‘Amuri Luci’ è il nuovo album di Carmen Consoli, la cantautrice siciliana torna dopo quattro anni dalla sua ultima pubblicazione e lo fa con un lavoro discografico lontano da logiche commerciali e coerente col suo percorso di crescita artistico.
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L’album è stato anticipato dall’omonimo singolo estratto duettato dalla cantautrice siciliana e Mahmood
«Lo sento», dice Carmen in un lungo post sui social, «mi sembra quasi di poterlo vedere mentre vi passa accanto, entra nelle vostre cuffiette o esce dai vostri subwoofer: ‘Amuri luci’ ha iniziato il suo cammino fuori dal mio cuore, in mezzo alla gente: vi emozionerà? Sentirete anche voi quella speciale connessione attraverso spazi e luoghi lontani che mi ha permesso di raccontare storie di donne e di uomini mai incontrati? Lo spero.»
‘Amuri luci’ è un album cantato dal siciliano, al greco antico, dal latino, al volgare della scuola poetica siciliana, movimento letterario nato in Sicilia nella prima metà del XIII secolo.

La prima traccia ‘Amuri luci’ dà il titolo all’intero lavoro discografico, un brano che è una dedica a Peppino Impastato e suo fratello Giovanni. Peppino, ucciso dalla Mafia il 9 maggio 1978, e suo fratello Giovanni che assieme alla loro madre Felicia, ha lottato per tutta la sua vita per difendere la causa per cui Peppino è morto: la lotta contro la Mafia.
Divertente la traccia ‘Unni t’ha fattu ‘a stati’, un brano che parte da un detto siciliano che possiamo così tradurre: “Dove hai trascorso l’estate, trascorri pure l’inverno”, che metaforicamente invita chi si è divertito quando c’era il suo bisogno a continuare a divertirsi adesso che gli sono finite le risorse, una ballata contro gli opportunisti e contro chi, una volta finito il vento favorevole, torna sui suoi passi.
Intensa la ballata ‘La terra di Hadmis’, prima collaborazione presente nel disco, un dialogo, più che un duetto fra Hamdis, poeta siculo arabo dell’XI secolo, qui interpretato dalla stessa Consoli e un uomo del presente interpretato da Mahmood, è la storia del poeta Hamdis costretto a lasciare la Sicilia dopo la conquista da parte dei Normanni. Un brano che è evocazione del passato ma anche un monito per il presente.
Con ‘Mamma tedesca’ la Consoli mette in musica una struggente poesia di Ignazio Buttitta, nelle parole del testo il poeta, costretto ad andare al fronte per difendere il fronte del Piave, uccide un soldato tedesco, solo dopo scopre che nelle tasche dei pantaloni il ragazzo tedesco aveva la foto della mamma, questo senso di rimorso per aver spezzato una giovane vita rimarrà impresso in Buttitta per tutta la vita.
Si continua con un mambo terrone ‘3 oru 3 oru’, una canzone in cui la cantantessa racconta di un uomo diviso fra la moglie e l’amante e che, in entrambi i casi, viene preferito rispettivamente, dal figlio e dal cane.
Con ‘Bonsai #3 e Γαλατεια’ si torna al tema della classicità greca, un altro amore non corrisposto, stavolta quello di Polifemo per Galatea.
Si procede con l’altro duetto che c’è nel disco della Consoli, quello con Lorenzo Jovanotti: ‘Parru cu tia’ (Parlo con te), brano tratto ancora una volta da una poesia di Ignazio Buttitta che presenta all’interno una parte in italiano cantata da Jovanotti. Una canzone che è un’esortazione a ribellarsi e a trasformare in azione le lamentele.
‘Comu veni veni’ è un brano che esorta alla riflessione e, soprattutto nell’era dei social, a prendersi del tempo prima di agire o di aprire bocca, insomma un brano che fa capire che è meglio che le cose si facciano, o si dicano, tanto per… con superficialità!
‘Qual sete voi’ è il duetto che la Consoli incide col tenore Leonardo Sgroi in cui si canta il rapporto epistolare fra Nina da Messina e il suo amato Dante da Maiano.
Chiude l’album ‘Nimici di l’arma mia’ col testo tratto da un componimento della poetessa Graziosa Casella, un brano che parla delle ingiustizie vissute dalla poetessa catanese perché ritenuta troppo bella e troppo libera di esprimere il suo amore per il suo giovane amante.

Un disco intenso che ha importanti riferimenti culturali, un lavoro che solo un’artista del calibro di Carmen Consoli, incurante delle mode e sempre al servizio dell’arte, poteva fare. Tutto il disco, per come era necessario per un lavoro del genere, è suonato in acustica con: alla chitarra la stessa Consoli; alla chitarra elettrica Massimo Roccaforte; al basso Marco Siniscalco e Vincenzo Cavalli; alla batteria Giuseppe Panettieri. ‘Amuri luci’ è il primo capitolo di una trilogia discografica che in qualche modo ripercorre le tre anime della cantautrice siciliana: quella che respira di tradizioni mediterranee; quella rock e quella più intima e cantautorale.
«Ora ‘Amuri luci’», scrive sempre la Consoli nel suo post, «si racconterà sul palco, con nuovi linguaggi suggeriti dai magnifici teatri che lo ospiteranno. Arrivederci allora ad Assisi, o forse a Torino o magari a Genova o chissà dove, però vediamoci, abbracciamoci, scambiamoci sguardi e sudore».

Di seguito le tappe del tour: si parte a ottobre da Assisi, Torino (22 e 23 ottobre), a Genova il 24 ottobre, a Lugano il 25, poi a Trento il 28 e due tappe a Bologna il 29 e 30 ottobre. Si prosegue a novembre con Firenze (3 e 4), Milano (6, 7, 8), a Parma l’11 ottobre, a Padova il 12 e Udine il 13 novembre. Per poi arrivare il 16 e il 17 novembre finalmente a Palermo, poi passare a Catania il 19 e il 20 novembre. E il 27 novembre ancora a Forlì, il 28 ad Ascoli Piceno e il 29 a Pescara. Dicembre si apre con una tappa a Napoli, il 5 a Cosenza, il 6 dicembre a Bari, il 18 e 19 dicembre a Cagliari, per chiudere nella capitale con due tappe il 28 e 29 dicembre.
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