di: Marco Volpato
Florence Foster Jenkins è un film diretto da Stephen Frears, non è semplicemente una biografia sulla vita della cantante, bensì è un vero film d’amore.
Amore per la musica.
Complice una strepitosa Meryl Streep, che trasforma in oro qualsiasi sceneggiatura tocchi, un turbine di emozioni, un vortice che devasta l’anima!
A tratti ridiamo, in altri momenti invece proviamo compassione e amarezza. Sentimenti sempre contrastanti: la raffinatezza e il grottesco.
Meryl Streep, a mio avviso in una delle sue migliori performance, dà vita a questo personaggio tanto amato quanto criticato.
Benché la tecnica vocale di Florence fosse tutto fuorché definibile come “tecnica”, lì -sul palco- cantava con il cuore ed è evidente che il pubblico l’amasse per questo, una donna che ha dedicato alla musica tutta la sua vita.
Ora, proviamo ad immergerci un po’ di più all’interno del contesto storico; siamo in un periodo in cui le donne, seppure talentuose, venivano ostacolate e bloccate in partenza, invece, per gli uomini, seppure incapaci, avevano il lusso di fare ciò che più volevano.
Ed è proprio in questo periodo che Florence, magari inconsapevolmente, ha combattuto per sentirsi libera, libera di comportarsi da “uomo” e come ha affermato la stessa Meryl Streep: “Florence non ha mai abbandonato qualcosa che tutti noi abbiamo da bambini: la capacità di immaginare di poter fare qualcosa in cui in realtà non siamo particolarmente bravi, e di trarne piacere”.
Questo film è già candidato ai Golden Globes 2017 con quattro nominations: miglior film o commedia musicale, Meryl Streep (come praticamente in ogni film in cui recita!) come miglior attrice in un film o commedia musicale Hugh Grant come miglior attore in un film o commedia musicale, e Simon Helberg come miglior attore non protagonista.
Per recitare in questo film Meryl Streep ha preso delle lezioni di canto, per imparare perfettamente i testi e le opere, per poi “buttarle via del tutto”. Lei, in realtà, iniziò la sua carriera proprio come cantante lirica, e infatti, pur stonando in questo film, si sente che in realtà è davvero preparata. L’abbiamo sentita cantare in tantissimi film, dal più recente Mamma Mia!, a Cartoline dall’Inferno, o in Radio America e in Into the Woods, e ha una voce delicata e pastosa.
Florence è un film che va vissuto, ancora prima che visto.
Per chi è musicista, o cantante, sarà un vero colpo allo stomaco, in senso positivo.
E’ capitato anche a me: il film è talmente vero,poi la Streep così perfetta nel portare in scena un sentimento, che ci sentiamo parte integrante e integrata del film; anche noi sappiamo che siamo tutti un po’ Florence. Guardando questo film sono scoppiato in lacrime – non esagero- una dozzina di volte, ma sapete che ho la lacrima facile.
Però voglio dire una cosa: vivendo questo film, ho potuto rivedere in un’altra persona il sentimento che ho per la musica, non è una frase banale; è sì molto semplice, ma essenziale.
Quando sei consapevole che la musica può essere il tuo tutto, sai anche che la morte non ti può spaventare.
Nel film Meryl Streep dice “E se morissi, morirò felice” e purtroppo, o per fortuna, la musica (o il canto per la Foster) è quel tutto che può essere frantumato in un battito di ciglia e diventare la fine.
La musica ci accompagna, ci coccola, è costante della nostra vita ed è per questo che, ripeto, è un film che verrà apprezzato da tutti, ma sarà essenziale per coloro che si nutrono di musica, perché dalla loro parte, anzi dalla nostra parte, ci sarà qualcuno che ci capisce e comprende, anche se non possiamo parlarci assieme.
Florence Foster è stata un esempio di libertà, al suo tempo e anche oggi, perché ha combattuto per fare quello che più amava.
Voglio concludere riportando le parole di cui si serviva per rispondere alle critiche sulla sua voce, che vorrei diventassero anche le mie: “La gente può dire che non so cantare, ma nessuno potrà dire che non ho cantato”.
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