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venerdì, Luglio 26, 2024

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LE RADIO SOTTO IL MONOPOLIO DI MEDIASET

di Mariafrancesca Mary Troisi

Solo pochi giorni fa ho parlato del “sistema radio” in Italia, e di quanto sia invalidante per alcuni artisti famosi (non parliamo poi degli emergenti!), fuori da quel sistema.

Oggi mi tocca tornare sullo spinoso argomento delle radio, con una bella (?) notizia.

Il 26 e 27 gennaio la Mediamond,  formata dal 50% dal gruppo Mediaset, e 50% dal gruppo Mondadori (sempre in casa, insomma) ha presentato a Milano e Roma “Video Loves The Radio Star“, un evento dove ufficializzava la sua entrata nel “magico modo delle radio”. Una bella raccolta pubblicitaria coi fiocchi che include ben 8 radio. Sei emittenti nazionali: R101, Radio Italia, Kiss Kiss, Radio Montecarlo, Radio 105, Virgin; due radio territoriali: Subasio e Radio Norba, che fanno grandi ascolti al centro e al sud.

Insieme ai canali televisivi, periodici e portali web, Mediaset detiene quindi un gran bel controllo nel settore della comunicazione italiana.

Questo tradotto in termini pratici che significa?

Che ci ritroveremo, ad esempio, tutti i ragazzi che escono da Amici (talent di Mediaset) a tutte le ore, in tutti i luoghi e laghi delle suddette radio “implicate”?

Quelli nuovi e quelli che “funzionano”, perché gli altri … si sa dove stanno. Ad arrampicarsi, alla stregua del più sconosciuto degli emergenti.

C’è poi il rischio di non riuscire più a distinguere le varie emittenti radiofoniche, se al microfono ci “infilano” personaggi televisivi, che nemmeno sanno fare radio (magari eh).

W l’omologazione. Questa ci mancava, non trovate?

E’ lecito inoltre sospettare che che Mediaset, oltre a gestire tutti gli spazi pubblicitari con Publitalia, voglia intraprendere, a questo punto, anche la strada presa da Ultrasuoni Srl (nata da un’idea di RTL, Radio Italia, e Radio Dimensione Suono) e soprattutto quella della Baraonda (Edizioni Musicali), sfruttando il talent AMICI dell’ammiraglia Canale 5, mettendo sotto contratto i “talenti” che escono dal programma, e non solo.

A pensare male, s’indovina sempre!

Quello che dovrebbero fare le radio, invece di omologarsi, lo sappiamo tutti. E non c’è bisogno che ve lo dica.

Ma non decidiamo noi. Decidono loro. E finiranno per convincerci (come già succede) che quello che ci offrono è il meglio possibile.

In tutti i luoghi e tutti i laghi (dell’indignazione – again!)

 

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