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sabato, Luglio 27, 2024

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Valentino Alfano il favolatore di Mina

di Michele Caccamo

I laghi sembra partoriscano soltanto nebbia e zanzare, cementino il paesaggio: non si vede né un’onda né un moto impetuoso. Hanno la forma chiusa in una bolla, come volessero tenere fuori le disgrazie del mondo, le ceneri dei nostri corpi. Come volessero mostrare il loro tentativo di splendore, messo in perfetto equilibrio. E così, nel loro cielo, anche le stelle sembra non abbiano trascendenza, anelli eterni.

Ma i laghi, si sa, sono la metafora dell’inquietudine, i banditori dell’animo umano; diventano terra e sangue, distruzione e amore, diventano vasi per ogni fiore diverso. Se ne sarà accorto Valentino Alfano che, sentendo la forza fino alla bocca e i pensieri nelle mani, aveva capito quale sarebbe stato il suo mondo di gioia.

Lui, profugo di Sicilia ed ora operaio al Lido di Lugano, riempiva le assi che colorava di note. Cimava le siepi a piccoli nidi, come fossero grembi per le sue parole. Lui, operaio al Lido di Lugano era diventato un servitore felice dell’incanto.

Lui, era arrivato fino alla ruota del cielo con un solo tono di voce. Nel punto più alto, dove non esiste né un tetto né una porta, dove tutto si espande nell’aria infinita fino a tornare alle orecchie umane.

Valentino faceva sentire la sua voce, la sua disobbedienza alla condizione umana, la sua ribellione: come avesse deciso di non rassegnarsi al suo destino e di uscire da quel limo lagunare di condanna.

Il lido di Lugano a volte è anche generoso, e l’acqua sembra ritorni per qualche attenzione. Le parole di Valentino facevano eco alla risacca del lago; armoniche e sonore già cantavano, avevano nel cuore la chiave della Bellezza, arrivavano alla vita.

Anche Massimiliano vi si era smarrito, in quei versi fondamentalmente perfetti. Volle capire quell’alfabeto assolutamente intimo: avrebbe preso un pianoforte un complesso di archi o i quattro elementi dell’esistenza per risalire verso quelle frequenze vocali.  In un attimo lo cercò, con la delicatezza di un’energia morbida: proponiamo a Mina di cantarti?

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Valentino mandò un grido, finalmente liberato, nel sogno. Non sarebbe più passato attraverso i ladri del suo tempo, nessuno avrebbe più percosso le sue giornate con ordini di lavoro.

Vennero per anni le sue stesse storie, e la voce di Mina in un azzurro senza pari a cantarle come un’amica, una complice che tutto sapeva.

Lui, l’operaio del lido di Lugano, o come mi piace dirlo Valentino Alfano, era diventato il favolatore di Mina…

Valentino Alfano è cantautore.
Ha scritto finora per Mina 14 canzoni.
Lavora come operaio al Lido di Lugano.
È natale..già cantata da Mina è stata anche interpretata da Irene Grandi
Devi dirmi di si…sempre cover di Mina da Roberta Bonanno.
Due anni fa ha inciso il suo primo cd intitolato “2foto” prodotto da Lorenzo Vanini

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