Elio e le Storie Tese come i Pooh… in un addio lungo un anno.
Sono ormai famosi i “Farewell tour” di artisti stranieri, concerti per i fans accaniti e non, che vengono presentati come appuntamenti indimenticabili, indispensabili e imperdibili. Gli esempi sono quelli di nomi come Cher, Kiss, Tina Turner e tanti altri. Come per magia, dopo qualche tempo, parte il ripensamento. Ma si dai…! Organizziamo un altro bel tour di saluto ai fans, magari pubblichiamo l’ennesima raccolta con un piccolo inedito e via a ricominciare. Ospitate tv, servizi sui giornali più glamour e via dicendo.
E siccome in Italia non ci facciamo mancare niente, prendiamo esempio anche noi da oltreoceano. Noi esportiamo know-how su come eleggere un presidente come Trump fornendo un Berlusconi-style, loro ci fanno capire che in un periodo di vacche magre, come quello che sta passando il mondo discografico, bisogna grattare fino al fondo del barile e anche oltre. L’esempio più evidente è stata il “Progetto Addio dei Pooh” (leggi articolo in merito), che è andato avanti per un intero anno.
Per carità, nulla di strano e nulla di sbagliato, il music business è, come indica la frase stessa, un “business” e come tale ha le sue regole, le sue strategie, e le sue idee promozionali… su questo non ci piove.
Noi qui stiamo solo evidenziando qualcosa che di fatto succede, a prescindere dall’artista di cui si parla e a prescindere dalla serietà e dall’immagine dello stesso, che non sono ovviamente in discussione.
Detto questo prendiamo atto che la “strategia” adottata per i Pooh ha fatto scuola, e ora, sullo stesso sentiero solcato da questa band storica, un altro gruppo, altrettanto storico, si avvia a ripercorrerne i passi.
Ovviamente stiamo parlando di Elio e le Storie Tese, che questa sera suoneranno al Forum di Assago (di cui avevamo parlato in un articolo precedente) in quello che sarebbe dovuto essere il loro concerto d’Addio. Certo, “sarebbe” è proprio il caso di dirlo… perchè, a ben vedere, così non è (leggi articolo di ieri sulla conferenza stampa di EELST), visto che gli Elii dopo questa sera saranno a Sanremo, poi usciranno con un progetto discografico raccolta e poi faranno un Tour d’Addio. Insomma, più o meno quello che hanno fatto i Pooh l’anno scorso, stesse dinamiche stesse scelte strategiche e soprattutto stesso promoter live (figure che in questo momento di crisi discografica, hanno più importanza delle stesse case discografiche), “Friends and Partners”.
Entrambi i gruppi hanno annunciato l’addio alle scene; i Pooh hanno girato nel 2016 per ogni piazza possibile per suonare le loro canzoni, da “Piccola Katy” in poi, recuperando dallo sgabuzzino dei ricordi anche la “pecorella smarrita” Riccardo Fogli, ammaliato a suo tempo dalla Yoko Ono italiana, al secolo Patty Pravo, che gli fece lasciare il gruppo… anzi, che causò la sua cacciata dal gruppo che lo abbandonò al suo destino, un percorso poi caratterizzato da poche luci (vittoria a Sanremo ‘82 con “Storie di tutti i giorni”) e molte ombre.
Ma siccome le vie del business sono più infinite di quelle del “Signore”, la storia ovviamente non finisce mica qui. Quando finalmente potevamo dimenticare il gruppo del piccolo orsetto giallo, ecco che all’improvviso, nelle scorse settimane, il bel Fogli e il sempre verde Facchinetti senior pubblicano insieme un cd di inediti. Diciamo che l’album non ha avuto il riscontro sperato, colpa magari del risentimento dei fan dei Pooh che lo scioglimento della band non l’hanno ancora digerito.
Ma a risollevare le sorti di questo progetto è arrivata fatalmente la mano del “Signore”, direttore artistico del prossimo Sanremo, ammettendo una canzone dei due “amici ritrovati” alla prossima edizione del Festival.
I malpensanti, neanche a dirlo, non perdono tempo, e subito legano questa decisione del buon Baglioni sempre alla figura del promoter dei live, sempre alla “Friends and Partners”, lo stesso che come abbiamo detto ha curato il lungo addio live dei Pooh e lo stesso che cura i tour di Claudio (e soci… vedi alla voce “Capitani Coraggiosi”). E a rincarare i pensieri dei soliti maldicenti ci si mette anche la candidatura e l’accettazione, da parte della commissione del direttore artistico, di una canzone di un altro ex Pooh, Red Canzian (ovviamente anche lui del gruppo F&P… ma questo è un dettaglio… pare… o forse no. Vallo a sapere).
Quindi i Pooh si sono certamente sciolti, ma si sono anche moltiplicati come i pani e i pesci di antiche rimembranze bibliche, e ora, invece di convogliare insieme in un unica foce di fiume, come l’acqua che si insinua in ogni fessura, si stanno distribuendo un po’ ovunque.
Ma per carità… anche in questo caso non c’è nulla di male, non sono i primi e non saranno nemmeno gli ultimi. Nell’ambiente si cerca di “lavorare”, mica di pettinare bambole?!
Ed è proprio quello che cercano di fare, lavorare, 7 dei 20 artisti/gruppi che parteciperanno alla 68ma Edizione del Festival della canzone Italiana, che comporta una vetrina promozionale di ben 60 milioni di telespettatori… mica briciole. Che poi i magnifici 7 fanno parte della scuderia di Ferdinando Salzano, patron di F&P Group (uno dei più grossi tra gli operatori italiani nel campo del booking e della produzione dei live) è certamente un dettaglio… noi ne siamo certi… noi non siamo mica tra quelli che “spettegolano”, che sia chiaro. Ma è anche vero che non siamo nemmeno tra quelli che hanno perso all’improvviso la vista e il criterio. Diciamo che constatiamo che c’è chi ci sa fare nel settore e chi forse no… c’è chi sa stringere “alleanze” e chi invece viaggia (o preferisce viaggiare) in solitaria, c’è chi sa il fatto suo e chi forse gli si rode il fegato dall’invidia più che da altro.
Il nome di Baglioni comunque è una garanzia per la Rai e per la prossima Kermesse, perchè dopo Carlo Conti la via è tutta in salita. E che dietro il buon Baglioni ci sia un entourage già collaudato, di esperienza, molto organizzato ed efficiente non è che per forza dev’essere una cosa negativa o “losca”… chi non vorrebbe attorniarsi di gente competente per mettere su un circo di dimensioni stratosferiche come quello di Sanremo?
Poi ogni cosa può essere vista da molteplici punti di vista… ovvio. Per noi si tratta di un “settore” lavorativo, che come tale non è fate bene fratelli, che come tale ha dei competitors all’interno e all’esterno e che come tale non può accontentare tutti e ne può accontentarsi di tutti.
Ma ritornando agli Elii: loro sono indubbiamente musicisti fantastici, hanno prodotto dischi di prim’ordine, mischiando Frank Zappa agli Squallor, creando uno stile tutto loro. Sono stati grandiosi nelle loro ironiche trovate, specialmente sanremesi. Indimenticabile rimane il Festival del 1996, quello in cui si presentarono con “La terra dei cachi”, arrivando addirittura al secondo posto… e qualcuno disse anche che la vittoria sarebbe stata addirittura la loro se non fosse stato per “qualcosa di poco chiaro” successo nei conteggi finali. Furono unici anche nel festival del 2013 con “La canzone monotona” (secondo posto anche quell’anno), un brano composto e realizzato con una sola nota, cosa che aveva un valore simbolico grandissimo visto il contesto della Kermesse e il mondo delle “canzonette” alla stessa legate… GENIALI!
Il gusto delle loro proposte forse comincia a diventare un po’ indigesto nel 2016 con “Vincere l’odio”… perchè in fin fine a Sanremo si dovrebbe andare per cantare delle belle canzoni e se si vuol ridere lo si fa una o due volte, ma alla terza si ignora bellamente, a meno che non si fa qualcosa che spiazza e su questo gli Elii hanno creato grandi aspettative. Vedremo alla quarta chance come andrà…
In fin dei conti a livello di vendite discografiche gli Elio e le storie tese, a parte l’exploit post-sanremo del 1996 con il cd Eat the Phikis, che superò le 200.000 copie, non hanno mai brillato. Le presenza televisive hanno invece dato grande celebrità al gruppo, da X Factor al Dopo Festival, portando la fama di ogni componente degli Elii a diversi livelli. E adesso, dopo una carriera lunga quasi 40 anni, è anche giusto che i nostri vogliano monetizzare il tutto essendo arrivati vicini al traguardo finale!
Non si vive di solo immagine, ironia e bravura artistica… per sfamarsi ci vuole anche il pane!
Facebook Comments