Chi Cerca Trova oggi parla del fado portoghese.
Siamo abituati ad ascoltare la musica che qualcun altro seleziona per noi, ma il mondo è pieno di belle canzone destinate, purtroppo, a restarci ignote. Questa rubrica ci porterà in viaggio per il globo alla scoperta di tante piccole o grandi gemme della musica internazionale poco conosciute nel nostro paese.
Il nostro viaggio comincia dal Portogallo.
Questo angolo di Europa vanta la paternità di un genere musicale unico, il fado, la cui illustre tradizione è più che mai viva e preminente nel paese.
Il fado tradizionale, la cui massima interprete fu nel ‘900 Amàlia Rodrigues, si lega a tematiche di nostalgia, sofferenza e fatalismo perfettamente rispecchiate dalla veste musicale dei brani.
Negli ultimi anni, tuttavia, all’influsso di questa tradizione si è sommato quello delle sonorità pop internazionali: ciò ha dato vita a un piacevolissimo ibrido che unisce l’eleganza e la tensione del fado ad una rinnovata freschezza.
Esempio perfetto di questa nuova tendenza è il brano “Dia de Folga” (“Giorno libero”) di Ana Moura, una delle maggiori fadiste contemporanee.
Le voci del fado sono tipicamente femminili, e si tratta di voci piene e potenti eppure straordinariamente eleganti e piene di passione (una lezione da non sottovalutare per tante interpreti italiane!). È il caso di Ana Bacalhau dei Deolinda, di cui ascoltiamo un brano del 2016 dal titolo “Corzinha De Verão”.
La fusione fra tradizione e innovazione torna in modo prepotente anche con “Amor Ladrão” di Cuca Roseta…
…e con “Meu Amor de Longe” di Raquel Tavares, entrambe composizioni allo stesso tempo pregevoli e orecchiabili.
La chiusura di questa prima tappa del nostro viaggio spetta però nuovamente ai Deolinda con un brano del 2013, un piccolo capolavoro in tre accordi dal titolo “Seja agora”, “Che sia ora”.
Nós havemos de nos ver os dois
ver no que isto dá
ficar um pouco mais a conversar
Ter a eternidade para nós
Quem sabe, jantar,
Se tu quiseres pode ser hoje.
Noi dobbiamo proprio incontrarci
e poi, chi lo sa,
rimanere qui a parlare un po’,
fare nostra questa eternità,
poi, chissà, cenare,
anche oggi, se vorrai.
Qui si chiude la prima tappa del nostro viaggio. Buon ascolto!
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