di Mela Giannini
Oggi Papa Francesco era a Torino, e da piazza Vittorio le telecamere hanno trasmesso la diretta che in tanti abbiamo visto, in tanti abbiamo ascoltato…e quello che ho ascoltato io mi ha affascinata, mi ha positivamente “scioccata“.
Io non so voi, ma a memoria io NON ricordo che MAI un Papa abbia detto cose così forti e dirette, inequivocabili e senza mezzi termini…e PUBBLICAMENTE.
Il discorso iniziale è stato da GRANDE STATISTA, uno di quei discorsi che ti aspetteresti da VERI e onesti politici o governanti, cose che invece latitano sia nelle loro parole che nei loro fatti, limitandosi ad usare invece demagogie e populismi e ovviamente a non dire mai come stanno davvero le cose.
I passaggi più importanti sono stati sicuramente quelli riguardanti gli immigrati e il lavoro:
“L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’ inequità, di questa economia che scarta e delle guerre […]Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce […] In questa situazione, che è globale e complessa, non si può solo aspettare la ripresa. Il lavoro è fondamentale! Ci vuole coraggio! […] esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti”
Ha parlato anche degli anziani, delle donne e dei loro diritti negati…ha parlato della corruzione, delle truffe, delle tangenti, del malaffare e di come questo modo di fare la fanno sembrare cosa giusta e normale. Insomma, non si è sprecato!
Ma a parte il discorso iniziale che ha fatto, quello che mi ha più colpito sono state alcune risposte che ha dato a dei ragazzi che gli hanno posto delle domande.
Una ragazza di nome Chiara gli ha chiesto, in buona sostanza, il significato di “AMORE” e lui le ha risposto, più o meno così:
“L’amore è più nelle opere che nelle parole. L’amore è concreto […] l’amore sempre si comunica, l’amore ascolta e risponde, l’amore si fa nel dialogo, nella comunione, si comunica, l’amore non è né sordo né morto, l’amore non è un sentimento romantico del momento, è concreto nelle opere e si comunica, è nel dialogo sempre […] se io dico che amo e non servo l’altro, non aiuto l’altro, non lo faccio andare avanti, non mi sacrifico per gli altri non è amore”
Un’altra ragazza, di nome Sara, disoccupata, gli ha detto e chiesto: “Sperimentiamo un senso di scoraggiamento. Come possiamo fare per ritrovare la fede, la forza per lottare?”
E lui le ha risposto parlando di denaro e guerre:
“Spesso respiriamo un senso di sfiducia nella vita perché ci sono situazioni che ci fanno pensare non vale la pena vivere così. Pensiamo alle guerre, ho detto che noi stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi. In Europa c’è la guerra, in Africa c’è la guerra, in medio oriente c’è la guerra, in altri paesi c’è la guerra, ma io posso avere fiducia? Posso fidarmi dei dirigenti mondiali? Quando vado a dare il voto per un candidato posso fidarmi che non porterà nel mio paese la guerra? Se tu ti fidi soltanto degli uomini hai perso. A me fa pensare una sola cosa: gente, dirigenti, imprenditori che si dicono cristiani fabbricano armi. Oppure investono nelle fabbriche di armi perché gli interessi sono un po’ più alti. La doppia faccia è moneta corrente oggi, di dire una cosa e farne un’altra, l’ipocrisia“.
Poi ha fatto esempi concreti, parlando del secolo scorso, parlando dei genocidi degli Armeni, dei Rom, degli Omosessuali e degli Ebrei…parlando del fatto che i “potenti” sapevano, ma che non fecero nulla. Queste le sue parole:
“Grandi potenze avevano le fotografie delle vie ferroviarie che portavano i treni ai campi di concentramento per uccidere gli ebrei, ma anche i cristiani, i rom, gli omosessuali. Perché non hanno danneggiato le vie ferroviarie?“.
E Lui non si ferma, incalza e parla anche dei lager in Russia, della gente che ha sofferto in quei lager, compreso i cristiani e tutto questo mentre i “Governi Mondiali” sapevano ma non facevano nulla, perchè erano indaffarati e interessati, parole sue: “a dividersi l’Europa come una torta”
Poi ha terminato dicendo ai ragazzi di essere CORAGGIOSI, CREATIVI E DI ANDARE CONTROCORRENTE…di non accontentarsi di vivacchiare, ma di lottare!
Questi discorsi sono di una mente RIVOLUZIONARIA, visti i tempi…e io mi inchino di fronte al suo coraggio…lui uomo che alla fine chiede di pregare per lui, facendo così percepire, tra le righe, la sua “solitudine“…la solitudine e la fragilità di un uomo che viene dalla fine del mondo, con il pericolo quotidiano di essere “eliminato“, e che nonostante tutto lotta continuamente contro un sistema mondiale marcio e un sistema interno Vaticano altrettanto marcio.
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