A proposito della discussione assai livorosa ed inutile dell’altro giorno, di quel signore che si sentiva un artista incompreso… partirei dalla definizione di artista: colui che esercita nel campo dell’Arte. Aggiungerei “creando emozioni in chi guarda, ascolta, legge“.
L’arte, poi, è un gioco di proiezioni, che parte in un modo e arriva ai fruitori trasformata chissà come. Ho conosciuto gente orribile, magari volgare, che però scriveva o dipingeva da dio. Così come cantanti con stadi pieni e anime vuote.
Vorrei ringraziare gli artisti che ieri mi hanno fatto passare una bella serata, i Rifflessi, un gruppo di tre ragazzi di Viterbo. Arrivano con un numero imprecisato di chitarre, un contrabbasso, due kazoo e una batteria. Si montano il palco da soli, interagiscono con il pubblico, tanto o poco che sia, e sono bravissimi. Se li cercate su youtube potete ascoltarli, ve lo consiglio.
Hanno un repertorio beat e rock anni 50 e 60, italiano e straniero, ma scrivono anche loro canzoni che conquistano. Sono al quarto cd, con copertine improbabili, ma non hanno un manager né un impresario. Però lavorano, hanno serate fino a luglio: feste di piazza, matrimoni e quant’altro. Una gavetta infinita, ma ne ridono. Io spero che la loro finisca almeno quanto che altri invece la facciano.
Confesso che ho un debole antico, dai tempi del Folk Studio, per chi si espone, gioca bene e non si piange addosso.
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Fonte Foto copertina: riflessi.blogspot.it
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