L’anno scorso avevo già massacrato il “Concertino” del 1mo maggio (leggi articolo). Cosa piuttosto facile per cui questa volta per non ripetermi, passo direttamente all’invettiva. Prima però devo dire grazie ad Antonio Di Vaio che mi ha fatto conoscere un giovane e bravo sul serio, tal Giacomo Toni. Il suo pezzo: “Lo strano” sembra il miglior Jannacci. Evviva! Qualche giovane musicista bravo e colto esiste ancora in questa melassa di parolai che sanno solo urlare: “Su le mai”! Dopo il fugace ottimismo ecco la mia sincera sfilza di invettive dedicati allo scempio sindacale di questo vetusto manifesto dell’incompetenza e dell’ignoranza. Assisto allibito e prego me stesso di non fare il lamentoso, di allontanare possibili quanto probabilissimi gap generazionali perché so che qualche giovane navigante mi darà sicuramente del vecchio, come se avere un’età anziché un’altra fosse una colpa. Resisto… però al quinto “artista” come li chiama ancora Ambra Angiolini che non ha ancora capito la differenza tra dilettante e artista, non ce la faccio più a trattenere l’insulto.
Ragazzi fate davvero cagare e oltretutto fuori dal secchio. Il vostro inno del corpo sciolto non è quello di Roberto Benigni, è proprio diarrea devastante, spruzzi di merda liquida, come la vostra “musica”. Cerco di seguire i testi che forse potrebbero rappresentare il vostro unico salvagente, ma anche in questo caso, nonostante la vostra volontà, se non imbroccate una rima che una, non ce la fate proprio a scrivere un testo.
Lasciando perdere la voce, che risulta un’optional, non sapete neanche stare sul palco. Camminate di qua e di là perché mica potete stare fermi come l’asta del microfono che poi non usate neanche come attrezzo scenico, ma mica si capisce dove volete andare, cosa state facendo, se conoscete il significato della gestualità e dell’arte del movimento. Qualcuno ciondola come quei pupazzetti che i loro papà mettono sul cruscotto dell’auto. Avete presente quei pupazzetti con la testa che si muove sempre allo stesso modo? Ecco, così. Il concertino dei debuttanti va avanti per forza, perché c’è un contratto con Rai Tre, perché la piazza è piena di telefonini che alzano sulle spalle dei giovani, perché è uno show convenzionale e vecchio come il Festival delle voci nuove di Castrocaro. E poi tutti questi poveracci disoccupati che hanno postato su youtube il loro pezzo fatto con il pc facendo un video con lo smart phone in verticale anziché in orizzontale, meritano per forza il loro quarto d’ora di popolarità.
Io invece li manderei ai lavori forzati in conservatorio. Dieci ore giornaliere di accordatura di tutti gli strumenti possibili, ad arco, a percussione, a fiato. Avete presente le ance dell’oboe? Sono delicatissime e vanno adattate al proprio labbro. Mio padre oboista, stava delle ore a grattare con una lametta da barba, il dorso dell’ancia fin quando non era perfetta. Chiaro, ora c’è l’oboe campionato, per cui basta scaricare un’app o un file e il suono dell’oboe è quello, mica c’è bisogno di saper suonare lo strumento. Uffa, ci sono cascato… ecco il vecchio e incarognito che sono. Quello che ha perso un milione di capelli negli ultimi vent’anni. Coraggio, ce la posso fare a scovare un giovane di talento, uno che sappia suonare che ne so… anche uno scacciapensieri (esistono ancora sapete?). Macchè… tempo perso. Una massa di stagisti usciti a calci in culo dal loro istituto o con un grazie dalla sala giochi, si susseguono sul palco.
Uno a cui non faccio nemmeno il piacere di citare il suo nome, sembra il tale e quale di Noel Gallagher. Si presenta con l’occhiale tondo scuro, il giubbino e il capello uguale. Ci manca poco che canti con le mani dietro la schiena, invece no, perché l’asta del microfono è un’optional come la voce, quindi il “gelato” lo tiene in mano. Canta una canzonetta infarcita dalla parola stronzo ma mica la rivolge a qualcuno in particolare che sarebbe anche “rivoluzionario” o perlomeno di moda sui social.
No. Sarebbe troppo trasgressivo, comunque ha il merito di restare sul concept dello show. Cerco disperatamente tra le file del pubblico qualche giovane faccia disgustata. Non è possibile, perché davanti alle facce ci sono solo smartphone. A questo punto mi chiedo… ma perché i sindacati, così sensibili al gusto dei gggiovani, continuano a fare il concertino del 1 maggio in piazza? Non sarebbe più opportuno farlo in una grande outlet o centro commerciale? Ah… scusate, dimenticavo che il 1mo maggio sono chiusi. Scusate, ritiro la proposta, anche se ho letto da qualche parte che qualcuno resta aperto, anche perché con tutti i disoccupati che ci sono, che senso ha tenere chiuso?
E allora “su le mani” e avanti fino a notte fonda ad aspettare le star come la Nannini, che diplomaticamente ha ammesso sul Corriere che il rap “Esalta la parola ma rischia l’uniformità”. Che diplomatica la Gianna, ma mica poteva dire che il rap nostrano fa cagare fuori dal secchio…
Lei a 17 anni nella pasticceria del padre si è tagliata due dita e suonando il pianoforte faceva fatica a suonare le ottave con il pollice e il mignolo come tutti gli altri. Si è fatta il culo e dentro il secchio, cresciuta a pane e Janis Joplin, e ora eccola qui, tra i gggiovani stonati. Ma io non ce la faccio mica ad aspettarla. Alle 18 del pomeriggio sento già la puzza passare attraverso il televisore. Anche lui mi supplica di premere il tasto off. Ha ragione il vecchio caro Samsung. Pensare che su di te ho visto suonare per tre ore e mezza Bruce Springsteen che ha l’età dei nonni degli stagisti artisti che invece canticchiano solo un paio di canzonette, perché il repertorio non sanno cosa sia.
E’ la generazione cresciuta con le cover, con le tribute band, mica sanno cosa vuol dire comporre. Costa troppa fatica. Meglio aspettare le poche decine di euro che ricevono dalla Siae una volta l’anno, grazie al download. Ma tanto se non si va in classifica c’è sempre il sindacato a offrirgli un grande palco e una piazza gremita una volta all’anno.
Ah dimenticavo… stonano gratis. E’ una grande promozione. I disoccupati vengono promossi, mica pagati. Raga, staccatevi da quelle macchinette portatili del cazzo e spaccatevi le dita come la Nannini, non sotto le presse ovviamente, basta il manico di una chitarra o una tastiera. Coraggio ce la potete fare… invece di alzare le mani, abbassatele su qualche strumento musicale. Sapete? Esistono ancora! E se proprio dovete alzare qualcosa, alzate il livello, soprattutto il vostro.
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