La realtà è più veloce della burocrazia, si sa. E il mondo Social è più veloce ancora. Bastano una serie di post che diventano un thread virale, quindi una miriade di considerazioni, affermazioni, condivisioni che possono spostare o creare un’Opinione. Poi magari arriva un servizio giornalistico incalzante e attuale in una trasmissione di tendenza, e il fattaccio esce allo scoperto. Con molto più clamore di una denuncia alle sedi competenti. Senza contare il preziosissimo lavoro dei blogger che scrivono e commentano, come noi e tanti altri, portando avanti un’informazione animata dalla passione e dalla curiosità.
Sia la stampa tradizionale che quella specializzata ormai riportano ogni giorno notizie sugli sviluppi.
Finalmente dopo il clamore dei servizi TV (vedi inchiesta de Le Iene) qualche parlamentare più acuto o semplicemente connesso, ha preso carta e penna aggiungendo alla risma di carte parlamentari, una Proposta di Legge che prenda atto del vuoto legislativo che abbiamo sottolineato e lamentato in tanti, proponendo pene pecuniarie e sanzioni per chi fa bagarinaggio speculativo online, il cosiddetto Secondary Ticketing (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo). Persino Roberto Rampi, deputato che aveva presentato pochi mesi fa una Proposta di legge (leggi articolo in merito) specificatamente per la regolamentazione della musica dal vivo e di cui avevo scritto con entusiasmo, non aveva previsto una regolamentazione in questo settore. Segno forse che appunto la realtà compie giri più lunghi prima di arrivare sugli scranni parlamentari. Ma bando ai lamenti, qualcosa si muove.
L’obiettivo della norma proposta mira a limitare fortemente il “collocamento di biglietti per manifestazioni di spettacoli acquistato online in maniera massiva da apposite piattaforme e successivamente rivenduti a prezzi maggiorati molto superiori rispetto al prezzo esposto sul biglietto”.
L’ On.Massimo Fiorio, promotore della Proposta e che già aveva visto respingere dall’Esecutivo una prima proposta. In merito, ha trovato quindi terreno fertile. Sicuramente la spallata mediatica de Le Iene è stata essenziale per affrontare seriamente fenomeno. Ora ci siamo, e il testo è stato presentato.
In sintesi, multe fino a 180.000€, che non sono pochi, per chi persisterà in questa pratica a danno del consumatore. Indipendentemente dai giri di scatole cinesi che possono aver inventato per eludere controlli. Un deterrente che eroderebbe in maniera significativa l’illecito guadagno della truffa. Ma soprattutto viene sancita la perseguibilità, reato o illecito che sia alla fine definito, di questa pratica diffusissima. E si arriverebbe anche all’oscuramento dei siti incriminati. Quindi addio vuoto legislativo.
Persino la Siae, ha preso provvedimenti seri, passando dalle parole ai fatti “inserendo una clausola che fa espresso divieto al titolare del permesso di fornire ticket di ingresso a piattaforme online e siti web del cosiddetto mercato secondario. Con questo provvedimento – recita la nota ufficiale – Siae ha voluto rafforzare il divieto alla rivendita dei biglietti a prezzo maggiorato rispetto a quello ufficiale”.
Vedremo poi nel corso del suo iter burocratico, se la proposta manterrà l’impegno o si annacquerà, come purtroppo spesso succede per accontentare tutti e soprattutto quando i riflettori si spengono.
Ma almeno la crepa nella diga non è più nel limbo del passa-parola o dei post incazzati. Ora le denunce fatte da Codancons e l’inchiesta aperta dall’Antitrust (leggi articolo precedente) hanno un motivo legale di essere portate avanti.
D’ora in poi nessuno potrà cadere dalle nuvole affermare con spudorato candore, come è stato fatto, che ”non è illegale, ma solo borderline”. Ora da più parti (F&P in primis) si sollecita una catartica autodenuncia, della cui senso e efficacia a posteriori però dubito.
Più volte è stato ribadito che gli Artisti italiani non sono coinvolti, spero sia veritiero e non voglio pensare il contrario. Loro stessi, tra cui Vasco, Ligabue, Cremonini, Tiziano e altri, si sono subito dissociati al diffondersi delle notizie che si accavallano nel tamtam mediatico. Anche perché c’è una credibilità che vale molto più del vil denaro. È quella credibilità che sta alla base del coinvolgimento emotivo dei fans. E che in ultima analisi, ha creato le premesse e la domanda perché operatori senza scrupoli ne approfittassero in modo così obliquo.
Se tutto va per il meglio, l’Italia sarebbe davvero all’avanguardia su questo tema. Wow! Non sarebbe meraviglioso?
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