Bene, ho visto le due puntate dedicate a quella che doveva essere una sorta di storia della più importante casa discografica che abbiamo avuto in Italia, la RCA, la RCA Italiana per l’appunto.
La trasmissione – e intendo entrambe le puntate – non mi ha per niente soddisfatto. Prima di tutto non capisco che c’entrasse Gloria Guida, e in secondo luogo mancavano personaggi importantissimi, che hanno contribuito a fare grande la RCA, come Michele Mondella.
È possibile però che Michele Mondella, magari, non abbia voluto partecipare.
Luca Barbarossa nel suo ruolo e’ stato all’altezza della situazione e anche la band capitanata da Stefano Cenci.
Ma quanto bel materiale si sarebbe potuto far vedere, magari prelevato direttamente da quel bellissimo documentario dedicato a Ennio Melis, il grande direttore generale che creò, grazie anche ad Ornato e Zeppegno, questa formidabile corazzata.
La Rai (e in questo caso Rai 3) aveva la possibilità di fare due grandissime trasmissioni, se solo le avesse messe nelle mani giuste, come quelle, ad esempio, di Giovanni Minoli, oppure in quelle di Massimo Bernardini, e magari farsi dare una mano dalla Ercolani, che con “Storie” è una vera principessa del recupero del repertorio televisivo nell’archivio Rai.
Invece ho assistito alla solita passerella di vecchie cariatidi, che andavano bene giusto per una breve testimonianza invece di farli cantare. Degno di nota è stato l’intervento del grande Zambrini che ha raccontato come è nata “Un mondo d’amore“.
Ecco, queste sono le cose che potrebbero piacere alla gente, svelare tanti piccoli segreti nascosti dietro le quinte.
Amen.
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