P38- La Gang è una band trap emiliana sovversiva, per alcuni addirittura eversiva, balzata alla cronaca dopo un loro concerto in una sede Arci a Reggio Emilia , in cui hanno omaggiato le Brigate Rosse con il risultato di essere indagati persino dalla Digos.
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Il caso è assai anomalo dato che la band è composta da ragazzi, anche se la loro identità e immagine è nascosta dai passamontagna che indossano, ma si presume siano piuttosto giovani dato che “suonano” trap.
Se pensiamo che le Brigate Rosse sono scomparse alla fine degli anni settanta e dal periodo degli anni di piombo è passato mezzo secolo, è davvero inconsueto che i riferimenti dei loro testi e dei titoli delle canzoni si ispirino a quell’epoca, fortunatamente dimenticata.
Una delle prime testate a occuparsi di loro è stato Il Post di Mentana, forse stimolata dalla ricorrenza dell’omicidio di Moro avvenuto il 9 maggio del 1978. L’ultimo cantautore a citare le Br e Renato Curcio è stato Fabrizio De Andrè in cui fece un parallelo tra la Carboneria e le BR e tra Renato Curcio e il carbonaro Piero Maroncelli nella sua canzone “La domenica delle salme”. Prima di lui la canzone politica veniva chiamata “canzone di lotta” o “canzone militante” ma i testi erano molto ideologici, quasi a slogan.
In verità di trasgressivo c’era ben poco rispetto, ad esempio, al fenomeno punk, molto più irriverente e violento. In passato sicuramente artisti e cantautori come De Andrè e Claudio Lolli sono stati come dire “segnalati” e controllati dalla polizia, ma il caso dei P38 è imparagonabile a loro. Qui la poesia non esiste come non esiste nessuna riflessione storica sul cosiddetto Sistema e sul Potere. Viene persino preclusa l’interpretazione di chi ascolta. Si tratta di puro sfogo anacronistico.
I commenti sui social sono impietosi, ma stranamente nessuno si sofferma sulla musica che è davvero ridotta ai minimi termini. Intendiamoci, la trap non è particolarmente sensibile alla musica intesa in termini tradizionali: melodia, armonia, dinamica, etc…. Ma qui è praticamente nullo anche lo sperimentalismo. Non si potrebbe nemmeno parlare di rumoristica che vanta origini culturalmente evolute, come nella musica contemporanea o elettronica.
I P38 potrebbero anche essere scambiati per un fenomeno sociale ma non lo sono affatto. Sono estranei alla musica in tutto e per tutto e forse anche dall’antagonismo politico che esprimeva anche l’ultra sinistra della seconda metà degli anni settanta, che era già anacronistica allora, figuriamoci oggi. Nulla di nuovo dunque. I P38 si barcamenano nell’ideologia più cupa, più ovvia, senza un filo di fantasia o di immaginazione.
In un’epoca di onnipotenza e di decadenza come questa ,anche la trasgressione all’ennesima potenza passa inosservata o come fenomeno passeggero usa e getta. La mia generazione ha fatto di tutto per provocare, tra botte da orbi, fughe di casa, rifiuto del lavoro, della coppia, delle istituzioni e dello Stato, dei beni materiali, della sicurezza, della religione, dei partiti e quant’altro. Ci abbiamo provato non solo a sognare una realtà diversa, ma anche a farla e come cantava Gaber siamo stati una generazione che ha perso e che si è persa nei deliri dell’ideologia.
In quegli anni di terrorismo anche mentale, il nostro Paese in Europa veniva guardato con diffidenza e paura. Le molotov finivano pure sul palco dei concerti rock, come accadde a Carlos Santana all’Arena di Milano. Ricordo ancora l’ orrenda copertina del settimanale tedesco Der Spiegel raffigurante una P38 su un piatto di spaghetti fumanti.
Ora, quasi mezzo secolo dopo, vedere dei nipotini che inneggiano alle Brigate Rosse fa davvero tristezza. A questi ragazzi va ricordato che gli anni di piombo sono stati i più brutti dal dopoguerra in poi. In giro soffiava un vento di solitudine e di violenza, di paura, di isolamento, di repressione. Erano appunto gli anni delle pistole, dell’eroina, dei fascisti che sfilavano in strada e delle stragi di Stato e voi non ne sapete nulla, non eravate neanche nati, per cui non ricordateceli, grazie. Non serve né a noi né alla Vostra generazione.
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