Nicoletta la Valetta, al secolo Nicoletta Della Corte, attrice di teatro, televisione e cantante, ricorda con tenerezza la sua partecipazione al programma di Arbore di 30 ani fa.
Basta nominare “Indietro tutta” per far sorridere Nicoletta Della Corte che di quel programma è stata protagonista in un’età in cui la vita è un progetto in divenire. Lei era Nicoletta la valletta e oggi è tutto ancora così vivo nei suoi ricordi da attendere emozionata la seconda puntata di “Indietro tutta con l’ode” – questa sera, mercoledì 20, in prima serata su Rai2- (programma di cui abbiamo parlato in un articolo precedente).
“Mercoledì scorso – ci spiega – ho visto il programma nel mio appartamento romano. Non ho provato nostalgia per quei 30 anni scappati via così in fretta, ho ripercorso tutto con tenerezza, affetto, moltissime risate. C’è stata una catena infinita di scambi di battute in diretta tra noi, i protagonisti di quella tv del cazzeggio, e gli amici di sempre. Whatsapp e Facebook si sono trasformati in una puntata nella puntata”.
Sei nata a Bologna, la casa dello Zecchino d’oro e di Mariele Ventre
“Sì, Mariele era una donna straordinaria, rigonfia di passione ed amore. Ogni suo gesto e sguardo era eloquente ed energico. Il nostro era un rapporto di affetto e stima reciproca, nonostante fossi solo una bambina. Se ne è andata troppo presto…. Ho partecipato ad uno Zecchino, ma ero soprattutto parte del Piccolo Coro. Le tournèe, le registrazioni in sala con il mitico Augusto Martelli, mi hanno insegnato disciplina, rigore, studio. Ero una piccola professionista. Già allora ero un contralto e sono felice di aver studiato le armonie, oltre che le melodie. Zecchino d’oro e Indietro tutta: posso dire di aver dato il mio contributo a due programmi che hanno fatto la storia della nostra televisione”.
Come sei approdata ad “Indietro tutta”?
“Esattamente come Nino Frassica: telefonando a Renzo che aveva, e credo abbia tuttora, il numero sull’elenco. Abbiamo subito simpatizzato, lui rimase colpito dalla mia abilità nell’esprimermi in vari dialetti. Mi offrì subito un ruolo. Le Coccodè credo gli siano venute in mente in un secondo momento perché inizialmente mi disse ‘Ti vestirò da gallinella’. Ricordo che strabuzzai gli occhi, provenivo da un’esperienza teatrale impegnata. Poi arrivò il mio costume da marinaretta e io che da bambina mi immaginavo come mozzo su di una nave, realizzai un sogno infantile. Io ero Nicoletta la valletta che va sempre in tutta fretta vestita da marinaretta, come filastroccava Arbore”.
Dal 14 dicembre 1987 all’11 marzo 1988, 65 puntate d’improvvisazione, goliardia e anche follia…
“Ci divertivamo come matti. Eravamo tutti molto giovani, l’atmosfera era esattamente quella percepita dal pubblico. Non c’erano prove. Arrivavamo in studio, indossavamo i nostri costumi e giù a ridere e a cantare. Tutto in diretta. Mica male… In più io ero pagata davvero molto bene”.
Eravate una squadra affiatata, cosa non facile nel mondo dello spettacolo
“Ci teneva uniti la gioia di essere lì, Renzo non ha fatto nessuna fatica. Ognuno dava il meglio di sé in allegria”.
“Indietro tutta” è stato un programma che ha spaccato non solo nell’audience, ma anche nelle polemiche dei perbenisti contro le ragazze Coccodè, le Cacao Meravigliao, la valletta… Ti sei mai sentita “usata”?
“Se stiamo a quello che è successo negli ultimi tempi e visto che sono trascorsi 30 anni dovrebbe scattare la denuncia per molestie… (Nicoletta ride divertita, ndr). Renzo ci scherza ancora, la verità è che nulla di molesto poteva succedere in quel programma, tra l’altro affidato alla regia di una donna di personalità e carisma come Rita Vicario, scomparsa nel 2012. Pieno potere alla spontaneità e assoluta libertà di ognuno nel rispetto dell’altro. Le polemiche di quei tempi erano state strumentalizzate da ideologie che con noi non c’entravano nulla. Ieri come oggi Arbore è un uomo elegante. Quando l’ho conosciuto mi ha fatto pensare alla squisita gentilezza di Vittorio De Sica”.
Qual è il tuo ricordo più forte?
“L’atmosfera, l’armonia, le canzoni, la malizia divertita. E un paio di episodi indimenticabili. In una puntata Frassica, dopo che Renzo mi aveva rivolto una domanda riguardo al corteggiamento sceneggiato dal notaio, urlò ‘La valletta PARLA!‘. Le vallette fino ad allora erano sempre state mute. E poi l’incontro con Massimo Troisi, di cui diventai amica. Era pieno di grazia. Penso a lui quando canto ‘Le chic et le charme‘, la canzone di Paolo Conte dedicata ai comici e che dà il titolo al mio album. E poi mi ha fatto impressione entrare nell’album delle figurine della televisione”.
Quell’esperienza cosa ti ha insegnato?
“Divertirsi, giocare, essere onesti sono qualità indispensabili. Non ho mai dimenticato neppure quello che mi disse un giorno Dustin Hoffman a Londra: “Fai questo mestiere sempre con il cuore”. Per dovere di cronaca sottolineo che non mi sfiorò neppure con un dito…”.
Trovare il successo così in fretta aiuta o complica il cammino?
“Indietro tutta è stato un successo di ‘compagnia’, una compagnia di giro, come sottolinea Arbore. Forse avrei potuto sfruttare di più l’onda, ma ero molto giovane. A 18 anni ho puntato al diploma in Accademia e a crescere come attrice, soprattutto teatrale. Ho lavorato con grandi interpreti e registi sia in teatro che in cinema e televisione. Ho ritrovato Frassica in una serie di Don Matteo e ho girato in Distretto di Polizia. Tra gli ultimi lavori teatrali ci sono “Un’allegra fin de siècle” con Lina Wertmuller e “Cancun” con, tra gli altri, Pamela Villoresi. Ho sempre prediletto la qualità alla quantità. Ho detto molti no anche a qualche Weinstein di turno e non me ne sono mai pentita. La musica nella mia vita è entrata dalla porta principale con Lilli Greco, il mitico direttore artistico della Rca, talent scout e grande pianista. Così al teatro e allo schermo ho aggiunto la canzone, all’attrice la cantante, cimentandomi anche come autrice di testi. Questa primavera comincerò le prove di uno spettacolo da protagonista, ma non dico nulla per scaramanzia. Nel frattempo giro l’Italia in concerto con il maestro Teo Ciavarella, preparo un nuovo disco e mi piace anche insegnare”.
Il tuo sogno nel cassetto
“Vorrei lavorare senza fermarmi mai, collaborando con artisti e persone di qualità. Adorando il cinema francese, mi piacerebbe interpretare una storia d’amore a Parigi con Toni Servillo, Daniel Auteil o Fabrice Luchini. Ma se dovesse chiamarmi il regista Paolo Sorrentino… eccomi. Al volo! Per quanto riguarda la musica vorrei farmi conoscere il più possibile con tanti live e una canzone che tocchi il cuore di molti”.
Manda un saluto a Renzo Arbore…
“Renzo ci vediamo a Sanremo il prossimo anno! Ovviamente dopo il tiggì. Ma questa può capirla solo lui”.
E ride. Esattamente come in quella lontane notti di contagiosa e allegra baldoria televisiva.
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