Fabrizio De Andrè e la conferenza stampa di presentazione di “Tu che m’ascolti insegnami”
“Conservare un patrimonio che va restituito al futuro, senza tradire la bellezza naturale e originale, regalando nuova vitalità, restituendo tutti quei dettagli che le vecchie tecnologie non erano in grado di darci.”
E’ questo il senso del lavoro che Sony Music sta portando avanti con i più importanti autori in catalogo e che oggi ci offre “Tu che m’ascolti insegnami”, disco che raccoglie un terzo circa della produzione di Fabrizio De André in versione rimasterizzata in alta definizione, a partire dai master analogici originali, sotto la cura tecnica di Stefano Barzan e la consulenza artistica di Dori Ghezzi.
Il disco è stato presentato alla stampa il 23 novembre scorso in una conferenza stampa condotta da John Vignola alla presenza di Dori Ghezzi che ha curato la difficilissima scelta dei brani e di Morgan da sempre ammiratore e conservatore della memoria dell’immenso cantautore genovese.
La raccolta si articola in quattro temi:
- FEMMINE UN GIORNO E POI MADRI PER SEMPRE (L’amore e l’universo femminile)
- IL POLLINE DI DIO, DI DIO IL SORRISO (La spiritualità il sogno)
- DEV’ESSERCI UN MODO DI VIVERE SENZA DOLORE (Guerra e pace, potere, giustizia libertà)
- SOTTO IL VENTO E LE VELE (L’infanzia la vota e oltre)
Dori Ghezzi ci svela il senso di questa scelta: “È il tentativo di creare delle raccolte che fossero dei Concept Album, attraverso dimensioni emotive che fossero care a Fabrizio. Ma non si tratta di categorie nette e chiuse, ma piuttosto delle chiavi di lettura in grado di aprirsi a nuovi percorsi.”
Del resto la produzione di Fabrizio De André è una enciclopedia, una opera colossale dal valore culturale e artistico inestimabile per temi, per testi, per melodie e per arrangiamenti, nel quale è possibile sempre riscoprirsi e ritrovarsi e che ci interroga dal profondo.
“Fabrizio è davvero IL padre della canzone italiana, non uno dei padri” sostiene Morgan, “il cui valore universale è oggettivo, costruito con la capacità di parlare sempre in terza persona di storie reali e quotidiane, umanamente alte, col giudizio di chi per primo si mette in discussione”.
Sugli aspetti tecnici interviene Stefano Barzan “Potrei dire che sul piano tecnico ciò che abbiamo fatto è nulla: nel senso che abbiamo davvero ridato vita a tutta la freschezza e tutta la bellezza delle registrazioni originali, riprocessando e rimasterizzando con l’obiettivo di preservare tutto. Non si tratta della solita rimasterizzazione dai file digitali ma di un vero lavoro di recupero, di restauro.”
In concomitanza dell’uscita del disco è disponibile anche il video ufficiale del “Il Pescatore” (qui) per la regia di Stefano Salvati, prima realizzazione di un progetto che vuol vestire nel tempo tutte le più importanti canzoni di Fabrizio De André.
L’ascolto che abbiamo fatto in anteprima della raccolta conferma la profonda verità di queste affermazioni, dando conferma sensibile a tutte le premesse ala base di questa pubblicazionie: la voce di Fabrizio De André emerge in tutta la sua stupefacente presenza e forza emotiva, senza inutili coloriture o appiattimenti, mostrando tutta la meraviglia di questo dono della natura. Anche gli strumenti musicali vengono riprodotti esattamente per quello che sono. Un esempio per tutti: la chitarra di “Ho visto Nina volare” è riprodotta anche nei suoi aspetti tattili regalandoci non solo il suono delle corde ma anche la netta e palpabile sensazione della pelle sul legno, il netto sfregare delle corde sul metallo dei tasti. Intraducibile in parole: pura goduria dell’ascolto.
Questo disco è da comprare assolutamente, da mostrare in bella vista nel luogo più importante della casa come una Bibbia laica e sonora, come fonte ineasuribile della nostra cultura musicale italiana.
“Tu che mi ascolti insegnami” è disponibile da ieri in tre differenti formati: un CD Bookset con 4 dischi, un Box Edizione Limitata da 8 LP da 180gr e infine in Gatefold Essential Selection da 4 LP 180 gr.
Tracklist – Fabrizio De Andrè “Tu che m’ascolti insegnami”
Femmine un giorno e poi madri per sempre (L’amore e l’universo femminile):
- Ho visto Nina volare
- Hotel Supramonte
- Valzer per un amore
- Un malato di cuore
- Tre madri
- Canzone dell’amore perduto
- Giovanna d’arco
- Andrea/Tema di Rimini
- Le passanti
- Da a me riva
- Franziska
- Amore che vieni amore che vai
- Via del campo
- Giugno ’73
- La canzone di Marinella
- Prinçesa
- Verranno a chiederti il nostro amore
- La stagione del tuo amore
- Bocca di rosa
- Jamin-a
Il polline di Dio, di Dio il sorriso (La spiritualità il sogno)
- Smisurata preghiera
- Se ti tagliassero a pezzetti
- Inverno
- Il pescatore
- Il sogno di Maria
- Ave Maria
- Anime salve
- La cattiva strada
- Spiritual
- Preghiera in Gennaio
- Deus ti salvet Maria (Ave Maria)
- Si chiamava Gesù
- Verdi pascoli
- Oceano
- Il ritorno di Giuseppe
- Il testamento di Tito
- S’i’ fosse foco
- Açimma
- Volta la carta
- Il suonatore Jones
Dev’esserci un modo di vivere senza dolore (Guerra e pace, potere, giustizia libertà)
- Introduzione
- Canzone del Maggio
- Girotondo
- Sidún
- Terzo intermezzo
- Il re fa rullare i tamburi
- Carlo Martello ritorno dalla battaglia di Poitiers
- Il gorilla
- Ballata dell’amore cieco (o della vanità)
- La guerra di Piero
- La ballata dell’eroe
- Fiume Sand Creek
- Disamistade
- Una storia sbagliata
- Il bombarolo
- Avventura a Durango
- Un giudice
- Don Raffaè
- Quello che non ho
- La domenica delle salme
- Le nuvole
Sotto il vento e le vele (L’infanzia la vota e oltre)
- Coda di Lupo
- Amico fragile
- Canzone per l’estate
- Rimini
- Le acciughe fanno il pallone
- Dolcenera
- Canto del servo pastore
- La città vecchia
- A duménega
- Khorakhané (a forza di essere vento)
- Cantico dei drogati
- Un ottico
- Crêuza de mä
- Leggenda di Natale
- L’infanzia di Maria
- Il testamento
- La collina
Durante la conferenza sono stati fatti vedere anche alcuni minuti dal film per la tv “Il principe libero” con Luca Marinelli, che verrà trasmesso su Rai1 a febbraio, mentre sarà nei cinema due settimane prima della messa in onda. Dori Ghezzi spiega: “Qui si racconta soprattutto la fase formativa di Fabrizio. Ho dovuto accettare che in alcuni punti ci fossero errori per esigenze di drammaturgia. Ad esempio, il ruolo dell’amico spetta a Paolo Villaggio perché fu importantissimo in quel periodo: alcuni collaboratori non ci saranno, ma non poteva essere una carrellata di nomi“.
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