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sabato, Luglio 27, 2024

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Lo strano concetto di “cultura” dei giovani: i bonus cultura usati per Sfera Ebbasta e Fabio Volo

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Sono rimasto colpito dal seguente titolo: “Bonus Cultura: Sfera Ebbasta e Freud i più acquistati dai ʼ99”, classifica stilata da Amazon relativa ai prodotti comprati con i 500 euro disponibili per studenti maggiorenni, frutto di un disegno di legge nato con la legge di Stabilità 2015 che permette di utilizzare voucher per la fruizione di libri, cinema e teatro, musei e visite guidate.

Commentare certi risultati porta sempre a contrapposizioni di idee che si traducono in interminabili post che, vissuti in rete, consumano rapporti e si inaspriscono ad ogni nuovo commento; al contrario, il confronto personale, reale, porterebbe a giudizi probabilmente condivisibili. Parto quindi dall’oggettività, dalle classifiche che sono state divulgate ufficialmente: ognuno potrà farsi un’idea precisa… ma se vi aspettate un articolo a base meramente musicale… arrestatevi qua!

Album

1)Rockstar – Sfera Ebbasta
2) Faccio Un Casino – Coez
3) ÷ – Ed Sheeran
4) Album – Ghali
5) Sfera Ebbasta – Sfera Ebbasta
6) Enemy – Noyz Narcos
7) Ultimo: Peter Pan – Ultimo
8) Midnite – Salmo
9) Davide – Gemitaiz (Doppio CD, Edizione Autografata – Esclusiva Amazon.It)
10) Mr Simpatia – Fabri Fibra

Libri

1) L’interpretazione dei sogni. Ediz. integrale – Sigmund Freud
2) Origin – Dan Brown
3) 1984 – George Orwell
4) La coscienza di Zeno. Ediz. integrale – Italo Svevo
5) L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita – Alessandro D’Avenia
6) Il fu Mattia Pascal. Ediz. integrale – Luigi Pirandello
7) Dragon Ball Super: 3 – (Manga di) Akira Toriyama
8) Ossessioni, fobie e paranoia. Ediz. integrale – Sigmund Freud
9) Quando tutto inizia – Fabio Volo
10) Ogni storia è una storia d’amore – Alessandro D’Avenia

Il primo impulso mi ha portato ad una sottolineatura polemica, riferita essenzialmente a Sfera Ebbasta.

C’entra la musica? Gli aspetti sociali? Il degrado evidente che ci circonda? La politica?

La prima volta che ho sentito nominare “Sfera” è stato pochi giorni fa, nell’occasione del noto incidente nella discoteca di Corinaldo. Mi sono chiesto chi fosse questo giovane capace di condensare un pubblico enorme e spopolare nelle vendite, e in tutto questo mi è stato d’aiuto mio figlio ventenne.

Sono quindi andato alla ricerca del sunto della sua musica e non ho trovato nulla che potesse interessarmi, anzi, ho provato un certo disagio nel vedere l’ostentazione e la proposizione di un modello imperfetto – eufemismo – per un adolescente, solitamente un’anima compressa dalla necessità di conformarsi al gruppo nel momento della sua massima fragilità, e bisognosa di modelli di riferimento che incideranno sul percorso futuro.

Non credo che esista musica per giovani e per meno giovani, e il mio status di persona matura mi porta all’estrema semplificazione, alla dicotomia tra trame sonore – e liriche – che mi fanno stare bene e altre che mi lasciano indifferente. Ecco, le creazioni di questo rapper (un clone per niente credibile, liricamente e artisticamente, del rap/trap e hip hop d’oltre oceano) non mi toccano minimamente, ma questo è un problema mio, e non ha alcuna valenza se restiamo sul piano prettamente musicale. Mi viene invece da chiedermi dove abbiamo sbagliato, perché continuiamo a farlo, perché non ci fermiamo a riflettere.

Non vorrei passare per un bacchettone rigoroso, ma mi ritengo un “esperto” di analisi  delle fasce di età “rischiose”, a seguito di un percorso fatto sul campo, iniziando dalle riflessioni  sulla mia adolescenza super pericolosa – fatta di trappole a cui nessun genitore avrebbe mai pensato all’epoca – sino ad arrivare alla prova del fuoco, cioè l’applicazione delle mie convinzioni alla crescita dei miei figli, molto diversa da quella vissuta in prima persona. Ho trovato conforto nei risultati ottenuti: gratificante per un genitore… per un cittadino.

Quando si parla dei problemi dei nostri ragazzi, dell’alcol e delle droghe utilizzati in età sempre più bassa, del bullismo imperante, della violenza gratuita, si fa sempre riferimento a errati “modelli” di riferimento, ma non si evidenzia mai abbastanza che i cambiamenti comportamentali passano sempre attraverso radicali modifiche culturali. Chi ha la responsabilità di tale azione? E quando andrebbe fatta?

Senza scomodare esperti del settore, sappiamo che esiste una prima fase di vita in cui l’assorbimento/insegnamento è massimo, e ciò che ci entra dentro – frutto del continuo martellamento di genitori che osserviamo incessantemente – rimarrà per sempre; chi ci cresce diventa quindi l’esempio da seguire, coadiuvato da insegnanti che, soprattutto nella scuola primaria, dovrebbero essere maestri di vita.

Personalmente, se parliamo di scuola, più che il “Bonus Cultura” (che ho visto utilizzare nelle discoteche in qualche festa di fine anno…) avrei pensato a introdurre nel percorso primario sezioni dedicate all’Educazione Civica o alla Sicurezza sul Lavoro (a pochi è chiaro come sia un enorme problema sociale, che non riguarda solo il lavoro, visto che su 100 incidenti 78 avvengono nelle nostre abitazioni).

Torno a bomba. Se “Sfera” esiste, e se ha così successo, significa che ha saputo toccare parti sensibili – tra mente e corpo – dei nostri ragazzi, innescando un processo di identificazione evidentemente appagante, ma che faccio fatica a giustificare col banale concetto di “bella musica”, “belle liriche” e così via.

Un vecchio postulato dello scorso secolo, conosciuto come “La teoria dell’ago ipodermico”, sottolinea i pesanti condizionamenti indotti dai media, paragonabili agli effetti immediati di una iniezione sottopelle, dove la massa è considerata passiva e inerte, facilmente suggestionabile e attraversata da reazioni uniformi.

Non sono molto ottimista rispetto a ciò che vedremo nei prossimi anni, ho spesso la sensazione di una caduta libera verso un punto di non ritorno, e questo mi angoscia, e vedere nella classifica di cui sopra Orwell accostato a Volo mi suona strano.

Ciò che alla fine si salva è la musica, non certo quella di “Sfera” e dei suoi cloni, destinata al dimenticatoio, ma tutta quella che propone qualità, magari anche “leggera”, apparentemente di passaggio, anche effimera, perché al tirar delle somme l’effimero è essenziale alla vita.

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