24.7 C
Milano
venerdì, Luglio 26, 2024

Ultimi post

Il futuro nasce dal dubbio

Voto Utenti
[Total: 1 Average: 4]

Li chiamano futurologi o trendspotter. Sono quelli che analizzano le dinamiche in atto nel presente per fare previsioni sulle trasformazioni sulla società del futuro.

Si pensano siano persone dotate di strani poteri, dei Nostradamus 2.0 o persone che studiano in modo ossessivo la pianificazione delle prossime scoperte nei vari campi della conoscenza e del sapere.

Niente di tutto questo.

La scoperta per definizione stessa, non si può programmare, altrimenti non sarebbe una scoperta.

Con un minimo di applicazione, di conoscenza della comunicazione, di curiosità e di febbre del sapere, tutti noi siamo in grado di diventare dei trendspotter.

A chi non piacerebbe catturare l’attenzione di una platea parlando di piccole idee anziché di grandi scoperte? Bene, le piccole idee, diventate poi grandissime se applicate in modo corretto, sono sempre state create dal caso, dagli errori, da fatti e avvenimenti imprevedibili, da colpi di genio scaturiti chissà come.

Gli esempi sono innumerevoli in vari campi, da quello chimico a quello astronomico. Hoffman scoprì l’LSD per caso e sempre per caso lo assunse a sua insaputa e sempre per caso ne scoprì gli effetti che gli rivelarono quello che anni di studi antropologici e delle scienze umane non erano riusciti a spiegare.

Viviamo in tempi in cui siamo ossessionati dalle soluzioni, dalle “grandi sfide” del futuro.

Si usano termini enfatici come Big Data, Big Science, Big Economy, come se tutto quello che è stato scoperto prima, avesse meno importanza o valore. La realtà è che immaginiamo il futuro non come reazione del presente, ma come una sorta di evento soprannaturale, misterioso e imprevedibile.

Pensiamo ai grandi cambiamenti, come se dovessero scaturire da altre forme di vita. Se invece ci fermiamo ad analizzare la storia delle piccole idee potremmo scoprire una realtà molto più comprensibile e accessibile che può aprirci le porte al futuro.

Cito a proposito John F. Kennedy:

“Il grande nemico della verità non è tanto la bugia-deliberata e disonesta, quanto il mito persistente, persuasivo e irrealistico”

Il mito del successo ad esempio. Si pensa che il successo sia pianificabile, costruito a tavolino. Niente di più falso.

Il successo è un colpo di follia, di genio improvviso scaturito per reazione, un effetto dinamico che esplode nel nostro cervello.

Keith Richards scrisse il riff di “Satisfaction” in stato di sonnolenza. Lo registrò in un registratore a cassette portatile prima di addormentarsi. Il mattino dopo lo riascoltò e pensò di aver trovato un riff vincente ma non ci fece caso più di tanto. Poi i Rolling registrarono il pezzo a come provino. Il disco uscì a insaputa stessa di Richards, così come era stato registrato alla buona. Quel provino divenne l’hit storico della più celebre rock band del pianeta. Era prevedibile? Più facile credere che il germe di quel successo miliardario era “dentro di lui” e scaturì quasi per caso.

Il futuro è una partita a scacchi, una scommessa che ruota su combinazioni diverse spesso imprevedibili. La creazione è un momento imprevedibile.

La certezza nasce dal dubbio, il sapere nasce dal non sapere.

Gli atti creativi sono un mix di scoperta e di invenzione. Ma se pensiamo che le invenzioni siano solo frutto di una ricerca ossessiva da laboratorio siamo fottuti, perché ciò ci crea dipendenti dal denaro e se il denaro non l’abbiamo perdiamo per sempre il piacere di creare da noi stessi.

Sapete ad esempio come Brian Eno scoprì il piacere di quella che chiamò “Ambient music”? Per caso. Un giorno mise sul piatto del suo giradischi un disco d’arpa del settecento. Il volume dell’impianto si guastò all’improvviso e Brian Eno fu costretto ad ascoltare il disco a un volume bassissimo. Era a letto a causa di un incidente automobilistico e non potendo muoversi con facilità, rimase sdraiato per quasi un’ora scoprendo un ascolto diverso, totalmente differente da quello a cui era abituato.

Da quel giorno sperimentò nella sua ricerca un nuovo modo di comporre e creò la “Discreet Music”. Una musica composta da suoni naturali, quelli che ogni giorno sentiamo in “lontananza” ma a cui non prestiamo mai attenzione.

Se Brian Eno non avesse vissuto quel momento avrebbe suonato rock tutta la vita e la sua vita artistica non avrebbe mai avuto quell’evoluzione che poi ha avuto. Non c’è controprova.

La sua mutazione artistica avvenne per caso, a causa di un evento-scoperta non programmato. E il suo futuro nacque da quella esperienza. La piccola idea divenne enorme. Il topolino si trasformò in un gigante.

Nel 1968, alle Olimpiadi del Messico, Dick Fosbury inventò il salto dorsale, modificando per sempre il salto ventrale in uso fino alla sua scoperta. Ci riuscì per una semplice intuizione: Il peso della testa all’indietro avrebbe facilitato la capacità di rotazione del corpo e l’elevazione dello stesso. Il “centro di massa” rimane sotto l’asticella e lo sforzo risulta minore rispetto al salto ventrale.

Ci ha solo pensato e lo ha messo in pratica.

Il suo meccanismo mentale partì da una semplice domanda: “E se facessi il contrario?”. Non c’era un laboratorio nella testa di Fosbury, solo una semplice intuizione che però nessuno aveva avuto prima di lui.

Tutto questo solo per spiegare che il futuro si inventa oggi.

Si inventa per esplorazione, nel perdersi in un mondo che ci ossessiona dall’idea di seguire un percorso obbligato di certezze assolute. Certezze che si trovano solo nel dubbio.

 

Facebook Comments

Latest Posts

I piu' letti

Resta in contatto

Per essere aggiornato con tutte le ultime notizie, offerte e annunci speciali.