Il Parlamento Europeo, riunito in plenaria a Strasburgo si è espresso e ha approvato la direttiva sul copyright.
Gli eurodeputati hanno approvato alcune modifiche proposte dal relatore Axel Voss.
La votazione con 438 sì, 226 no e 38 astenuti, è arrivato dopo una procedura fiume con cui gli eurodeputati hanno passato in rassegna i tanti emendamenti (con la precisione 252) posti sul testo originale della Commissione sul copyright che era stata bocciata a luglio.
I due articoli della “discordia” della direttiva – oggetto di controversia in una campagna a favore della libertà di Internet – erano l’11 e il 13, che oggi sono stati in parte modificati.
L’articolo 11, noto come “link tax“, ha perso per strada l’obbligo di tassare i collegamenti ipertestuali. L’Ue può solo imporre agli Stati membri di dare agli editori di “pubblicazioni giornalistiche” diritti che gli permettano di “ottenere una giusta e proporzionata remunerazione per l’uso digitale delle loro pubblicazioni dai provider di informazioni“.
Il vincolo comunque non esclude l’utilizzo delle stesse pubblicazioni in forma privata, e quindi non commerciale, raccomandando che “gli autori siano sicuri di ricevere un’appropriate del valore aggiunto incassato dagli editori dall’uso delle proprie pubblicazioni“.
Non devono quindi essere pagati i diritti “per i soli hyperlinks che sono accompagnati da parole individuali” e di escludere qualsiasi “effetto retroattivo“.
All’articolo 13 è stata aggiunta la misura che riguarda i filtri sugli upload, meglio detta “upload filter“. Le piattaforme in internet (invece che tutti gli operatori della “società dell’informazione”) devono “siglare contratti di licenza con i proprietari dei diritti, a meno che questi non abbiano intenzione di garantire una licenza o non sia possibile stipularne“. Se non vi è accordo, i fornitori di servizi online sono tenuti a predisporre “misure appropriate e proporzionate che portino alla non disponibilità di lavori o altri argomenti che infrangano il diritto d’autore o diritti correlati“.
In poche parole, piattaforme come Youtube e simili saranno direttamente responsabili di copie pirata che vengono caricati dagli utenti. Cambia così il paradigma visto che le grandi piattaforme diventano direttamente responsabili di quanto diffondono. Fino a oggi invece era responsabile solo chi aveva caricato il contenuto online.
Attenzione: Quanto sopra non è una legge ma una direttiva, il voto finale è previsto per gennaio. Le direttive europee le implementa come vuole ogni stato membro… e non preoccupatevi perche per gif, meme, satira, privati, wikipedia ecc. ecc, ci sono già degli emendamenti a riguardo che li escludono dall’art.13.
Non nasconde la sua soddisfazione il Presidente SIAE Mogol che ha seguito a Strasburgo la votazione con cui il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di direttiva sui diritti d’autore nel mercato unico digitale.
“Oggi la cultura ha vinto sui soldi. Stabilire delle regole non significa soffocare la libertà, come i giganti del web vogliono sostenere, senza pagare tasse e guadagnando cifre miliardarie. Loro hanno i miliardi, noi però abbiamo ragione e sono contento che gli Europarlamentari l’abbiano capito. Ringrazio in particolare il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per il suo impegno in difesa della cultura e della creatività. Il diritto d’autore non è una barriera al progresso ma un sostegno alla creatività. Gli autori producono cultura: la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero. Senza cultura del rispetto dei diritti di chi crea, scomparirebbero gli autori del presente e non ci sarebbero autori nel futuro”.
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