I pesci con le ali sfiorano la proda sabbiosa, e si girano sui fianchi e volano come farfalle. Poi si rituffano nelle grotte del mare: e si animano come venissero da una fonte o da un ruscello; come venissero dalle mani dei poeti.
Iniziano così le fiabe, con un’autentica visione di meraviglia. Ed è così che i sogni hanno presenze e figure, hanno una speranza che gioisce.
Bungaro ci chiama dalla notte, e rompe il guscio del buio con un canto d’allodola. E non è difficile, ascoltandolo, pensare che noi siamo degli ingabbiati pronti per il volo: perché senza saperlo abbiamo un mare dentro, purtroppo incapace di superare anche le nasse; perché non sappiamo elevarci, e rimaniamo come le spighe inclinate e possedute da ogni fiato.
Un concept album contro le distanze, che è una carrozza di luce per le nostre anime sofferenti: per i nostri amori incagliati a una qualsiasi riva.
Mare dentro, come fossimo tutti figli della spuma come fossimo tutti archi ricurvi pronti per le saette nei cuori: qui si naviga e si naufraga nella città sacra del sentimento.
E a ogni apparire le note si illuminano, perché vogliono essere lucerne, indicatori di salvezze.
Bungaro è riuscito a non farmi avere bisogno del domani, perché in quest’esistente io mi perdo; è riuscito a farmi salire sui nastri di ogni onda e a farmici cullare. È riuscito a entrare nella mia camera gelata, e non si è spaventato se mi ha trovato ripiegato come un filo d’erba fradicio. È riuscito a farmi muovere, a farmi cantare, a farmi pensare che in fondo la vita altro non è che un amore immenso.
E allora guardo il cielo, e alzo il volume, e cerco nei solchi dell’incanto musicale i miei pesci con le ali, e cerco l’emozione fumante come una luna esclusiva che mi sia davvero appiglio. E guardo le immagini che non hanno inganni, e penso alla faccia dell’infinito e a quanto vorrei mi mascherasse.
Mare dentro si incarica della gioia e del dolore di ogni uomo, e ogni nota sembra sia stata suonata per punzecchiarci: è continuo il tremore che si sente nell’animo, negli occhi.
È strano per i nostri cuori, deformati dall’orribile stretta della decadenza, ricevere tanta bellezza. Ma per questo si sente più vivo il clamore.
Bungaro ha composto una lode musicale.
Mare dentro è un’accensione.
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