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Ennio Melis: l’inventore della Rca Italiana

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di Alberto Salerno

Il mio amore per la Rca Victor, e poi Rca Italiana, è nato il giorno stesso in cui, ancora dodicenne, comperai il primo 45 giri di Rita PavoneLa partita di pallone. Non so quanti di voi sanno che la la canzone è stata scritta da un signore ricordato molto poco, Carlo Rossi, e il grandissimo Edoardo Vianello. Fu allora che mi innamorai del marchio della Rca, che allora era ancora nero con le scritte in argento. Anche perché subito dopo seguirono una valanga di successi e di cantanti che sarebbero rimasti formidabili per tanti tanti anni: Sergio Endrigo, Nico Fidenco, Gianni Meccia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Edoardo Vianello, Rita Pavone e tanti altri ancora.

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Video Raro – Nel 2001 il 45 giri e la RCA Italiana compivano 50 anni

Al comando di questa portaerei stava seduto un certo Ennio Melis, che soltanto gli addetti ai lavori sanno chi era e cosa ha fatto.

Ennio Melis, dunque. Che storia, la sua! Con quanto gusto e lungimiranza ha guidato per un ventennio (dal 1959 al 1983) questa casa discografica rendendola splendente. Sarebbe ingiusto non ricordare anche due altri compagni di quell’avventura: Giuseppe Ornato e Ettore Zeppegno, che con Melis formavano quelli che io amai chiamare i tre moschettieri.

A Melis è anche legato il lancio di bravissimi arrangiatori come Ennio Morricone, Luis Enriquez Bacalov , Franco Pisano Carlo Pes e Ruggero Cini, la scommessa su due personaggi come Lilli Greco e Vincenzo Micocci, l’idea stessa del Cenacolo, luogo in cui si tenevano esibizioni durante le quali Melis e i suoi collaboratori selezionavano le proposte più interessanti, sui quali eventualmente lavorare.

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Luis Enriquez Bacalov e Ennio Morricone

Non voglio qui raccontarvi la vita di Melis, anche perchè è già stata spiegata dettagliatamente e con dovizia di particolari in alcuni libri, primo tra tutti “La grande pentola“, scritto dalla moglie e da una bravissima giornalista.

Qui io vorrei piuttosto raccontare la mia malcelata ammirazione per i “prodotti” Rca. Intanto c’era la qualità di come “suonavano” quei dischi. Suonavano meglio di qualsiasi altro, e mi chiedevo spesso perché. Molti pensavano che fosse per via della qualità della pasta usata per per il vinile, o per le macchine; invece alla fine si è scoperto che quella qualità derivava dalla bravura dei “trasferisti”, ovvero i tecnici che si occupavano di trasferire sulla matrice i nastri provenienti dalle sale di registrazione. E poi, appunto, forse il segreto stava nella qualità delle registrazioni. Chissà.
Sta di fatto che quel genio di Ennio Melis riuscì ad affrancare la società dall’ingerenza degli americani e così la Rca Victor divenne la Rca Italiana, con un roster di artisti tutti suoi e di grande rilievo artistico e popolare.

Insomma, la Rca è sempre stata all’avanguardia, anche sotto l’aspetto della promozione affidata prima a Mimma Gaspari e poi a Michele Mondella.
E si, cara Rca Italiana, avrai sempre un posto nel mio cuore.
Firmato: un tuo ammiratore.

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Raro Video – Ennio Melis, l’uomo che inventò i cantautori

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