Veramente assurdo il cartellone dei partecipanti di quest’anno al Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni: 77 sono gli artisti uomini che si alterneranno sul palco, mentre le donne saranno solo 4 e quest’ultime fanno parte di 3 gruppi dove ci sono anche uomini (leggi nostro articolo); per cui di artiste soliste sul palco non ce ne saranno.
Sembra quasi un evento organizzato in Afghanistan.
Questa situazione ha fatto discutere e indignare non poco, ma più di tutti ha fatto discutere la poco plausibile giustificazione data dagli organizzatori (iCompany con Massimo Borelli), ossia che le 10 artiste contattate non erano disponibili.
Ma fosse anche vero, perché non sono state contattate altre artiste? Non è ammissibile una cosa del genere, soprattutto se si tiene in considerazione che il Concertone è promosso da associacioni sindacali come la CGIL, CISL e UIL che dovrebbero garantire uguaglianza e parità.
E così, giustamente, molte artiste non ci stanno e a poca distanza da Piazza San Giovanni, all’Angelo Mai organizzano perprotesta un concertone alternativo del Primo Maggio (inizio alle ore 18 in Viale delle Terme di Caracalla, 55, a Roma) tutto al femminile, tanto per far capire agli organizzatori dell’evento al “maschile” che andrà in onda su Rai Tre, che di donne che scrivono musica, che cantano e suonano, ce ne sono tantissime in Italia.
L’evento al femminile, organizzato in pochissimo tempo, è nato da un’iniziativa delle artiste Diana Tejera (cantautrice romana e frontwoman dei Plastico), Beatrice Tomassetti, Angela Baraldi (pupilla di Lucio Dalla), con l’aiuto di altre cantautrici (Mimosa Campironi, Maria Pia De Vito, Nathaly, Mara Redeghieri e tante altre). Ora la protesta si sta diffondendo a macchia d’olio, e a nulla è servito l’affidamento della conduzione dello storico concertone di Piazza San Giovanni ad Ambra Angiolini (insieme a Lodo Guenzi).
Diana Tejera, in una intervista, ha dichiarato che il controconcertone “è il frutto di una reazione indignata ma è soprattutto l’idea di mettere in piedi una provocazione […] abbiamo scelto di dare un segnale forte per rispondere ad una disattenzione che evidenzia tutto il sessismo ancora esistente nel nostro paese […] ‘10 artiste contattate non hanno dato la loro disponibilità’ sembra un po’ debole. Una spiegazione che non ci convince visto che solo in pochi giorni noi ne abbiamo contattate molte di più. Siamo arrivate a 26 artiste in poche ore, tanto da dover anticipare l’inizio delle esibizioni […] In questo paese la parità tra i generi è un miraggio tanto da non balzare agli occhi neanche di una iniziativa come quella di San Giovanni, così esposta e importante. Sul piatto c’è sempre l’enorme gap tra i generi, in tutti gli ambiti anche quello lavorativo. In questo l’arte non fa eccezione”. Tejera ha inoltre aggiunto che “da anni il concerto di piazza San Giovanni si è trasformato in una passerella televisiva e, via via, i temi del lavoro, della parità di genere e della giustizia sociale sono stati messi in secondo piano […] Quella all’Angelo Mai sarà una festa in concerto ideata con rapidità reattiva ed entusiasmo animato dallo sdegno crescente per l’ennesima affermazione della cultura sessista che, nel nostro Paese, facciamo fatica a estirpare”.
Angela Baraldi ha aggiunto: “Non ci stiamo: è un controsenso che anche sul palco dei sindacati confederali, sempre attenti alle questioni di genere, si perpetui una contraddizione così assurda”.
Le prime artiste che hanno aderito all’iniziativa sono Mimosa Campironi, Maria Pia De Vito, Nathalie, Mara Redeghieri, Ivana Gatti, Barbara Eramo, Livia Ferri, Merel Van Dijk, Eleonora Bordonaro, Francesca De Fazi, Margherita Vicario, Andrea Mirò, Silvia Oddi, Dalise, Giulia Mei e Ilaria Graziano. Altre artiste si stanno aggiungendo in queste ore.
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