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lunedì, Maggio 20, 2024

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In RAI il Festival e il contro Festival …paradossi dei “vorrei ma non posso”

di Mela Giannini
Quel che rimane di Sanremo e quello che potrebbe essere.

Si è da poco chiuso il sipario dell’Ariston …le luci si sono spente, i suonatori son tornati a casa, i trepidanti computers dei giornalisti, in sala stampa, son solo un ricordo…e la platea del teatro si è svuotata.

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Mentre piano piano, anche lo strascico del post Festival, nelle televisioni, si fa meno invadente, sbiadendo nei nostri ricordi più recenti, emergono limpide le riflessioni su cosa si è visto, su cosa non avremmo voluto vedere, sulle canzoni rimaste nella mente di quest’ultima kermesse, sui siparietti inutili e le “carrozzonate mediatiche” che hanno adornato a mo di “macchietta” questo festival, spacciandolo per il più visto dal 2006 (cosa assolutamente falsa…perchè, benchè lo share sia stato alto, il numero reale dei telespettatori che ha seguito il festival 2015, è stato inferiore a quello del 2010, 2011, 2012, 2013 -l’edizione con più ascoltatori- e 2014).

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Si è visto e sentito di tutto e di più su quel palco, un minestrone al fine indigesto e allo stesso tempo insipido, un mix di  tutto e niente (o poco):
La patetica scenetta della famigliola dello spirito santo con 16 figli a carico…le flessioni di Al Bano che propina una “Felicità” alla “Matrimonio all’italiana” di De Sica (più azzeccato, a dir il vero, è l’accostamento al tema teatrale da cui è tratto il film… “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo)… la Fanfare for the Common Man… i grandi dell’opera italiana, da Puccini a Verdi, martoriati prima dall’ex Gazosa e poi dalla Banda dell’Esercito… i “presunti grandi” pianisti che ammorbano il cervello anche dei più distratti (ovviamente parlo di Allievi)… i “ricordi” per i grandi scomparsi della musica italiana, attraverso incomprensibili e inutili balletti o canzoni dissacranti di comici senza rispetto…i comici che hanno fatto più piangere (dalla disperazione) che ridere…la presenza di improbabili vallette, alcune (la Marrone) che hanno una sovraesposizione mediatica che supera anche quella di Salvini (pseudo politico che è praticamente sempre in televisione)…le sonore stecche di tanti big e ospiti…le invasioni barbariche delle “Kekkocanzoni-Suraci“…la mano lunga della Caselli…il marketting alla “marchettara” (scusate il termine…), che aveva già fatto vincere il Festival ai “VOLANTI INTENORATI” (anche se, a dire il vero, i tre ragazzotti sono due tenori e un baritono…più di gola che di diaframma) mesi prima che si ascoltasse una sola nota al Festival di Sanremo…tanti maccheroni, spaghetti, pizza e tric e trac Made in Italy,  sputati in etere, in Eurovisione.

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Tanti VORREI MA NON POSSO …della serie: vorremmo mostrare la grande tradizione culturale e musicale italiana, l’operistica italiana, da Puccini a Verdi ecc ecc…ma alla fine vi dovete accontentare de Il Volo, di Allievi, dell’ex Gazosa e dell’Esercito Italiano…ecc ecc.

E mentre questo scempio si compiva sulle reti dell’ammiraglia Rai, con un dopo festival (quest’anno in rete) che faceva da contrappunto a quanto andava in onda in TV- un dopo festival irriverente, intelligente e di successo (tanto da indispettire i vertici Rai che non si aspettavano questo successo e così tanta irriverenza)- nella serata finale del festival, proprio in RAI (RAI 3…a “Che fuori tempo che fa”), per paradosso, andava forse (e NON tanto “forse”) in onda una sorta di contro festival…uno spezzone di un “IDEALE” festival della “CANZONE ITALIANA”…in cui giovani artisti cantano i GRANDI autori italiani, con una tale trasporto e tanta passione da far provare quei brividi che in 5 serate del festival dell’impiegato statale Rai, Conti, non si è provato (a parte rare eccezioni).

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E così, da un luogo di grande cultura, dalla Pinacoteca di Brera, si “recita” cultura musicale, si “recita” il tempo della  vita e dei suoi mille e mille momenti, ed emozioni da vivere, in una stupenda canzone di Ivano Fossati, “C’è tempo“, cantata con molta umiltà e contagiosa emozione da un bravissimo Marco Mengoni.

E dopo aver ascoltato quello che meritava d’essere ascoltato, i perchè diventano ancora più grandi, insieme alle certezze, anche loro altrettanto grandi…perchè non è vero che in Italia non ci sono artisti, arte e musica davvero di spessore (tra i noti e gli emergenti…e tra quelli che non riescono ad emergere).

Il problema è che forse si pensa che la musica di spessore non riempi le tasche…e forse è vero, ma con le tasche piene, come ha dimostrato questo ultimo Sanremo, si rimane comunque digiuni…nell’anima, nello spirito e nell’intelletto.

 

L’evento di Rai 3 è stato postato nei social dalla Pinacoteca di Brera, ed è stato condiviso anche, sempre sui social, dal Ministero dei Beni Culturali.
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Il video di RAI 3, dell’evento alla Pinacoteca di Brera, è visibile sul sito Rai sul link—>QUI
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Se non si riesce a vedere il video sul sito Rai, è possibile vederlo in una Fan Page di Facebook di Mengoni , “Marco Mengoni Club“. Per vedere il video —>QUI

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