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martedì, Marzo 28, 2023

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SANREMO 2023, TERZA SERATA – TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO

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Ieri sera è andata in onda su Rai 1 la terza serata della 73^ edizione del Festival di Sanremo. Tante le cose successe, tra ospiti, cantanti in gara e sorprese varie.

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La Tv è spettacolo, e lo spettacolo è una bugia arbitrariamente costruita sul bisogno ossessivo dello spettatore di credere che tutto sia reale.

Miei cari lettori, l’alta società sanremese ha fatto il suo ritorno al Festival della canzone italiana e lo stesso vale per questa autrice.

Quella del 2023 ha l’aria d’essere l’edizione più scandalosa di tutti i tempi, e mentre gli italiani si domandano quale altra oscenità potrà macchiare l’immacolata sindone di tale istituzione, io resto in ombra a commentarne ogni piccolo dettaglio.”

Potrebbe sembrare l’inizio di una lettera scritta da Lady Whistledown in persona, voce narrante e autrice scandalistica di una famosa serie ambientata nell’età della reggenza inglese, invece no, siamo al settantatreesimo Festival di Sanremo, tre secoli dopo.

E ora come allora la parola d’ordine è?

SCANDALO.

Nonostante lo scompiglio di queste ultime edizioni sempre più eccentriche e liberali, la musica non ha mai ceduto il posto alla finzione, ha solo scelto di farne parte, e non c’è niente di sbagliato nel dare al pubblico esattamente ciò di cui ha bisogno: uno spettacolo.

Nella terza serata saranno televoto e giuria demoscopica a confermare o ribaltare la classifica della sala stampa.

Il co-conduttore Gianni Morandi guadagna la scena omaggiando subito la strepitosa orchestra del Maestro Leonardo De Amicis, Amadeus lo raggiunge in diretta Instagram.

sanremo

Alle ore 20:50 si apre ufficialmente il televoto.

Le prime artiste ad esibirsi con il Codice 01 sono Paola e Chiara, avvolte in un abito di pizzo nero decisamente più sobrio ma non meno scintillante del precedente. A dirigere la loro Furore è il Maestro Nicolò Fragile, e nonostante la precaria intonazione del duo, ci ritroviamo davanti ad un pezzo costruito per essere una Hit. Livello culturale necessario per l’ascolto? Diploma di Scuola materna.

Al Codice 02 c’è Mara Sattei con Duemila minuti, colonna sonora della vita di tante donne. Un testo intenso interpretato con la consapevolezza di chi ha accettato di non poter salvare nessuno oltre sé stesso. Violenza, alcool, droga, senso di colpa, dipendenza affettiva, una cruda e sempre più tristemente attuale realtà trasformata in musica sotto la direzione del Maestro Carmelo Patti.

sanremo

L’aria si fa più leggera con l’arrivo di Rosa Chemical. A dirigerlo è il Maestro Fabio Burian, e mentre il teatro si accende sulle note di Made in Italy noi mandiamo un tenero saluto alla sua fan numero uno, la deputata Maddalena Morgante.

È la volta di Gianluca Grignani, detto anche “l’illuminato”. Gianluca è un uomo che ha capito e deve dimostrarlo. Come? Interrompendo di proposito la sua esibizione per lanciare un messaggio a chi non ha saputo gestire un banale imprevisto, a discapito di un ragazzo di diciannove anni messo alla gogna pubblica. “A cinquant’anni ho capito come si fa, a venti non ci sarei riuscito” – e aggiunge, “Un errore non si paga così”. A fine esibizione abbandona la scena per non ricevere il simbolico mazzo di fiori, poi ci ripensa, toglie il mazzolino dalle mani di Amadeus senza degnarlo di uno sguardo e lo regala al pubblico. Ovviamente oggi vorremmo averlo tutti come amico, ma questo non deve distogliere l’attenzione dal suo brano speciale, Quando ti manca il fiato, scritto a quattro mani col mitico Maestro e Direttore d’orchestra Enrico Melozzi.

 

CREDITI FOTO ANSA/ETTORE FERRARI

Finalmente arriva la tanto attesa co-conduttrice Paola Egonu. La pallavolista della Nazionale Italiana risplende di genuina bellezza dentro un abito stile impero e fa la sua prima presentazione al Festival, annunciando il quinto concorrente in gara: Levante e la sua Vivo. È il Maestro Daniel Bestonzo a dirigere questo omaggio alla rinascita di una donna che non può accettare di essere soltanto madre, festeggiando una ritrovata identità dopo il grande salto nel buio.

Non bastano le parole per descrivere invece la classe, la delicatezza e l’eleganza con la quale Tananai fa il suo ritorno a Sanremo dopo l’ultima posizione in classifica del precedente anno, dimostrando a tutti che mettersi in discussione e lavorare sodo significa ottenere dei risultati concreti come il suo quinto posto in parziale. Tango richiede attenzione, intenzione, intimità. È una ballad che arriva dritta al cuore e conquista con il suo sapore retrò. A dirigerlo, il Maestro Fabio Burian.

Codice 07 per Lazza con Cenere. Inutile fare giri di parole, l’impronta di Dardust è una garanzia di alta qualità e il Maestro Enzo Campagnoli dirige sapientemente questa bomba ad orologeria che ci accompagnerà in radio per molto, moltissimo tempo.

Una preghiera collettiva per LDA che nella scorsa serata ha dovuto fare i conti con numerose assenze di segnale del suo radiomicrofono, regalando agli spettatori qualcosa di più simile ad una telefonata in galleria che ad una esibizione. La melodia delle strofe della sua Se poi domani ricorda molto Someone like you di Adele, niente di più prevedibile dagli avvezzi ai mashup.

Il pubblico attende in piedi l’arrivo dei primi ospiti della serata, i Maneskin, che salutano il loro Maestro “Herry” Melozzi e ci regalano un medley accompagnati dal mitico Tom Morello. Anche se la regia della Rai sembra più interessata al fondoschiena di Victoria, apprezziamo il fatto che Sanremo abbia voluto omaggiarli con un premio cittadino.

Al codice 09 vediamo una Madame che abbandona il solito look androgino e canta la storia d’amore di una prostituta il cui sbaglio fatale rende la sua vita meravigliosa. Il bene nel male è un pezzo di inesauribile potenza. A dirigerla, Luca Faraone.

Fatti mandare dalla mamma compie sessant’anni, e quale occasione migliore del Festival per festeggiare l’iconico brano? Con lui sul palco arriva Sangiovanni, due generazioni opposte e ugualmente genuine s’incontrano in una rivisitazione del pezzo di Morandi tra frecciate e divertimento.

Immancabile Annalisa che quest’anno mette da parte la competizione si esibisce al Suzuki Stage con Bellissima.

È la volta di Ultimo, che dal fondo della classifica della prima serata recupera andando a posizionarsi al secondo posto. Alba, diretta da Will Medini, è una canzone fedele al suo stile ma inadeguata alla vocalità. Le strofe sono appena comprensibili, la tonalità troppo bassa non permette di gestire al meglio l’emozione di un palco come quello dell’Ariston, poi esplode diventando il solito pezzo fatto di urla e lamenti.

Un plauso ad Elodie che si esibisce con l’influenza e nessuno se ne accorge. Due è un pezzo che viaggia sulla stessa linea di Duemila minuti della Sattei ed è già tra i miei brani preferiti.

Il bellissimo sorriso di Mr.Rain conquista il podio insieme alla genuinità dei suoi coristi alati. “Facile vincere coi bambini che cantano” – scrivono sul web – ignorando il fatto che la depressione come descritta in Supereroi, azzera le tue difese riportandoti ad uno stato di fragilità emotiva pari a quella dei bambini, che in questo caso specifico, diventano presenza narrativa. Un invito a chiedere aiuto, perché “non puoi combattere una guerra da solo” e non possiamo essere più d’accordo. Melozzi dirige questo ennesimo capolavoro.

Codice 13 per Giorgia in Parole dette male. Big Fish scrive e dirige un’artista immensa che deve necessariamente ritrovare la sua identità.

I Colla Zio cantano Non mi va, ed effettivamente neanche a me va di commentarli.

Arriva lui, bello bello, ci pensa lui, stai tranquillo … Con il codice 15, ecco a voi Marco Mengoni. Piantato al primo posto in classifica ha dato una lezione di umiltà e bravura a chiunque con un pezzo vocalmente complicato, portandosi a casa la standing ovation del pubblico che si aspetta la sua vittoria. Il Maestro Giovanni Pallotti può considerarsi privilegiato, e mentre Marco trema per l’emozione mantenendo ben salda la sua voce, noi assistiamo zitti e buoni all’esibizione di un vero Artista.

Salutiamo Guè in Crociera e ritorniamo alla gara con i Colapesce Dimartino che fanno Splash tuffandosi in un mare di consapevole banalità.

Crediti GettyImages

Codice 17 per i Coma_Cose con L’Addio (non quello di Guccini) che annunciano il loro matrimonio in conferenza stampa e si presentano in gara con un look total black in perfetto stile Famiglia Addams. I promessi sposi cantano un pezzo semplice, diretto, da cui estrapolo una delle frasi più forti del testo: “Forse diventeremo due stranieri in viaggio su respiri più leggeri, chissà se piloti o passeggeri”.

Leo Gassman e la sua Terzo cuore, diretta dal Maestro Simone Bertolotti, racconta l’uomo a cui non basta un solo cuore per dimostrare quanto amore può dare, un pezzo di piacevole ascolto cantato con l’entusiasmo di chi vuole e sa farcela da solo.

Il secondo ospite della serata è il mitico Massimo Ranieri accompagnato dalle sue meravigliose coriste, Cristiana, Sara e Valentina, tre artiste a tutto tondo che dal palco del tour sono passate a quello dell’Ariston, vivendo grazie a lui un’emozione indimenticabile.

Il terzo ospite della serata è proprio Ranieri a presentarlo, si tratta della bellissima quanto loquace Rocío Muñoz Morales, che fa il consueto monologo di ogni artista fuori porta, quello in cui si esalta il paese e il popolo che lo sta ospitando, poi ripone lo scettro di Miss banalità e annuncia i diciannovesimi artisti in gara: i scintillanti e mai prevedibili Cugini di Campagna.

Fabio Gargiulo dirige la loro Lettera 22, quella lettera dell’alfabeto che ancora non esiste e si traduce in tutto ciò che non riusciamo a dire poiché non ha definizione. Futuristici, acuti o semplicemente astuti, ciò che conta è il risultato di chi sa fare il bene suo mestiere.

Codice 20, Olly. Polvere è una metafora significativa, le paure e i disagi non spaventano più quando abbandoni l’idea di dover raggiungere la perfezione. Un artista ancora acerbo che nei prossimi anni avrà certamente tanto da dire.

La ventunesima esibizione spetta ad Anna Oxa, cantante tanto brava quanto rancorosa. La Oxa, che non accetta l’ultimo posto della parziale, si presenza con un outfit da artista di strada francese e un ghigno perenne sul volto. La potenza di Sali passa quasi in secondo piano e questo, con un gigante come lei, non dovrebbe mai accadere. Voto 0 al suo Social Media Manager.

Gli Articolo 31 vestiti di rosso Valentino (sperando che la Maison non mi quereli), ostentano la loro reunion più del ritorno di fiamma tra Stefano e Belen, Ax manda il pitch a manetta e i due si fanno Un bel viaggio a metà tra Fedez e gli 883. A fine esibizione lanciano il mazzo di fiori al pubblico, ma l’unico che meritava di riceverli era il Maestro Valeriano Chiaravalle.

Codice 23 per Ariete e la sua Mare di guai. La tranquillità con la quale questa giovanissima artista tiene la scena per la prima volta è invidiabile e aldilà del risultato, è chiaro che ci ritroviamo davanti a qualcosa di insolitamente grande.

Crediti GettyImages

Enrico Melozzi accompagna il suo ultimo artista in gara, un’altra giovanissima promessa della musica italiana che al momento non convince il pubblico, posizionandosi all’ultimo posto della parziale: Sethu con Cause perse, un titolo azzeccato.

Shari lo precede di una posizione con Egoista, gIANMARIA che si esibisce subito dopo Si posiziona qualche gradino più in alto con Mostro.

Il ritorno dei Modà è più una questione affettiva che artistica, ma va bene così e il pubblico li premia con l’ascesa al tredicesimo posto.

La gara si conclude con il codice 28 di Will che canta Stupido, un brano fresco, giovane, non certo adatto al pubblico sanremese ma che troverà il suo spazio fuori da questo contesto.

Quella del 9 Febbraio è una giornata che inizia con l’intervista di un’importante emittente radiofonica all’ex deputato di Forza Italia Daniele Capezzone, che ha paragonato l’esibizione di Fedez al Concerto del 1 Maggio invitandolo a fare politica “a casa sua”, e dimenticando che in democrazia ciascuno di noi fa politica, ovunque.

Lo slogan per antonomasia della destra non regge più, è necessario oscurare chi fa ombra e mettere in luce chi questo paese lo migliora davvero, persone straordinariamente normali come Paola Egonu e soprattutto come quel pubblico che ne riconosce la bellezza aldilà della forma.

Il televoto si chiude ufficialmente alle ore 01:36.

L’omaggio a Burt Bacharach era doveroso, la serata è finita con Mengoni al primo posto. Tutto è bene quel che finisce bene.

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