Jovanotti), di quella di Walter Keiser (Vollenweider) e sopratutto delle voci di Jose Seves (Inti-Illimani) e di Franco Battiato e Nada, fanno di Rossocuore una delle produzioni più interessanti registrate in Svizzera nel 1999. La tournèe in sestetto toccherà le principali città nei paesi dove esce il CD in 100 concerti. Il videoclip “Finnegan’swake” interpretato insieme al celebre Franco Battiato guadagna l’alta rotazione in tutti i Network video in Italia e in Svizzera.
Ha una lunga e interessante biografia, Pippo Pollina (pippopollina.com/it/biografia/), tante collaborazioni illustri, un canzoniere di circa 200 brani incisi nel solco di 19 album. Oltre 4.000 concerti in Italia, Germania, Austria, Francia, Svizzera, Olanda, Svezia, Belgio, Egitto e U.S.A.
Svariati premi della critica in rinomate rassegne musicali sia in Italia che all’estero lo indicano come uno dei depositari della tradizione della grande canzone d’autore italiana. Ed io sono perfettamente d’accordo!
Ci sono tanti artisti che non si crogiolano nella facile cattura del pubblico scimmiottando canzoni che nulla hanno a che fare con le proprie origini, con la propria lingua, con quella cultura italiana che a volte viene volutamente taciuta per quante volte è stata depredata, ingiuriata, violentata da fatti politici che nulla hanno a che fare con l’arte, la musica, la poesia …quella bellezza di cui l’Italia dovrebbe farsi vanto assoluto nel mondo. Facile buttar giù quattro accordi efficaci e puntare all’estero cantando in inglese… meno facile è la ricerca di un proprio spazio nella propria lingua, nei suoni mediterranei ma moderni; la ricerca di sonorità stimolanti anche per chi l’italiano non lo conosce e deve amare prima la melodia e poi capire la profondità della poetica dei testi.
Merito dunque ad artisti come Pippo Pollina, Gianmaria Testa (ormai scomparso) e a tanti altri che, senza mai arrendersi, hanno disegnato un loro cammino con orgoglio fuori dal nostro paese sperando di essere un giorno anche profeti in Patria.
Con altrettanto orgoglio, vorrei che scopriste la raffinatezza di questo album, nel quale, il tema della speranza per futuro migliore, delinea un percorso di rinascita interiore che passa attraverso la scoperta delle proprie radici che, apparentemente sembrano differenziarci, ma che in realtà sono più comuni di quanto pensiamo: il destino ci vede tutti interpreti di una medesima traiettoria, indipendentemente da ciò che sembra distinguerci gli uni dagli altri.
“Laddove la politica e la religione, non riescono più a fornire gli elementi per una piattaforma di idee e di valori sufficienti, forse allora tocca a noi artisti indicare una strada possibile. Disegnare un percorso per un futuro di pace e di incontro fraterno. Tracciare quel segno che conduce, come gli antichi ben sapevano, nella direzione del sole”.
Tracklist “Il Sole Che Verrà” – Pippo Pollina
- Potrò mai dirti
- A mani basse
- Andarsene d’estate
- Il nibbio
- Eppure si muove
- Cento chimere
- Divertimento latino
- Rugiada sui tetti
- E laggiù le lampare
- Io non ho paura
- Nell’infinito
- Il sole che verrà
- Ancora una
Pippo Pollina sarà in Tournée in Italia con “30 anni camminando”:
11 Novembre 2019 – Teatro Vittoria – Torino
20 Novembre 2019 – Auditorium San Fedele – Milano
21 Novembre 2019 – Teatro Comunale – Porto San Giorgio
22 Novembre 2019 – Auditorium – Scandicci (Firenze)
23 Novembre 2019 – Teatro Stimmate – Verona
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