I fans lo hanno atteso e lui è tornato alla grande, dopo ventun anni dall’ultimo album di inediti e nove dall’ultimo tour, Peter Gabriel all’età di 73 anni torna sul palco e lo fa con due sold out all’Arena di Verona e al Forum di Milano, il tour è l’occasione per lanciare il nuovo album di inediti dal titolo “i/o”.
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Io seguo l’evento qui a Milano dal Mediolanum Forum per FareMusic.it.
Queste le sue sarcastiche parole per salutare i fans italiani:
«Sono come gli Abba, sono l’avatar di me stesso con dieci chili in più e senza capelli. In realtà adesso sono disteso al sole in una spiaggia dei Caraibi, bello come un dio greco, anzi romano. Ad ogni modo: divertitevi!»
Un concerto che tiene incollati gli spettatori per tre ore, 23 brani in scaletta, 12 le nuove canzoni estratte dall’ultimo lavoro discografico, 11 i grandi successi, è lui stesso a dire: «se ascoltate le mie nuove canzoni in cambio ve ne suonerò anche di vecchie».
L’atmosfera è magica, il concerto comincia in punta di piedi, Peter Gabriel è seduto, tastiera poggiata sulle ginocchia, i primi due brani sono eseguiti in chiave intima, si aggiungono gli altri componenti della band, in tutto nove elementi, immancabile la presenza di Tony Levin, David Rhodes e Manu Katché.
Dopo aver suonato Washing on the Water e Growing Up tutto il palcoscenico diventa una macchina tecnologica, le scene spettacolari sono firmate da Robert Lapage: un occhio inquisitore scruta per tutto il concerto il palco dall’alto, ci sono video animati, ci sono luci che sembrano enormi caleidoscopi, il palco è anche illuminato da enormi dischi volanti.
L’ex dei Genesis propone uno spettacolo che è un viaggio verso il futuro, le nuove canzoni sono le vere protagoniste della sua scaletta, lo show è un viaggio tecnologico fatto musica, da luci e video. La musica si prende tutta la scena grazie a una grande band, ci sono fiati ed archi, alla batteria c’è Manu Katchè, alla chitarra e voce David Rhodes, al basso Tony Levin, Don McLean alle tastiere e voce, Richard Evans alla chitarra, flauto e voce, Ayanna Witter-Johnson al violoncello, tastiere, voce, è lei che duetta con Gabriel in Don’t Give Up (nella versione originale cantata assieme con Kate Bush), Marina Moore al violino, viola e voce, Josh Shpak alla tromba, corno, tastiere e voce, tutti professionisti capitanati da un insostituibile Peter Gabriel che domina la scena con maestria e delicatezza.
Perfetta la fusione tra musica e scenografia, durante il brano This in home sugli schermi viene proiettata una casa ideale con librerie, balconi e qualcosa che cuoce sui fornelli.
Suggestivo il momento in cui il led wall si trasforma in una grande tela su cui Peter, mentre canta di spalle, lancia pennellate virtuali di colore rosso alla maniera di Jackson Pollock.
Tre ore di concerto che appaiono come una composizione perfetta fatta di suono, immagini, emozioni e partecipazione del pubblico, uno spettacolo che coinvolge tutti i sensi, esco dal Mediolanum Forum consapevole di aver assistito ad un evento che, penso, spero non si debbano aspettare altri nove anni affinché si ripeta, l’ultima volta dell’ex Genesis in Italia risale al 2014, all’Unipol Arena di Bologna.
Qui di seguito la scaletta:
Washing of the Water
Growing Up
Panopticom
Four Kinds of Horses
i/o
Digging in the Dirt
Playing for Time
Olive Tree
This is Home
Sledgehammer
Darkness
Love Can Heal
Road to Joy
Don’t Give Up
The Court
Red Rain
And Still
What Lies Ahead
Big Time
Live and Let Live
Solsbury Hill
In Your Eyes
Biko
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