Pietro Foglietti con l’Officina sbarca a XFactor.
Oggi proponiamo una intervista con un giovane autore che ha frequentato l’Officina della Musica e della Parole di Alberto Salerno e che ora è autore di uno degli inediti dei ragazzi di X Factor.
INTERVISTA A PIETRO FOGLIETTI
BUON GIORNO E BEN RITROVATO.
ALLORA COMINCIAMO: PIETRO FOGLIETTI DA DOVE ARRIVA E DOVE STA ANDANDO?
Ah bella domanda, arrivo da Roma, ma in realtà da un lungo viaggio che mi ha portato in molti posti. Credo che il Pietro che è arrivato all’Officina (Officina della Musica e delle Parole ndr), presso il Centro di formazione musicale Art&Musica di Andrea Zuppini, arrivava da un’esperienza che stavo facendo in America dove ero andato per imparare a fare il montatore di documentari cinematografici. Ero partito col classico zainetto con l’obiettivo di ottenere il visto lavorativo, che alla fine ho ottenuto. Poi ho mollato per gli sviluppi che nel frattempo erano venuti fuori con l’Officina. Vuoi mettere scrivere una canzone invece di lavorare 10 ore al giorno davanti a un computer?! E’ tutta un’altra faccenda. Quando mi sono seduto sulla seggiola dell’Officina c’era comunque una grande parte di me che era reduce da quella esperienza americana, come mentalità e stimoli. Lì mi sono totalmente e letteralmente buttato in mezzo a persone che non conoscevo, in una lingua che non conoscevo, e senza questo precedente credo che non sarei mai riuscito a trovare la forza e la sfacciataggine di proporre la mia musica davanti a Professionisti e altre persone. Credo ci voglia una buona dose di sfacciataggine.
SICURAMENTE IL CONFRONTO CON ALTRE PERSONE CHE NON SIA LA RISTRETTA CERCHIA DI AMICI, IMPLICA UNA CONSAPEVOLEZZA DI SE’ E UNA DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO, NO?
Assolutamente sì, tant’è che quando mi sono seduto lì ero convinto mi avrebbero detto “grazie, ma ci dispiace, non ci piace“, per cui ero pronto a ricevere le critiche costruttive. In questo senso l’esperienza americana mi è servita tantissimo, dove il confronto e la critica costruttiva fanno parte di una mentalità. Questo mi ha formato mentalmente e culturalmente. La meritocrazia che è trasversale è molto diffusa in America ed è una risorsa. A me è stato suggerito, quando l’esito era negativo, di contattare persone e figure alternative. In questo senso l’orizzonte si ampia, anziché chiudersi davanti a un no. Gli americani se non possono aiutarti non ti dicono arrivederci e grazie, ma conoscono due o tre persone che invece possono farlo. E così mi sono messo in viaggio tra New York, Los Angeles e la Florida. Sono tornato a Roma col visto quasi pronto, e avendo dei soldi da parte, avevo deciso di investirli nel mio progetto musicale, che aveva il solo scopo di fare qualcosa che mi piaceva e mi rilassava. Non c’erano ansie da successo o affermazione, scrivo perchè sono felice o mi rode il culo, dipende dallo stato d’animo, non seguo scopi prefissati. Per cui realizzato il disco, mi sono ritrovato in una situazione in cui da una parte il visto americano improvvisamente aveva degli intoppi burocratici e dall’altra un CD che mi piaceva tantissimo. Quindi (ingenuamente) ho cominciato a mandare il disco un po’ alle varie case discografiche. E tra queste avevo anche mandato i brani all’Officina della Musica e Delle Parole, che avevo scovato su Facebook, tramite un post della Maionchi che seguivo sui social. E devo dire che il mood americano l’ho ritrovato all’Officina, a Milano, che mi ha detto “Vieni, perché secondo noi devi presentare i tuoi brani di fronte ai nostri Professionisti“. E da lì è partito tutto.
STAI VIVENDO UN PRESENTE EFFERVESCENTE, VISTO IL BRANO INEDITO CHE HAI SCRITTO CON ANDREA RADICE CHE PRESENTA AL QUINTO LIVE DI X FACTOR.
Sono contentissimo di questo momento, arrivato dopo un anno intenso a rincorrere un obiettivo. Lavori, lavori, lavori e spesso non hai nulla in cambio, dove a spesso un singolo errore può compromettere tutto il cammino e può riportarti direttamente all’inizio. Ed è una posizione frustrante al 100%. Sopratutto in una cultura dove tutto corre, tutto deve essere “subito”.
IL CONCETTO DEL SEMINA E RACCOGLI E’ UN PO’ DEMODE’ NELL’ERA DIGITALE, VERO?
Esatto, sopratutto in questo momento nel mondo della musica, così tanto condizionata dai Talent, dove per diventare un Cantante ti basta presentarti ad un provino in una serata d’agosto e se va bene ok, altrimenti se ne riparla l’anno prossimo. E il vero problema non è nemmeno fare belle canzoni secondo me, ma diventare famosi, cosa che odio e riconosco tantissimo in alcune persone che ho incontrato in questo mio percorso e dietro le quinte di X Factor, dove sono stato ieri (il giorno prima della 5 puntata, nda). Credo che aver osato scegliere la via del “mi faccio gli affari miei”, continuo per la mia via, continuo a collaborare e crescere con i Professionisti che hanno fatto la Musica, quella che io considero tale, i vari Alberto Salerno, Nicolò Fragile, Mauro Paoluzzi; sopratutto Salerno e Paoluzzi che penso abbiano fatto la storia vera della musica di questo paese negli anni ’70 e ’80. Fidarmi fino all’ultimo dei loro suggerimenti e aspettare, penso sia stato fondamentale. Io non ho nemmeno una pagina Facebook, sono molto riservato, non ho detto a nessuno di quanto sta accadendo, a parte le persone più vicine a me. Non ho cercato il supporto Social, voglio sentirmi libero di essere una persona, e non di dover dire, quando sei ad esempio in un bar, “Ciao, io sono il cantautore Tizio, questa è la mia pagina, questi sono i miei provini etc”. Non mi interessa. Quindi sono contento che finalmente questo lavoro di una anno con l’Officina, con Alberto e i Professionisti tutti, abbia portato a questo risultato. E’la fine di una fase e l’inizio di un’altra.
INFATTI, LE PERSONE CHE HAI CITATO E IL PERIODO IN CUI HANNO OPERATO, HANNO SEMPRE SEGUITO LA DINAMICA DEL “SEMINA E RACCOGLI”, IN CUI IL TEMPO SERVIVA A FAR CRESCERE E MATURARE ARTISTI E CANZONI. ADESSO INVECE, CON LA CULTURA DEL TELECOMANDO E DEL CLICK, QUESTO SEMBRA ANACRONISTICO. TUTTI POSSONO SENTIRSI GIUDICI DALLA PROPRIA POLTRONA, SENZA CONSIDERARE IL CAMMINO, IL SENTIERO (EVITO DI USARE IL TERMINE PERCORSO TROPPO ABUSATO) CHE UNA PERSONA FA O HA FATTO PER ARRIVARE AD UN PUNTO. E’ LODEVOLE DA PARTE TUA IL CORAGGIO DI UNA SCELTA UN PO’ CONTROCORRENTE. E COME E’ STATO IL CONFRONTO CON GLI ALTRI RAGAZZI PRESENTI ALLE SESSIONI DELL’OFFICINA DELLA MUSICA E DELLE PAROLE?
Molto proficuo, al di là delle questioni musicali e stilistiche che ciascuno ha. La cosa figa dell’Officina è che non si riferisce ad una sola fetta di autorato o cantautorato, ma è a 360 gradi. Ho sentito composizioni dagli stili più diversi, da Bjork alla canzone Pop, Rap tipo Neffa o J-Ax. Non c’è stato quindi uno spiarsi o rubarsi a vicenda, quanto il contrario. A livello umano il confronto è fortissimo, c’è il momento conviviale, quando si a va a pranzo, si parla di vita, di esperienze, raccogliendo anche un sacco di informazioni su percorsi alternativi che altri hanno fatto, da cui prendere spunto per andare, o meno, dove vuoi arrivare. E’ come raccogliere molliche di pane sotto al tavolo.
Fondamentale.
COM’E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE CON ANDREA RADICE, CONCORRENTE DI X FACTOR 11?
Non so quanto sia partita direttamente da lui e quanto invece dalla Sony, ma ci sta tutto. Anzi, una grande opportunità, visto che sono agli inizi, e per questo ringrazio chi lo ha reso possibile. Io avevo fatto un provino con la Sony che aveva preso i miei brani, e tra i provini anche di altri autori presentati, ad Andrea e Mara (il suo Giudice) piacque il mio brano LASCIA CHE SIA. Il problema era che il mio testo originale era troppo criptico, sopratutto per il pubblico di X Factor, e per l’anima soul di Andrea, che aveva invece bisogno di un testo più arioso e leggero in cui spaziare con la sua vocalità. Così a 4 mani abbiamo riscritto il testo, che è piaciuto a tutti, con la mia melodia, che il vocal coach di XFactor aveva riarrangiato. Così siamo arrivati alla versione che Andrea interpreterà, che è giustamente lontana dal mio originale, è il brano “per Andrea”. Ho capito l’importanza che la veste di un brano per una persona può essere totalmente differente per un’altra. Questo nasce dall’umiltà di confrontarsi.
COME TI SENTIRAI DOMANI MATTINA?
Gasatissimo e felice, perché posso celebrare la fine di una fase e l’inizio di una nuova. Oggi pomeriggio ho un incontro con la Sony Publishing, che fa da intermediaria tra gli autori e gli interpreti. Questa via che si è definita anche e sopratutto all’Officina, che mi ha fatto capire dove meglio posso operare, la via dell’autorato, e poi magari quella dell’artista, è quella che ritengo la più adatta ed è quello che ora realmente sono. Non escludo che magari fra qualche anno, con esperienza e maturazione acquisita lavorando dietro le quinte, possa portarmi a provarci in prima persona. E magari salire sul palco. Come ad esempio Ermal Meta, che devo dire ha acquisito maturità facendo proprio questo cammino. Ho sentito qualche sua intervista tempo fa dove era tranquillo e sicuro, con la risposta pronta a tutto, segno di un esperienza consolidata. Perchè ha avuto il tempo di crescere. Questo è impagabile. Devi capire prima chi sei e poi puoi spiegarlo agli altri.
CONSIGLIERESTI L’OFFICINA E PERCHè?
Consiglierei assolutamente l’Officina! Il mondo dei talent può essere talmente rischioso da bruciarti anzitempo; me ne sono reso conto anche in questi giorni. Poi dipende da dove uno vuole andare… e rrivare.
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