L’intellettuale Umberto Eco rimette piede per la seconda volta nell’Ateneo dell’Università di Torino dove, nel 1954, si era laureato in Filosofia.
Ieri gli è stata consegnata la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei Media” perchè “ ha arricchito la cultura italiana e internazionale nei campi della filosofia , dell’analisi della società contemporanea e della letteratura, ha rinnovato profondamente lo studio della comunicazione e della semiotica“.
Un bel riconoscimento : ovazioni, applausi, standing ovation, massimo rispetto.
Ma Umberto Eco, ieri, nel breve incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino, ha voluto dire la sua anche su Internet ed ha sparato a zero sui social media che, secondo lui, ” danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano messi subito a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli.”
Un giudizio tranchant, senza possibilità di appello. Forse un po’ troppo, per conto mio.
Premesso che il concetto di fondo è altamente condivisibile, nutro sempre delle perplessità per chi fa di tutta l’erba un fascio.
La libertà di espressione, nei limiti della decenza, dell’educazione e del rispetto, va tutelata.
Perchè un Premio Nobel dovrebbe dire delle cose più interessanti del fioraio che ho sotto casa?
Magari sarà più preparato in Anatomia Umana (se è un Nobel della Medicina) ma non necessariamente potrebbe esserlo sulla situazione politica in Italia in cui, il nostro fiorista, tra una corbeille e l’altra, magari è ferratissimo.
Pensate a cosa sarebbe la rete se potessero commentare solo i “soloni” della politica, per esempio : un tripudio di post incomprensibili, autoriferiti, senza contraddittorio. Una specie di talk show internettiano dove parlano sempre gli stessi, senza ascoltarsi l’un l’altro, urlandosi addosso.
Abbiamo un cervello: usiamolo!
Inseriamo la modalità Selezione e impariamo a distinguere ciò che è lercio da ciò che, invece, ci può dare la possibilità di arricchire le nostre conoscenze.
Interagiamo con intelligenza, educazione e umiltà: dagli altri c’è sempre da imparare. Anche se non hanno mai messo piede nella Konserthuset di Stoccolma.
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