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venerdì, Luglio 26, 2024

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Coronavirus: Donazioni, dal crowdfunding dei Ferragnez a Giorgio Armani, da Dolce&Gabbana a Intesa Sanpaolo

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Molte donazioni per combattere il Coronavirus, da quello dei Ferragnez, a Armani, a Dolce&Gabba, Intesa Sanpaolo, Esselunga e altri

100mila euro è la cifra da capogiro che i Ferragnez, Chiara Ferragni e Fedez, hanno donato al San Raffaele di Milano. Non soddisfatti però, con la collaborazione del prof. Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare e generale dell’ospedale, hanno lanciato un crowdfunding a sostegno della loro iniziativa, diffondendo un videomessaggio che invita i followers a seguire il loro esempio.

La piattaforma Go Found Me scrive:

In questa fase davvero delicata, dal punto di vista sociale e sanitario, possiamo anche noi fare qualcosa. Medici e scienziati stanno facendo un lavoro importantissimo e vorremmo supportarli concretamente.

Per questo motivo abbiamo pensato di aiutare l’attivazione di una nuova terapia intensiva presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. In questo momento le attrezzature necessarie per triplicare i posti letto di terapia intensiva e subintensiva sono: 

– Ventilatori
– Dispositivi di ventilazione non invasiva
– Monitoraggio emodinamico
– Monitor

Anche una piccola donazione può fare la differenza.

Siamo in stretto contatto con i medici dell’ospedale San Raffaele di Milano. I fondi raccolti saranno direttamente devoluti all’ospedale per il rafforzamento della terapia intensiva.

L’intento della coppia più social del momento era quello di arrivare a raccogliere 1.500.000€ ed in poche ore, con oltre 112 mila donazioni, hanno raccolto oltre 2 milioni di euro.

Non è solo un aiuto concreto per gestire questa emergenza ma anche un grande messaggio di coesione e forza. Grazie a tutti voi per il supporto e grazie a tutti gli artisti e personaggi pubblici che ci stanno aiutando nella divulgazione. È bello vedere tutto questo“- scrive Fedez sui suoi social, mentre Chiara replica lo stesso messaggio in Inglese.

L’impegno è degno di lode, e mentre il popolo si divide tra chi rispetta le direttive stando a casa e chi le vìola incurante delle conseguenze, c’è un mondo parallelo nel quale il privato dona al pubblico nonostante i contributi da sempre versati, lasciando emergere ancora una volta l’enorme incapacità italiana di gestire le situazioni di emergenza.

Giorgio Armani è stato il primo a donare 1 milione e 250mila euro agli ospedali San Raffaele e Istituto del Tumori di Milano, Luigi Sacco, Spallanzani di Roma e Protezione Civile.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno destinato fondi all’Humanitas University per sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani. “Per noi è un dovere morale supportare la ricerca scientifica”, hanno dichiarato i due stilisti.

La casa di moda Etro ha fatto una donazione per aiutare la ricerca del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.

Intesa Sanpaolo arriva a 100 milioni e dice: “Li metteremo a disposizione del paese per affrontare l’emergenza sanitaria e rafforzare le strutture di terapia intensiva incrementando il numero dei posti letto, costruire ospedali da campo e acquistare apparecchiature mediche”.

Esselunga donerà 2,5 milioni di euro allo Spallanzani, Luigi Sacco, San Matteo di Pavia, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Guglielmo da Saliceto di Piacenza e Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.

Tantissimi volti noti hanno inoltre pubblicato dei video nei quali chiedono ai propri fan di prestare particolare attenzione alle regole da seguire per fermare il prima possibile la diffusione del virus e mantenere la calma.

Sebbene questi gesti siano fondamentali per affrontare un importante problema di sanità pubblica che già non brillava per efficienza, nessuno dei grandi benefattori ha realmente pensato al totale disagio delle piccole imprese e della gente comune, che si vede costretta a lasciare il lavoro o ad essere licenziata in tronco a causa dei costi che nessun imprenditore può coprire senza entrate.

Intesa Sanpaolo ha gentilmente messo a disposizione delle Imprese, prestiti a 18 mesi fino a 5 miliardi di euro, con 6 mesi di pre-ammortamento.

Esselunga ha invece offerto alla clientela over 65, ma solo fino a Pasqua, il contributo gratuito per il trasporto domiciliare della spesa, nelle zone in cui il supermercato è coperto da tale servizio.

Ma per essere ancora più solidale, ha deciso di donare altri 5€ sempre agli ospedali, ogni 500 punti utilizzati dai suoi 5,5 milioni di clienti che difficilmente ora potranno andare a fare la spesa.

Impossibile non vedere il baratro nel quale viene gettato un intero popolo che non ha gli strumenti per affrontare un’emergenza economica, a causa delle tasse che lo hanno perennemente schiacciato e reso schiavo di uno Stato che, in tutta risposta, lo sta lasciando solo nel momento del bisogno.

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