America e’ stata scritta nel 1979… Ma c’è una cosa che bisogna svelare: il testo di questo grande successo si deve, in gran parte, a Roberto Vecchioni.
Le cose sono andate più o meno così. Gianna aveva già realizzato due album che non erano andati bene, così la direzione artistica della Ricordi decise di cambiare il team di produzione, affidando il tutto a Michelangelo Romano. Romano all’epoca produceva Roberto Vecchioni, coadiuvato dall’arrangiatore Mauro Paoluzzi. Ed ecco che entra in ballo Roberto Vecchioni, chiamato proprio da Michelangelo Romano per aiutare Gianna Nannini a scrivere il testo su una musica di Mauro Paoluzzi. E il pezzo di cui parliamo, ovviamente, è proprio “America“.
Probabilmente vi starete chiedendo perché Vecchioni non abbia mai firmato il testo di “America”. Uno dei motivi fu che lui ci teneva a far apparire Gianna come cantautrice a tutto tondo, e in secondo luogo perché a lui, in realtà, non interessava molto quella produzione.
Ad ogni modo, al di là degli indubbi meriti di Vecchioni, non si può non riconoscere alla Nannini la capacità di aver reso così potente il testo e la canzone stessa, grazie alla sua formidabile interpretazione.



E adesso andiamo a “leggere” questo capolavoro.
“Cercherò mi sono sempre detta cercherò
troverai, mi hanno sempre detto troverai
per oggi sto con me, mi basto e nessuno mi vede
e allora accarezzo la mia solitudine
ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa
chiedere chiedere chiedere chiedere.”
L’inizio è apparentemente piuttosto vago, ma si giustifica subito con quell’oggi sto con me, mi basto… nessuno mi vede… e allora accarezzo la mia solitudine… Un modo davvero vincente per parlare della masturbazione, argomento che all’epoca non era mai stato trattato in un testo di una canzone italiana, dunque chapeau!
“Fammi sognare lei si morde la bocca e si sente l’America
Fammi volare lui allunga la mano e si tocca l’America.
Fammi l’amore forte sempre più forte come fosse l’America.
Fammi l’amore forte sempre più forte ed io sono l’America.”
A differenza della stragrande maggioranza delle canzoni di quel periodo, il ritornello di “America” arriva quasi subito, ed è la mossa vincente del pezzo. Il testo ha un effetto prorompente e con una carica erotica micidiale… fantastico il sistema utilizzato da Vecchioni per porgerci il titolo… e si sente l’America...e si tocca l’America… come fosse l’America… Non possiamo dimenticarci della copertina del disco che mostrava la statua della libertà che invece di reggere la fiaccola, reggeva un vibratore. Dunque era anche un chiaro attacco alle convenzioni dei perbenisti nei confronti degli Stati Uniti d’America.
“Cercherai mi hanno sempre detto cercherai
e troverò ora che ti accarezzo, troverò
ma quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due
quando ognuno è da sempre nella sua solitudine
e regala il suo corpo ma non sa cosa chiedere.”
La strofa di rientro ribadisce più o meno il concetto della prima, ed è di nuovo il ritornello a colpire pesante. Bellissima l’immagine che segue … Lei le mani sui fianchi come fosse l’America.
“Fammi sognare lei le mani sui fianchi come fosse l’America.
Fammi volare lui che scende e che sale e si sente l’America.
Fammi l’amore lei che pensa ad un altro e si inventa l’America.
Fammi l’amore forte sempre più forte ed io sono l’America.”
Insomma, per concludere, per me “America” resterà sempre un testo che ha aperto una strada, anche se non ci si può dimenticare di “Pensiero stupendo“, brano uscito curiosamente nello stesso anno.
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