Avevo 19 anni quando per la prima ho ascoltato un pezzo di David Bowie, e non nella sua versione originale, ma in quella dei Computers, che poi erano i Fratelli Balducci, in “Ragazzo solo, ragazza sola“, versione italiana scritta da Mogol (dischi Numero Uno), e rimasi folgorato dalla originalità di questa canzone, di come iniziava e di come si apriva meravigliosamente bene nel ritornello.
Per quei tempi era un pezzo molto avanti rispetto alla media. Poi ho scoperto il cantante originale, e il brano originale, e poi mi sono comprato l’album.
Ho sempre apprezzato David Bowie per il coraggio e la sua voglia di stupire, anche se non sono mai stato un suo fan accanito poiché le mie preferenze andavano verso altri generi, altri artisti inglesi e americani.
Detto questo, sono rimasto profondamente colpito dalla sua scomparsa, ci mancherà, come sempre succede a tutti i grandi.
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