È di questi giorni la notizia che ha sconvolto il mondo del rock: il 26 marzo è morto Taylor Hawkins, batterista dei Foo Fighters, gruppo musicale nato nel 1994 da una costola dei Nirvana, Hawkins aveva preso parte alla band dal 1997.
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I Foo Fighters erano in Colombia per una tappa del loro tour. Il corpo di Taylor Hawkins, come riporta una nota del settimanale colombiano Semana, è stato trovato privo di vita nella sua camera d’hotel al centro di Bogotà, e pare che la causa sia un collasso cardiovascolare dovuto ad un mix di droghe.
L’artista in passato aveva già sfiorato la morte a causa di un overdose, una volta uscito dal coma in quella circostanza aveva rilasciato un’intervista in cui aveva dichiarato:
“Ognuno ha la propria strada e io l’ho spinta troppo oltre. Stavo festeggiando a Londra una sera, e ho fatto qualcosa per errore che ha cambiato tutto. Ho creduto al mito stupido del vivere a tutta velocità e morire giovane. Non sono qui per predicare sul non assumere droghe, perché mi piaceva drogarmi, ma ho perso il controllo per un po’ e mi sono quasi preso”.
Un’esperienza devastante che non gli è servita per allontanarsi dall’uso di sostanze tossiche, questa la prima nota stampa che la polizia colombiana ha inviato alle testate giornalistiche una volta aperte le indagini per la morte dell’artista:
“La causa della morte deve ancora essere stabilita. Stando a coloro che gli sono vicini, però la morte potrebbe avere a che fare con il consumo di droghe”.
Dall’autopsia fatta sul corpo del batterista, che aveva compiuto 50 anni il 17 febbraio, si apprende inoltre che il suo cuore pesava 600 grammi, cioè il doppio di un cuore di un uomo alla stessa età.
In questo momento di dolore la band ha deciso di interrompere il tour. Salta anche la data milanese prevista per il 12 giugno.
Questo in sintesi il messaggio apparso poche ore fa sulle pagine social del gruppo:
“è con immensa tristezza che confermiamo la cancellazione delle date del tour a causa della scomparsa del nostro fratello Taylor Hawkins, prendiamoci il tempo per il dolore, per guarire, per star vicino alle persone che amiamo, per ricordare la musica e ciò che abbiamo condiviso”.
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