Sono, o almeno cerco, di essere un attento osservatore di ciò che passa in televisione, e mi va di parlare di Checco Zalone proprio nel momento in cui è all’apice del successo con il suo ultimo film “Quo Vado”.
Non parlerò del film perché non mi interessa, non lo andrò a vedere al cinema, ma non per snobismo, ma perchè avendo Sky lo aspetto in TV.
Preferisco parlare di lui, dell’uomo che ho visto nelle due interviste con Fazio e Giletti, e in modo molto impercettibile mi è sembrato cambiato. Molto cambiato, cambiato dentro.
Il successo e’ una brutta bestia, difficile da domare, nessuno può restarne immune, e c’è anche successo e successo: quello di Zalone potrebbe fargli credere di essere diventato Dio.
Io, durante quelle interviste, ho notato i suoi sguardi, certi piccoli atteggiamenti così poco naturali, quel fare finta di minimizzare l’aurea magica che lo circonda. Non mi è piaciuto, non mi ha fatto neppure sorridere durante quelle interviste. Ciò non significa che nei suoi film Checco Zalone non mi abbia strappato qualche risata, ma da qui a dire che sia il futuro del cinema italiano ce ne passa, perché con tutto il rispetto, se così fosse, saremmo rovinati.
Ma forse lo siamo già.
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