“8” è il nuovo album dei Subsonica, che ritornano con un nuovo lavoro dopo quattro anni. Tutte le anticipazioni sono fruibili sul nostro precedente articolo.
“8” come l’ottavo album, “8” come concetto di infinito e conseguentemente di “tempo”, una dimensione con la quale noi tutti conviviamo ogni momento e che pensiamo di conoscere, con cui da sempre si misura la filosofia senza venirne a capo, tanto che ancora oggi molti studiosi sono costretti a concordare con il saggio Agostino d’Ippona – vissuto tra il IV e v secolo – che affermava: “Il tempo? Se non me lo chiedi so cos’è. Ma se me lo chiedi non lo so più”.
La musica ci permette di giocare con dimensioni conosciute, manipolando l’oggettività e dando larga dignità alla fantasia, e il gioco delle parole – e quello sonoro – aiuta a costruire monumenti immarcescibili.
Mi preme sottolineare che il ruolo del commentatore musicale “professionale” – differente dal “professionista” – soprattutto in tempi in cui tutti possono permettersi di scrivere, infierendo o idolatrando chi hanno davanti, dovrebbe affiancare l’oggettività al sentimento personale derivante dall’ascolto, che sarà condizionato da molti fattori, non certo dalla razionalità, che obbliga al contrario i “professionisti” di cui sopra a mantenere delle posizioni precise.
Tutto questo preambolo per giustificare un giudizio su un disco che non mi appartiene come collocazione temporale, perché riporta ad un periodo ed un genere – la musica elettronica degli anni ’90 – che mi ha lasciato a lungo indifferente.
Ma ora, scevro da ogni pregiudizio, ho provato ad ascoltare le undici tracce con curiosità e buona predisposizione al ritorno di una band italiana importante, senza curarmi delle strategie mediatiche utilizzate per il rilascio dell’album, comunque non inedite.
Non so se sia concetto comprensibile, se adatto al caso, ma in fase di sintesi ho pensato alla riconciliazione degli opposti, quella rappresentata perfettamente da Marylin, donna che conteneva al contempo il top dell’erotismo e dell’ingenuità.
Gli opposti di cui parlo, intravisti in “8”, fanno riferimento all’utilizzo dell’elettronica e della tecnologia spinta, utilizzate per proporre idee da “bilancio di vita”: frasi musicale ritmicamente precise e legate ad un passato glorioso convivono con concetti, a volte poetici, che tanto sanno di maturità.
Lo si capisce dall’apripista Jolly Roger: “I nostri anni hanno già visto tutto – Come occhi rossi nelle notti in bianco-La luce piena e il buio più profondo-Ma adesso siamo qui…”
Si ribadisce con Punto critico: “Ciao ciao dal malessere-Applausi all’atterraggio, ho voglia di vivere…”.
Viene certificato con L’incredibile performance di un uomo morto: “Sono un viso pavido- In tasca ho solo stoffa-E non quella dell’eroe-Segnali che ora fumano-E un’ascia che si affila-Nel vuoto sterminato tra di noi…”
Vincente la presenza di Willie Peyote in L’incubo, brano che colpisce per il rap abbinato alla seguente immagine: “La solitudine dei numeri primi-I secondi non hanno numeri affini-Non hanno numeri affatto…”
Citazione “battistiana” in Fenice (Ancora tu non dovevamo vederci, rivederci più?) mentre la traccia Respirare riporta al tocco di Mario Lavezzi (“In alto mare”).
Il disco è un continuo altalenare di rock e saggezza, elettronica e lirica intelligente e alla fine risulta davvero accattivante.
Il concetto di “tempo che passa”, qualunque cosa stabiliscano fisica e filosofia, è qualcosa che tocca le anime, e Samuel, Max, Boosta, Vicio e Ninja sono comuni mortali che hanno qualcosa in più, la fortuna di potersi raccontare e influenzare un pubblico che non cerca solo spensieratezza, ma qualche punto fermo, per proseguire o per ricominciare, e il connubio musica/esperienza possono risultare micidiali.
L’album termina con un manifesto che sintetizza l’attuale “Subsonica pensiero”, il brano La bontà: “Quanto pesa la bontà-Forse solamente un soffio-Quanto è grossa la bontà-Ha il sorriso di un gigante-Quant’è buona la bontà-Nei miracoli degli uomini-Quanto è umana la bontà- Che non serve alla natura-Quanto pesa la bontà-Forse solamente un soffio-Come un’ala che cade giù…”
TRACKLIST “8”- SUBSONICA
1. Jolly Roger
2. L’incubo feat. Willie Peyote
3. Punto critico
4. Fenice
5. Respirare
6. Bottiglie rotte
7. Le onde
8. L’incredibile performance di un uomo morto
9. Nuove radici
10. Cieli in fiamme
11. La bontà
A partire da febbraio i Subsonica si esibiranno nei principali palasport italiani, facendo così seguito ad una tournèe europea che partirà a dicembre.
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