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venerdì, Luglio 26, 2024

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Jenny Costa e la Lingua dei Segni

di Athos Enrile

Questo spazio, come molti altri in rete e non, fornisce argomenti basati soprattutto sugli aspetti musicali, un mondo di lettori e scrittori che ha una fortuna su cui non ci si sofferma mai abbastanza, quella di poter criticare o dare dimostrazione di apprezzamento dopo aver ascoltato un brano, una musica, un testo. Ma sono tante le persone che non hanno questo privilegio.

A tutto questo ho pensato pochi giorni fa, assistendo ad un concerto davvero piacevole, con musicisti di alto livello, ma… non è di loro che voglio parlare.

Ad un certo punto della performance Aldo De Scalzi e Roberto Tiranti chiamano affianco a loro Jenny Costa, di cui non avevo mai sentito parlare.

La motivazione della partecipazione, così come la dimostrazione del metodo, sono testimoniate nel video a seguire.

Il topic è la Lingua dei Segni, quella particolare modalità espressiva che consente anche ai non udenti di poter arrivare al cuore della proposta, uno stare sul palco che, in ambiente musicale, ha un fine ben preciso, e che produce integrazione perfetta, armonia, attivazione dei sensi. A chi non conosce la tecnica non è dato di sapere cosa realmente si riesce a “passare”, ma le parole di Jenny aiutano a comprendere e spero spingeranno verso un sano interessamento che potrebbe contribuire ad accrescere nei sordi la “dignità di minoranza linguistica dando loro libertà di espressione e comunicazione”.

Ho cercato immediatamente Jenny, per saperne di più e per poter raccontare ai curiosi cosa sia il LIS, con la speranza che qualche riflessione venga spontanea e, magari, si cerchi più equilibrio tra ascolto e parola successiva… in fondo, non sarà un caso se madre natura ci ha fornito di due orecchie ma di una sola bocca!

[youtube id=”OsXVE6ApnGE&feature=youtu.be”]

Ecco cosa mi ha raccontato Jenny Costa.

L’INTERVISTA

Domanda d’obbligo: quale percorso personale ti ha portato sulla strada della Lingua dei Segni?

E’ un mondo che mi ha sempre affascinato fin da bambina. Avevo visto alcuni film che toccavano questo tema: “Anna dei miracoli”, “Figli di un dio minore”, per citarne due. Da grande sono passata al concreto inscrivendomi ai corsi di LIS ed entrando in contatto con la comunità dei sordi. Ora sono Tecnico della Comunicazione e lavoro nel campo educativo e della disabilità. Qualche anno fa ho cominciato a partecipare a spettacoli in occasione di serate di beneficenza a Chiavari e nel Tigullio insieme ad amici sordi e non vedenti, collaborando con artisti come Fabrizio e Nicolò Pagliettini, Luca Scherani, i Periplo, il regista Luca Poli. Da cosa nasce cosa…

Si è spesso incuriositi dalla gestualità che accompagna certe immagini in TV ma non si conosce esattamente la portata del fenomeno: hai qualche dato che può aiutare, se parliamo di sordità?

Circa 1 bimbo su 1.000 nasce sordo. Sembra cosa da poco rispetto a deficit più gravi ma la sordità interferisce con l’acquisizione della Lingua: elemento fondamentale per l’Essere Umano. E’ necessario quindi un intervento tempestivo di riabilitazione ed educazione. La LIS è la prima lingua naturale di molti sordi, il loro mezzo spontaneo di comunicazione. Ci tengo a ricordare che esistono però anche sordi “oralisti” che non la riconoscono come loro lingua e preferiscono usare solo la lettura labiale. Ci sono alcune polemiche a riguardo. Ognuno dovrebbe scegliere il proprio percorso in piena libertà, per questo sono a favore del bilinguismo: una cosa non esclude l’altra e trovo che la LIS, come ogni Lingua, sia una ricchezza culturale e una risorsa importante non solo in caso di sordità ma anche in altri tipi di disabilità.

Mi ha sorpreso l’introduzione di Aldo De Scalzi, nel concerto di Sassello, quando ha sottolineato alcune tappe storiche che evidenziano un’azione tutto sommato recente: che cosa fornisce la società italiana a chi è colpito dal problema?

Al giorno d’oggi per fortuna i sordi, come altri disabili, sono abbastanza tutelati. Per legge hanno diritto a vari supporti: insegnante di sostegno, assistente alla comunicazione, interprete, l’appoggio della ASL per le protesi acustiche, sgravi fiscali e indennità di comunicazione ovvero un assegno mensile. Purtroppo la crisi che sta attraversando l’Italia colpisce anche questo settore: le esigenze sono tante e i fondi sempre più scarsi. Inoltre il nostro Paese è indietro rispetto ad altri riguardo al riconoscimento ufficiale della LIS. Qualcosa ultimamente si sta muovendo: è stata di recente presentata una proposta di Legge a riguardo in Parlamento.

Come sei venuta in contatto con il mondo di Tiranti e De Scalzi e in quale occasione hai  partecipato?

Il bello è che tutto è nato per caso. Ho conosciuto Aldo grazie a un’altra mia passione: la fotografia di scena. Avevo fatto degli scatti a un suo concerto, li ha visti su internet e gli sono piaciuti. Dopo ha scoperto che mi diverto a tradurre canzoni e mi ha invitato a fare qualche brano a “La musica di Genova vol.II” serata a favore dell’Associazione Diabete Giovanile, altro tema molto importante. Da lì è nata una piacevole collaborazione anche in altre occasioni: due serate a “Suonare il Cinema” dove Pivio & Aldo hanno presentato le loro colonne sonore. In ultimo la serata a Sassello con Roberto Tiranti, dove ho preparato il pezzo “Conta fino a 3” in tempo record. Chi conosce la LIS mi perdonerà tutte le imprecisioni che ho combinato!

L’idea di “tradurre” un testo per chi non può ascoltare mi riporta ad un dilemma antico, ovvero la maggior importanza del suono rispetto alla musica o viceversa: pensi che riuscire a regalare il significato di una canzone possa colmare la mancanza del suono che non si può percepire?

I sordi segnanti in realtà non hanno bisogno di noi per “fare musica”: esistono poeti sordi che creano poesie, filastrocche e canzoni in LIS solo visive, eseguite da segnanti singoli o da veri e propri “cori” di più persone. Tutto senza suono, intraducibili a parole. Ovviamente solo chi conosce questa lingua può apprezzarne totalmente i movimenti, le rime, i contenuti. Il desiderio di tradurre le nostre classiche canzoni è più un’esigenza di noi udenti, spinti dalla voglia di condividere emozioni che altrimenti sarebbero solo esclusiva di chi può sentire. Le mie esibizioni vogliono essere un messaggio di accessibilità ed integrazione, oltre all’aspetto coreografico e affascinante di trasformare le parole in qualcosa di visivo.

Che cosa provi quando ti muovi sul palco accanto a musicisti stratosferici come quelli a cui ho accennato? Hai trovato una buona integrazione?

Da appassionata di musica quale sono, è un onore condividere il palco con musicisti di questo livello. Mi sento come Cenerentola al ballo! Sono veri professionisti e gentiluomini. Soprattutto mi ha colpito la sensibilità che hanno dimostrato riguardo questo tema: tanti mi hanno chiesto informazioni e curiosità sulla LIS e sulla sordità. Poi il fatto che Aldo abbia sempre letto quel mio breve testo introduttivo ad ogni serata dimostra l’intenzione comune che abbiamo di abbattere barriere e dare spunti al pubblico. Sono momenti, piccoli spot, ma si sa: la goccia scava la roccia e magari qualcuno incuriosito torna a casa, va a cercare su internet e su youtube, va a documentarsi per saperne di più… proprio come stai facendo tu con questa intervista!

Che cosa hai pianificato per il futuro imminente, sia nel campo del LIS che in quello musicale?

Continuerò sicuramente a studiare ed approfondire questa Lingua meravigliosa, non si finisce mai di imparare e migliorarsi. Musicalmente spero di avere altre occasioni per tradurre nuove canzoni: è anche una bella scusa per trascorrere serate insieme ad amici ascoltando ottima musica!

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