di Alberto Salerno
Ieri sera ho visto una buona parte della trasmissione dedicata a Padre Pio.
Premetto che non avevo mai visto prima quella trasmissione, pur essendo un classico di Rai Uno, ma ieri sera ci sono capitato e mi sono reso conto che non riesco proprio a parlarne bene, perchè innanzitutto mi è sembrato pretestuoso utilizzare un “Santo” per fare la solita passerella di canzoni con artisti più o meno noti, più o meno bolliti, insomma tutto “più o meno“.
Ma che c’entra la vita di Padre Pio con la Tantangelo, con Caccamo, che canta “Azzurro” piuttosto stonato, o Patty Pravo che ripropone “Tutt’al più“?
Ma non c’erano davvero altri modi alternativi per raccontare la vita di uomo così straordinario? Io sono davvero perplesso che si possa affidare a Giletti, che tra l’altro è un eccellente professionista, la conduzione di una trasmissione nella quale non ho visto né avvertito nulla di spirituale, se non qualche frase buttata qua e là tra una canzone e l’altra.
E avanti così, che tanto il frullatore continua a girare e non riusciamo a fare nulla per fermarlo, neppure con Roberto Vecchioni, che su quel palco c’entrava come i cavoli a merenda.