di Alberto Salerno
Ancora una volta sono le notizie in rete a fornirmi uno spunto di riflessione.
La riflessione di oggi riguarda l’invettiva di Sergio Caputo contro Radio 105, colpevole di non avergli dato alcuno spazio nella loro programmazione radiofonica, oltre a non dare informazione alcuna sulla sua attività artistica. Caputo, in sostanza, accusa il sistema-radio di impedire non solo a lui, ma anche a tanti altri artisti, di non fare ascoltare la sua musica. O meglio, di far ascoltare alla gente solo la musica che loro (le radio) decidono. Dargli torto è impossibile, perché di fatto è così. Ma le mie domande sono: “Dove è stato Caputo fino a oggi?”, e poi “Non lo sa che è almeno un decennio che le radio si comportano in questo modo?”, e inoltre “ma Caputo non sa che è comunque sempre stato complicato, anche in tempi migliori, entrare nell’alta rotazione dei network radiofonici?”.
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In questo frangente Caputo mi pare, sinceramente, ingenuo.
Vorrei allora ribaltare il discorso. Io penso che sia arrivato il momento di accettare l’epoca in cui viviamo, se non vogliamo diventare pazzi, e incattivirci sempre di più. Chi crede in se stesso, se ha talento, non verrà fermato da nessun network. Ci sono sempre meccanismi misteriosi che possono portare all’affermazione della propria arte, senza dover passare per forza attraverso percorsi prestabiliti e convenzionali. Però bisogna spremersi le meningi e farsi venire delle idee.
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