Ologramma di artisti defunti che “resuscitano” sopra i palchi: purtroppo sta diventando una triste realtà.
“Fermate il mondo, voglio scendere” era un vecchio slogan, ma mai come adesso è stato così attuale. E’ un mondo davvero ignobile, che non ha rispetto nemmeno per i defunti. Ancor più ignobile perché i parenti dei defunti, sui loro stessi defunti, ci fanno cassa.
Io organizzerei volentieri una mostra di mio padre, che era un eccellente espressionista, ma mai mi verrebbe in mente di trasformarlo in un ologramma mentre dipinge in un vernissage. E’ probabile, anzi certo, che io sia un po’ troppo vintage e niente affatto connesso con lo stile contemporaneo, ma quando leggo che Diva, la figlia di Frank Zappa dice cose del genere, mi vengono i brividi peggio che in una cucina cinese in un sottoscala di Quarto Oggiaro.
“Mio padre è sempre stato un innovatore, così vogliamo celebrare la sua musica e farla conoscere anche alle nuove generazioni”.
Fin qui siamo tutti d’accordo. Ma come? Con un Festival internazionale dove grandi musicisti suonano la sua musica? Macchè, no! Con un ologramma dove Frank rivive in mezzo a un palco. Tecnologia spettrale, vien da dire.
Dietro a questo scempio profanatore c’è, ovviamente, un’azienda americana, la Evellusion (nome perfetto) che si è specializzata in ologrammi di musicisti scomparsi. Essi programmano interi concerti e li fanno risorgere sul palco in copia digitale. Trattasi di veri e propri tour.
Una seduta spiritica sarebbe certo più eccitante.
Già immaginiamo un tour di Bowie, Prince, George Michael e di tutti gli artisti scomparsi nel famigerato 2016. Chissà, magari questi sono capaci di sistemare l’ologramma in una conferenza stampa con una voce campionata o addirittura nel camerino mentre firma autografi ai fans.
Il fenomeno purtroppo non è nuovo. Ci sono i precedenti di Tupac Shakur, del pianista Liberace, di Patsy Cline, di Whitney Huoston, di Elvis Presley, di Freddie Mercury e soprattutto quello di Michael Jackson che si esibì da morto nel 2014 sul palco dei Billboard Awards.
Presso Beverly Hills, a Los Angeles, esiste da qualche tempo lo showroom della Hologram USA dove è possibile assistere alle esibizioni di artisti come Mick Jagger, Jimmy Kimmel, Mariah Carey, Janet Jackson e Frank Sinatra.
Addirittura nel 2015 l’Apollo Theater firmò un contratto con Hologram USA per un’esibizione dell’
Oppure, un notizia recente che vuole il mitico cantante heavy metal Ronnie James Dio (Ronald James Padavona), colui che sostituì Ozzy Osbourne nei Black Sabbath, andare in tour: prima tappa 30 novembre in Finlandia, poi altri Paesi europei e successivamente oltreoceano… e tutto questo anche se, come scrisse Guccini, “Dio è morto” per un cancro allo stomaco sette anni fa.
Ci stiamo avvicinando alla necrofilia.
Mi immagino il merchandising abbinato a questi tour. Venderanno anche bambole e bamboli gonfiabili delle pop star defunte? Probabile, se i parenti sono d’accordo.
Insomma non bastava la società svizzera che è in grado di trasformare le ceneri di un defunto in un vinile a 33 giri, con la sua voce o la sua musica preferita, qui la necrofilia va oltre.
Si dirà “ma scusate che differenza c’è tra un video proiettato su grande schermo e un ologramma? Non è la stessa roba?”
No, non lo è. Un conto è un documento filmato che testimonia un concerto realmente accaduto e suonato dall’artista in vita che lo consacra alla storia e alla memoria, un conto è un pupazzetto tecnologico che lo riproduce.
Siamo quasi nel mistico commerciale e finanziario. Siamo passati dalle statue delle Madonnine piangenti agli ologrammi dei musicisti festanti. Tanto vale a questo punto organizzare un festival pop per centomila paganti.
Noi di Fare Music ci stiamo già pensando. Diamo qualche anticipazione per i nostri lettori. Il Festival si svolgerà o a Lourdes o a Loreto in date da definire, anche se il primo di novembre sarebbe la data perfetta.
Il conduttore sarà John Belushi che nel Saturday Night Live aveva già formato la Death Band. Il cast del festival prevede i seguenti ologrammi:
- Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Brian Jones, Kurt Cobain, Johnny Cash, Elvis Presley, Prince, Sid Vicious, Freddie Mercury, David Bowie, Keith Emerson, Leon Russel, Bob Marley, Leonard Cohen, George Michael, Michael Jackson, Amy Winehouse, George Harrison, John Lennon Tupac e naturalmente Frank Zappa.
Il nostro medium e capo ufficio stampa ha difficoltà a collegarsi con Frank Sinatra e e Marilyn Monroe come ospiti speciali ma speriamo avvenga nel prossimo meeting spiritico.
Resta da definire il costo del biglietto… ma credo che con un cast simile si possa tranquillamente sparare un mille euro a biglietto + prevendita naturalmente. Ovviamente ci saranno i seguenti benefit: parcheggio con carri funebri, posti speciali a forma di bara con rivestimenti foderati, etc…
Insomma più revival di così… si muore!
Scherzi a parte il fenomeno è agghiacciante. Le radici stanno in parte nel mito spropositato, in questa storia delle icone, delle leggende, del rock che non muore mai e in tutto il cucuzzaro mistico e mitologico pop; ma nella maggior parte sta nel fare il denaro a tutti i costi perché come diceva Corrado Guzzanti : “C’è crisi”!
Da un punto di vista artistico è persino spiegabile. La musica oggi fa così cagare che siamo costretti ad aprire le tombe, a profanare i cimiteri della memoria con le nuove tecnologie, perché il livello di quei defunti non sarà mai raggiunto né ora, né mai. Basta guardare tutti, e sottolineo TUTTI, i format televisivi musicali del pianeta. Si fanno solo cover, esclusivamente cover, talmente tante cover da finire al ri-cover.
Per i broadcast il presente e il futuro non esistono se non in funzione del passato. E quindi il sospetto sorge come uno zombie da una bara: Che la musica sia morta del tutto? Amen.
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