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venerdì, Luglio 26, 2024

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LEMURI, IL VISIONARIO CHE CADDE SULLA TERRA

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C’è uno strano personaggio che gira sul web. Il suo nome è Lemuri il visionario. Sembra uscito da un film di Tim Burton o di Terry Gilliam.

Sembra anche uscito da un fumetto, tant’è che Lemuri lo è diventato sul serio, un personaggio su carta stampata, sia in formato comics che in libro vero e proprio. Sui social girano dei suoi clip assai particolari.

Il primo che ho visto è “Cose Inutili”, chiaramente ispirato a David Bowie, dove lui gioca con pupazzetti, un pianoforte quasi tascabile in un limbo bianco senza alcuna profondità, come sospeso nell’aria.

Certe frasi del suo testo mi hanno colpito: “Credo nella dignità di stare con le mani in mano”, “Vivo per l’effimero-steso sopra il mio divano”.

Una sorta di elogio all’ozio, al totale disimpegno, all’assenza dalla realtà quotidiana. Chiaramente una provocazione dato che Lemuri non è un bimbominkia, ma un cantante e musicista non di primo pelo, ma la cosa sorprendente è il suo look, una sorta di indiano metropolitano precipitato sulla terra da una macchina del tempo impazzita.

Così mi sono chiesto: “Dato che la canzone è interessante, l’arrangiamento e la voce pure… perché si concia così?”.

Poi vado a leggere i commenti postati sotto il clip. Si dividono in esaltazioni e ingiurie in egual misura, ma lui risponde sempre positivamente inondando anche gli haters di cuoricini blu. L’esperienza mi dice che quando un artista divide il pubblico significa che artista lo è sul serio. Chi invece piace a tutti è un prodotto uscito da una catena di montaggio, un anestetico, un farmaco per tutte le stagioni, praticamente un lassativo.

Così incuriosito ho cominciato a indagare e dopo aver visto un secondo clip, “Don Chisciotte”, assolutamente visionario, mi sono detto: “Questo Lemuri ha i numeri”, e scusate il giochino di parole.

Ho cominciato a scrivergli su fb e così ho scoperto che Lemuri è effettivamente esistito come terrestre, ma sotto il nome di Vittorio Centrone, ex leader del gruppo Futuritmi di Pordenone, che per chi non lo sapesse è una città che negli anni ottanta ha sfornato molti musicisti punk e di psichedelia-elettronica.

Poi scopro che Lemuri il Visionario è conosciuto in Francia e le sue illustrazioni a fumetti sono disegnate da un certo Giulio De Vita, uno dei fumettisti italiani più conosciuti a livello internazionale.

lemuri

Insomma, per farla breve, comincio a scrivere a Lemuri e ci incontriamo a Milano, anche se lui fa spola tra Budapest e Roma. Ce ne andiamo a bere un caffè alla Feltrinelli in Piazza Piemonte e mi fa ascoltare il suo album appena prodotto. Con la cuffia in testa lo ascolto tutto, dall’inizio alla fine, perché i pezzi sono tutti interessanti, diversi, persino sorprendenti con una produzione impeccabile.

Precedendomi lui mi dice: “Sai, mi sono inventato questo personaggio e questo nome d’arte, così nessuno può rompere le palle a Vittorio Centrone”.

Mi viene in mente che l’hanno fatto in tanti, come il primo Renato Zero per intenderci, ma Lemuri è un personaggio troppo originale per passare inosservato. Dietro però c’è un artista in carne e ossa con una forte esperienza alle spalle e, signore e signori, sinceramente non si capisce perché non abbia ancora avuto il successo che merita.

Probabilmente perché di questi tempi, pochi eccetto i bambini, sono attratti dal fantastico. Non c’è voglia di immaginare un mondo visionario. Tutti vanno dietro a un codice di mercato. Il rapper si tatua anche l’ombelico, la cantante pop tradizionale si veste come una addetta al call center, etc, etc, etc… tutti stili e look prodotti in serie da vendere al centro commerciale.

Lemuri invece non esiste se non nella fantasia, sua prima di tutto.

Bhè ragazzi, di visioni ne abbiamo bisogno sul serio, perché se vediamo un telegiornale e analizziamo i fatti di cronaca c’è da rabbrividire sul serio. Qui c’è gente che porta le svastiche allo stadio, politici che danno del negro a uno che gioca in nazionale e un campionario di gente fuori di testa che sfoga la sua frustrazione sul web aggredendo chiunque.

Se questa è la realtà ben venga Lemuri che ci abbaglia di visioni e di sani suggerimenti come nella meravigliosa canzone “Non ho niente da dire”, dove fa un elogio al silenzio, al pensiero segreto, all’abbandono del giudizio, alla resurrezione della ragione e dello spirito.

Si può credere a uno che intitola il suo album “Viaggio al centro di un cuore blu” e che passeggia in giro con i capelli lunghi come un apache e gli occhi tinti di nero come Annie Lennox ai tempi d’oro, vestito con lunghe giacche di cuoio che spazzano il selciato?

Si gli si può credere perché non è mica un ministro o un deputato, è un artista. Lo è talmente che si trasforma in una visione. Nel 2020 ne sentirete parlare spesso… perché uscirà un libro e un vinile insieme e tanti videoclip visionari.
Benvenuto sulla Terra Lemuri, inondaci di visioni e di fantasia, vediamo troppe cose brutte in giro.

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