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THE BEATLES STORY, Parte 3rza – Stu, il quinto Beatle

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Continua la straordinaria e magica storia dei Beatles con la terza parte (leggi il racconto della 2nda parte) in cui viene ricordato quello che tutti considerarono, tra il ’60 e il ’61, il quinto BeatleS, Stuart Sutcliffe, morto giovane a soli 22 anni per una emorragia cerebrale tra le braccia della sua ragazza, la fotografa tedesca Astrid Kirchherr.

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Stuart Fergusson Victor Sutcliffe, detto Stu, nato a Edimburgo il 23 giugno 1940, era un compagno di corso di John Lennon al Liverpool College of Art. Talentuoso pittore eclettico e poliedrico, appassionato dei capolavori di Van Gogh e Cézanne, culturalmente impegnato, simpatizzante del movimento Underground e della Beat Generation americana, curato nell’aspetto ispirato al personaggio di James Dean, conquistó immediatamente la simpatia di John  diventandone amico inseparabile.

Nel gennaio del 1960 era riuscito a vendere per 65 sterline alla John Moore Foundation un suo quadro esposto presso la Galleria d’Arte Walker di Liverpool. John lo convinse ad investire questa somma per l’acquisto di un basso Hofner President ed entrare a far parte del gruppo, nonostante sapesse a malapena suonare, ma grazie al suo fascinoso aspetto bohémien e soprattutto allo stretto legame di amicizia con John venne accettato anche dagli altri.

Ma i quattro ragazzi, privi di un batterista, faticavano a trovare scritture e passavano le giornate ammazzando il tempo al Jacaranda Coffee Club, un bar frequentato da studenti, musicisti, perdigiorno ed immigrati caraibici residenti nella zona, che durante il giorno serviva caffè e spuntini mentre la sera vi si svolgevano serate danzanti con musica dal vivo, il cui proprietario Allan Williams tollerava la loro quotidiana ed assai poco redditizia presenza in cambio delle loro prestazioni i lunedì sera (giorno di riposo della band caraibica che vi si esibiva regolarmente) e di saltuari lavoretti come la decorazione dei bagni e dello scantinato del locale, realizzata con dei murales da Stuart e dal suo amico Rod Murray con la collaborazione di John, Paul e George.

Nel 1995, durante i lavori di ristrutturazione del locale, in seguito alla rimozione di alcuni pannelli di legno sono stati riscoperti e restaurati i murales originali.

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Allan Williams nello scantinato del Jacaranda, alle sue spalle i murales di Stu Sutcliffe

Durante le vacanze pasquali del 1960, John e Paul raggiunsero in autostop il Berkshire, nel sud dell’Inghilterra, per trascorrere qualche giorno presso la cugina di Paul che gestiva col marito il pub Fox and Hounds di Caversham. Per una settimana lavorarono dietro al bancone, in cambio poterono esibirsi per due sere nel fine settimana col nome Nerk Twins per intrattenere i clienti con un repertorio di canzoni country e rock’n’roll.

Verso la metà di marzo Larry Parnes, uno dei più importanti impresari di musica pop in Gran Bretagna, organizzò all’Empire Theatre di Liverpool uno spettacolo con diversi protagonisti fra cui Eddie Cochran e Gene Vincent. Il successo fu enorme e Allan Williams ci vide un’opportunità per farci soldi, tanti soldi.
Si mise quindi in contatto con Larry Parnes proponendogli di organizzare insieme un altro spettacolo con le due star ed alcuni artisti locali a fare da spalla, da tenersi il 3 maggio al Liverpool Stadium, un luogo dove normalmente si svolgevano incontri di pugilato.
Purtroppo il 17 aprile Eddie Cochran perse la vita in un incidente stradale di ritorno da un concerto a Bristol in compagnia di Gene Vincent, che rimase ferito.

Rassicurato sulle condizioni di Gene Vincent, che sarebbe stato in grado di esibirsi per la data stabilita, Larry Parnes decise di riempire il vuoto in scaletta con altri gruppi locali, rimanendo favorevolmente impressionato dal livello di preparazione degli stessi, tanto che decise di organizzare un’audizione per reclutare gruppi che accompagnassero in tour i cantanti solisti della sua scuderia.

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Stu, John, Paul, Johnny Hutchinson e George durante l’audizione per Larry Parnes

Essendo ancora senza un batterista fisso gli ex Quarry Men  non vennero scritturati per il concerto del 3 maggio, ma si presentarono alla successiva audizione del 10 maggio.

Nel frattempo Allan Williams era riuscito a trovar loro un batterista, Tommy Moore, di una quindicina d’anni più vecchio di loro, ma pur sempre un batterista con strumento proprio. Nonostante le perplessità suscitate dalla palese scarsa dimestichezza di Stu col basso, goffamente mascherata esibendosi dando le spalle al pubblico, e dal ritardo di Tommy Moore che raggiunse il gruppo ad audizione già finita, sostituito da Johnny Hutchinson, batterista di Cass & The Cassanovas, Larry Parnes decise di scritturarli per accompagnare il cantante Johnny Gentle in un breve tour nel nord della Scozia; il compenso fu stabilito in 18 sterline settimanali a testa, più una parte delle spese.

Alla ricerca di un nome che sostituisse l’ormai obsoleto Quarry Men, fu proprio Stu a suggerire Beetles, ispirandosi ai Crickets che accompagnavano Buddy Holly, ma John lo cambiò subito in “Beatles con la a” con riferimento alla Beat Generation, anche se venne definitivamente adottato solo a partire dal mese di agosto, in occasione del primo ingaggio ad Amburgo, dopo una serie di variazioni quali Beatals, Silver Beats, Silver Beetles e Silver Beatles.

Prima di partire in tour con Johnny Gentle, vennero inseriti da Brian Kelly, un organizzatore di feste da ballo, nel programma di una serata alla Lathom Hall, il 14 maggio, che prevedeva la partecipazione di altri gruppi pìù rodati, mentre a loro era riservato uno spazio a mo’ di audizione durante l’intervallo. Discordanti i pareri sull’esito dell’audizione, di fatto Brian Kelly li scritturò per il ballo da tenersi il sabato successivo, 21 maggio, ma per quella data i Silver Beatles erano già partiti per il tour scozzese con Johnny Gentle, dimenticandosi di avvisare Kelly.

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Johnny Gentle e George Harrison durante il tour scozzese

Il tour si svolse dal 20 al 28 maggio e fu un disastro totale, mal organizzato dall’impresario, che aveva fissato le date senza tener conto degli spostamenti, obbligandoli a ripercorrere le stesse strade più volte avanti e indietro, da un capo all’altro della Scozia nordorientale (le cosidette Highlands), e mal gestito dagli inesperti ragazzi che dopo soli tre giorni erano già rimasti senza soldi, costringendoli a forzati digiuni ed a fuggire dall’albergo senza pagare il conto.

Per di più, durante una trasferta da un paese all’altro, Johnny Gentle aveva voluto guidare il furgone stracarico di strumenti e suonatori nonostante fosse alticcio ed andò a tamponare un’auto ferma allo stop. Il batterista Tommy Moore ebbe la peggio, venendo centrato in pieno viso da una chitarra vagante. Ricoverato all’ospedale più vicino, venne costretto dal proprietario del locale a dimettersi, nonostante fosse sotto l’effetto dei sedativi e privo degli incisivi, per recarsi a suonare la sera stessa.

Tornati a Liverpool più poveri di quando erano partiti, sporchi, affamati ed avviliti, ma resi più duri dalla poco esaltante esperienza, ritrovarono Allan Williams che, oltre a farli suonare i lunedì al Jacaranda, aveva procurato loro alcune serate tramite l’impresario Les Dodd in alcune sale da ballo del Merseyside.

Esordirono il 2 giugno all’Institute di Neston per un compenso di 10 sterline, di cui una a titolo di commissione ad Allan Williams, e furono confermati per altre 6 serate ogni giovedí successivo.

Sabato 4 giugno nuovo esordio alla Grosvenor Ballroom di Wallasey, altro locale di Les Dodd i cui frequentatori sembravano preferire le scazzottate al ballo, usando la pista come scenario per le frequenti sanguinose risse, mentre la band sul palco continuava a suonare imperterrita.

Vi tornarono il lunedì successivo, 6 giugno, dividendo per la prima volta il palco con Gerry & The Pacemakers, cosa destinata a ripetersi diverse volte in futuro.

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I Beatles e i Gerry & The Pacemakers

Il successivo sabato 11 giugno si ritrrovarono nuovamente senza batterista. Tommy Moore non si presentò al Jacaranda, dove avevano appuntamento per recarsi poi alla Grosvenor Ballroom.
Recatisi a casa sua insieme ad Allan Williams, trovarono solo la sua ragazza che li mandò al diavolo, annunciando che Tommy non avrebbe mai più suonato con loro perché aveva trovato un lavoro serio in una fabbrica di bottiglie. Si precipitarono quindi tutti insieme alla fabbrica, dove trovarono Tommy alla guida di un carrello elevatore, ma questi non si lasciò convincere.
Arrivarono quindi alla sala con la batteria, ma senza batterista.

Per calmare e cercare d’ingraziarsi i turbolenti clienti del locale, John annunciò al microfono il contrattempo chiedendo se in sala ci fosse qualcuno in grado di sostituire il defezionario Tommy; si fece avanti Ronnie, un gigantesco teddy boy capo della banda locale, che si sedette dietro la batteria autoproclamandosi nuovo batterista del gruppo. Purtroppo non aveva mai suonato la batteria in vita sua e ci volle tutta la diplomazia di Allan Williams per convincerlo a desistere dal proposito, liberando gruppo e strumentazione da un’incresciosa situazione.

Fortunatamente trovarono un sostituto in Norman Chapman, un corniciaio restauratore che suonava la batteria per hobby e che si esercitava nel suo ufficio/labotarorio poco distante dal Jacaranda.
Accettò di entrare nel gruppo e suonò con loro giusto tre o quattro volte, prima che gli arrivasse la cartolina per il servizio militare di leva.

In totale suonarono 10 volte in questo locale prima che venisse bruscamente chiuso in seguito alle proteste degli abitanti della zona a causa delle continue risse.

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Paul e Tommy Moore

Nuovamente senza batterista e senza scritture, l’unico altro ingaggio che rimediarono venne offerto da Allan Williams, che aveva da poco aperto un club illegale di striptease nello scantinato di una vecchia casa vittoriana in Upper Parliament Street, una delle zone più sordide di Liverpool. I ragazzi inizialmente rifiutarono, ma la promessa di  un compenso quotidiano di 10 scellini a testa li convinse ad accettare e per una settimana accompagnarono una spogliarellista di nome Janice, tutti stretti su un palco di due metri quadrati, di fronte ad un pubblico di soli uomini che ben poca attenzione prestavano alla loro musica.

Nel frattempo la Royal Caribbean Steel Band, il gruppo che suonava quotidianamente al Jacaranda, aveva improvvisamente fatto armi e bagagli per trasferirsi in Germania, ad Amburgo, allettati dall’offerta di un manager tedesco.
Per niente pentiti e senza alcun rimorso, scrissero anzi una lettera ad Allan Williams in cui descrivevano un ambiente stimolante e sfrenato, esaltando la bella vita, soldi facili e donne ancor più facili, suggerendogli di venirci a dare un’occhiata per rendersi conto di persona.

La cosa incuriosì Allan che si organizzò per  intraprendere un viaggio da cui scoccò una scintilla che avrebbe cambiato la Storia degli anni a venire…

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